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Una città siciliana nata "sotto Natale": cosa c'entra Messina con il solstizio d'inverno

È opinione diffusa tra gli studiosi di cultura messinese che la Città dello Stretto abbia i natali a Natale, o per meglio dire, sia stata fondata il 22 dicembre

  • 22 dicembre 2023

Fontana di Orione a Messina

È opinione diffusa tra gli studiosi di cultura messinese che la Città dello Stretto abbia i natali a Natale, o per meglio dire, sia stata fondata il 22 dicembre, sotto il solstizio d’inverno.

Effettivamente buona parte della cultura religiosa e cavalleresca della Messina che fu è tutta impregnata di quanto ha a che fare con questo complesso festivo. Come mai?

Partiamo dal mito di fondazione: Diodoro Siculo tramanda che Zancle fu costruita dal gigantesco Orione, il quale diede la forma al porto, mentre la tradizione successiva barocca gli attribuisce anche l’erezione delle fortezze più antiche.

Da qui a ritenerlo il fondatore mitico della Città il passo è breve, e fu questo il motivo per cui all’eroe fu dedicata la Fontana di Orione nella Piazza del Duomo, ideata da Francesco Maurolico e realizzata da Giovannangelo Montorsoli, ricca di significati esoterici.

Orione, come molte persone sanno per cultura generale, è anche una costellazione della nostra astronomia, che secondo la mitologia nacque proprio quando l’immagine dell’eroe alla sua morte fu messa in cielo per volontà dell’Olimpo.
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Ma cosa c’entra tutto ciò con il solstizio d’inverno?

Ebbene, sembrerebbe da alcune osservazioni proprio che la costellazione di Orione sia allineata con Messina attorno al 22 dicembre.

Qui entra in gioco anche Sirio, la stella più luminosa del firmamento, facente parte della costellazione del Cane Maggiore, che la mitologia vuole corrisponda al possente segugio di Orione che si chiamava proprio Sirio.

Insieme a Betelgeuse, la spalla di Orione (invero la “Mano del Gigante”), e a Procione, facente parte del Cane Minore, Sirio costituisce il luminoso Triangolo Invernale. Va rammentato che nell’astrologia egizia Sirio, cioè Sopedet, è identificabile con la grande dea Iside, mentre Orione s’identifica con il dio Osiride, suo compagno.

Sirio (invero Sirio A e Sirio B), d’estrema importanza in quasi tutte le culture antiche, secondo diverse correnti è la stella (non cometa) che i Re Magi videro avendone presagio della nascita d’una figura messianica.

Anche su questo racconto c’è una possibile interpretazione astrologica: ovvero, l’allineamento delle tre stelle della Cintura di Orione, dette “i Tre Re” con Sirio. Proprio con riferimento a queste simbologie fu fondato a Messina l’Ordine dei Cavalieri della Stella (informalmente Stellati o Stelliferi).

Dell’eponima Stella ufficialmente si diceva ch’era quella dell’Epifania nonché la stessa Maria, che porta l’epiteto di "Stella Maris", ma informalmente si diceva anche che fosse “il Sirio d’Orione”: le due affermazioni collidono soltanto apparentemente, in quanto Iside è proprio Stella Maris, e Sirio è la sua stella.

Probabilmente gli Stelliferi ne sapevano molto sulle verità occultate dal Cristianesimo, e forse in una sola cosa onoravano l’antica e la nuova religione, ma di simili conoscenze non è rimasta traccia. Come si è detto, Sirio e Orione sono Iside e Osiride.

L’unione divina del Maschile e del Femminile è simboleggiata anche dalla Fontana d'Orione, ove s’ammirano nell’ultimo piano della piramide ascensionale assieme Orione e il cane Sirio, i quali l’eruditissimo abbate Maurolico che la ideò certamente sapeva essere invero, nell’astrologia egizia, Osiride e Iside.

Ma v’è di più: se nei libri antichi non ci sono aperti riferimenti al Natale di Messina, alcuni astrologi (Francesco Giuntino, Andrea Argoli) affermano che la Città è posta sotto il segno dello Scorpione, nata quando Marte vi sostava in domicilio notturno.

Per la gente comune, abituata a considerare unicamente i segni zodiacali basati sul Sole, penserà che Messina dovrebbe essere stata fondata tra il 23 ottobre e il 21 novembre, ma non è così: non ci si riferisce al Sole, ma a quando Marte è nella costellazione dello Scorpione, dunque un segno marziano e non solare.

Insomma, Messina ha Marte in Scorpione.

Lo Scorpione è considerato nell’astrologia la dimora naturale di Marte, nonché il segno abbinato al corrispettivo dio (Ares o Marte), ciò comporta un’esaltazione delle sue qualità.

Una persona che ha Marte in Scorpione tende a essere sostanzialmente strategica, riflessiva, un’attenta osservatrice, che sa come condurre ogni situazione a suo vantaggio e quando agire in maniera decisiva: proprio come il popolo messinese è sempre stato nella sua storia!

A questo punto potremmo dire che non per niente il sinonimo antico di Messinesi è Mamertini, ovvero sia “coloro di Mamers”, ch’è Marte!

Ma in che periodo Marte è in Scorpione?

La risposta breve è: in qualunque periodo dell’anno. La risposta lunga è: siccome i mesi sono solari, l’unica cosa che appare regolare è il comportamento del Sole, e dunque i movimenti dei pianeti, che pure hanno una loro regolarità, sembrano avvenire in momenti completamente diversi dell’anno.

Per capirci: Marte è stato in Scorpione da poco, tra 12 Oottobre e 24 novembre, e l’ultima volta ch’è successo a cavallo del 21 dicembre è stato nel 2017.

A questo punto, se si deve accostare la necessità della presenza in cielo di Sirio (a motivo del mito di Orione) e quella del domicilio notturno di Marte nello Scorpione, le cui date variano costantemente (giacché i mesi sono basati sul Sole), viene da sé che si potrebbe persin determinare una serie di annate in cui idealmente sarebbe avvenuta la fondazione mitologica di Messina.

Da San Girolamo sappiamo che Zancle fu fondata nel 1757 a.C., se non è esatto l’anno potrebbe essere corretta l’epoca, in quanto l’attività archeologica del Gruppo Codreanu negli anni ’60 e ’70 ha confermato l’esistenza dell’abitato nell’Età del Bronzo, dunque bisognerebbe verificare anche le condizioni astrologiche di quegli anni.

In questa impresa, ahimè, non mi sono ancóra cimentato. Naturalmente, è tutto tradizione, è simbolo, ma ci compiace investigare giacché, lungi dall’avere poca importanza, ne ha molta, o non l’avremmo mai pensata.

Insomma a Natale il popolo peloritano, anche se non lo sa, celebra la propria festa (l’ennesima, visto che anche il Ferragosto è la sua festa). E se gli augùri delle Saturnalia (il Natale romano) erano "Iò Saturnalia!" i nostri quali sono? "Iò Messanalia!".
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