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Un siciliano di origini polacche: chi è Andrea Ruszel, il concorrente di "Cuochi d'Italia under 30"

Giovanissimo e di Piazza Armerina, qualche anno fa è stato anche chiamato a raccogliere l'impegnativa sfida di successore nientemeno che di Gualtiero Marchesi

  • 13 aprile 2021

Andrea Ruszel

È uno dei concorrenti di "Cuochi d'Italia under 30", ha solo vent'anni e già una storia prodigiosa da raccontare, proprio come la sua cucina: stiamo parlando di Andrea Ruszel, protagonista siciliano del programma di TV8 che vede «sfidare 20 giovani cuochi tradizionali a colpi di piatti tipici e sapori genuini».

Figlio d'arte, con un papà chef di origini polacche che a quanto pare però «è diventato più siciliano dei siciliani», Andrea deve la sua passione non soltanto al padre ma alla famiglia in generale. Da buon siculo di Piazza Armerina, d'altronde, poteva non esserci anche una nonna di mezzo?

Ecco quindi che, con queste premesse, il gioco è fatto ed è anche vincente. Perché il giovane piazzese, fra la «cucina gourmet del ristorante e quella tradizionale di casa», impara fin da piccolissimo ad apprezzare il buon cibo e a cominciare il suo percorso verso quello che oggi lo rende felice.
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Dalla prima pizza a cinque anni al suo primo impiego in un ristorante stellato il passo sarà breve, ma pieno di impegno, sacrifici e dedizione. Il suo carattere e la sua bravura, infatti, si vedono già a quattordici anni quando, sotto suggerimento di un professore dell'Istituto Alberghiero, partecipa a un concorso nazionale.

Un'iniziale indecisione lascia presto il posto alla sua voglia di apprendere, anche dallo stress che una competizione comporta, e così le partecipazioni ai concorsi diventano due, tre, quattro. Fino ad arrivare a quattordici, sempre sbaragliando tutti gli altri concorrenti.

Andrea, d'altronde, ha vissuto le gare come un momento di crescita, utili a modificare il suo modo di cucinare, perché «con le critiche e con il giudizio dei maestri si impara tanto». Così come nelle macellerie e pescherie dove ha scelto volontariamente di fare diversi corsi, che gli hanno permesso di studiare a fondo la materia prima e di conoscere tutti i segreti di carni e pesci, che sono poi la base dei suoi piatti.

Sarà la sua determinazione a portarlo a soli diciotto anni in Franciacorta, in quello che è «un luogo storico della cucina italiana», lavorando fianco a fianco con Fabio Abbattista, Executive Chef di talento che ormai qualche anno fa è stato chiamato a raccogliere l'impegnativa sfida di successore nientemeno che di Gualtiero Marchesi.

«Uno dei lavori più belli della mia vita» - racconta Andrea con un'emozione travolgente - «Allo chef devo tantissimo, è grazie a lui che ho appreso tutte le basi della nuova cucina moderna ed elegante, imparando nel frattempo a essere un buon Capo partita».

Un'esperienza non certo da poco: preparare pietanze raffinate nella cucina che fu di Marchesi e dove hanno elaborato piatti unici i più grandi chef italiani, da Bottura a Cracco, con uno dei più promettenti chef del momento, è un segno indelebile che rimarrà per sempre nel cuore, nella testa e nelle mani di Andrea.

Ma la sua storia non finisce qui. Dopo quel'’anno straordinario e un viaggio a caccia degli odori e dei sapori di Sicilia, Andrea infatti si ritrova ancora una volta in Lombardia per uno stage presso un ristorante con due stelle Michelin, dove sperimenta «ancor di più la cucina italiana, molecolare, dettagliata e moderna».

Tutte avventure, queste, che lo fanno crescere tanto da portarlo negli studi di Cologno Monzese a sfidare cuochi provenienti dalle altre regioni d'Italia. «Ti chiamiamo da Sky per il casting che hai fatto qualche mese fa»: inizia così la telefonata che il ventenne riceve in una calda mattina d'estate, mentre è ancora a letto.

Ed è subito batticuore. Non ci crede, gli sembra un sogno. Eppure non lo è e, nel giro di poco, vola dritto verso un’altra di quelle esperienze che servono a migliorare, con un pizzico di divertimento che non guasta mai. Essendo ancora in gara, non sappiamo come andrà ma quel che sappiamo è che a "Cuochi d'Italia" c’è tutta la sua «personalità, insieme a una cucina siciliana tradizionale ma rivisitata in chiave moderna e contemporanea».

Oggi Andrea si trova a Londra per «allargare i propri orizzonti», perché è una città «che ti dà la possibilità di essere». Mentre lavora in una pizzeria italiana, si dedica alla creazione di un nuovo menù per un ristorante che aprirà a breve. Il suo obiettivo, però, è di imparare bene l'inglese per girare il mondo e conoscere nuove tradizioni: «Il cibo ha una storia da raccontare. Io voglio ascoltare tutte queste storie, studiarle e poi mescolarle per raccontarne una nuova, tutta mia».

Un traguardo impegnativo, ma che noi siamo certi raggiungerà. Perché basta chiedergli cosa sente mentre cucina per capire quanto sia innamorato della sua arte: «Entro in simbiosi con quello che faccio, con l’alimento, non ci sono più» - racconta - «È la mia pace interiore. Posso anche lavorare per venti ore di fila e non mi lamento perché cucinare mi rende felice».

Una felicità che è anche quella che prova chi ha la fortuna di assaggiare i suoi piatti. D'altronde lo dice lui stesso, «il segreto per una buona ricetta è prepararla con amore perché se non c'è quello e c'è arroganza, anche una ricetta da due stelle Michelin non sarà perfetta».

Chissà, magari un giorno lo vedremo come giudice in qualche programma raccontare la sua nuova storia a qualcun altro, con i genitori orgogliosi che lo hanno sempre «sostenuto emotivamente» seguirlo davanti alla televisione.

Noi lo teniamo d'occhio e, nel frattempo, tifiamo per lui.
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