CRONACA
Una rete di aiuto per i bambini di Palermo: cosa c'è da sapere sull'affido familiare
L'Afap nasce nel 2012 da un gruppo di genitori che, dopo aver ricevuto i bambini in affidamento, ha deciso di promuovere e divulgare la conoscenza dell’istituto dell’affido
L’associazione nasce a Palermo dall’esperienza di alcuni genitori affidatari che, nel 2012, hanno ricevuto in affidamento dei bambini ospiti in una comunità alloggio. Inutile dire che, da quel giorno negli occhi e nel cuore di queste persone sono rimasti impressi gli sguardi dei tanti bambini che avrebbero desiderato di essere portati via anche loro.
È accaduto così che, durante un incontro al centro affidi di Palermo con il quale l’associazione oggi collabora, quello stesso gruppo di genitori affidatari ha iniziato a capire che promuovere e divulgare la conoscenza dell’istituto dell’affido nella loro città avrebbe rappresentato un concreto aiuto per tutti i bambini rimasti in comunità, in quanto realtà poco conosciuta a Palermo.
L’obiettivo dell’associazione è quello di creare una realtà che funga da rete per le famiglie affidatarie, promuovere la cultura dell'affido, creare un sistema di auto-aiuto per gli affidatari e tutelare i diritti dei bambini affidati e delle persone che se ne fanno carico.
L’Afap gioca un ruolo di tramite tra il centro affidi e le famiglie che desiderano accogliere a casa loro un minore affido: è a tutti gli effetti una onlus, in quanto vive principalmente delle quote associative e delle donazioni che, ogni anno, i cittadini decidono di devolvere al 5 per mille.
«Uno degli obiettivi dell’AFAP- dichiara l’attuale presidente Adriana De Trovato - è quello di mostrare a questi bambini uno spaccato di vita diverso da quello da cui spesso provengono, abituarli a guardare in positivo offrendo loro la possibilità di acquisire fiducia verso gli adulti che grazie all’affido si prendono cura di loro».
L’affido non presenta limiti "coniugali": è un istituto aperto infatti a qualsiasi tipo di famiglia, sposati, divorziati, single, conviventi, coppie di fatto, in cui regna l’amore e voglia di donarsi.
L’iter per l’affidamento è molto snello e prevede dei colloqui con una psicologa del centro affidi e un assistente sociale volti a stabilire l’idoneità e compatibilità della coppia affidataria con il minore.
«Aggiungiamo che siamo un gruppo di persone che hanno deciso di accogliere nelle proprie vite dei bambini, quelli più sfortunati, quelli con le loro giovani vite segnate da traumi e da esperienze troppo spesso negative. Bambini che, come Peter Pan, cercano una figura genitoriale e che mentre ricevono cure e affetto da noi, elargiscono amore, riempiono vuoti, ci arricchiscono la vita sconvolgendo il nostro mondo e mettendoci in contatto con la parte più intima di noi stessi».
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