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Un paesino di Sicilia diventa museo a cielo aperto: il soffio vitale della street art

Sono circa quindici le opere che hanno cambiato il volto del paesino collinare in provincia di Agrigento: siamo a Grotte e tutto questo accade grazie a quattro giovani

  • 5 agosto 2019

Una stadina di Grotte (Ag)

Si chiama “La Biddina”, come la leggenda della bellissima ragazza che un giorno, delusa e disperata per amore, si gettò nelle acque di una palude trasformandosi in un serpente. Un gruppo di trent'enni, dopo essersi laureati fuori, ha deciso di tornare nel proprio paese di origine Grotte in provincia di Agrigento e di fondare un'associazione che prende il nome proprio da questa leggenda legata al territorio, per rigenerarlo.

A fare parte de “La Biddina” sono Nino Caltagirone, Antonio Licata, Filippo Lo Presti e Alessandra Marsala, che dopo la laurea hanno deciso di tornare al loro paesello di appena 5mila anime in alta collina, dove l'economia prima si basava sulle miniere e poi sul commercio porta a porta.

L’Associazione non ha alcuno scopo di lucro e intende contribuire fattivamente alla valorizzazione del territorio e al coinvolgimento della collettività attraverso la promozione, nonché la realizzazione, di attività culturali, artistiche e di utilità sociale.
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«Non abbiamo mai avuto velleità turistiche - racconta Alessandra Marsala - Non ci sono grandi attrazioni qui, però è un paesino tranquillo, autentico dove da qualche anno anche una comunità di Cechi si è impiantata qui. Sono intellettuali e giornalisti di Praga, la pioniera che ha dato vita a questo strano fenomeno di immigrazione è staata una giornalista che di ritorno nella sua città ha scritto un articolo raccontando il paesino siciliano come un luogo incontaminato. Così, grazie a quell'articolo un gruppo di Cechi ha comprato casa qui e ripopolato il centro storico che era un po' abbandonato».

Quest'anno "La Biddina" festeggia due anni di attività, il centro storico nella frazione di San Nicola è stato rigenerato nel corso di questo periodo dall'intervento di diversi street artist che ne hanno fatto un piccolo museo a cielo aperto con circa quindici opere disseminate per le strade, già l'anno scorso ci furono i primi interventi di street art. Gli artisti che quest'anno hanno lasciato la loro impronta sui muri di Grotte sono: Antonio Curcio, Antonio Fester Nuccio, Giusi Di Liberto, Alessandra Di Paola, Ema Jons, Alberto Ruce e Gutan. Lo scorso anno hanno dipinto: Ligama, Demetrio Di Grado, Luvi e Make.


L'associzIone sta anche organizzando due festival uno artistico (ne abbiamo parlato qui) e un altro di teatro facendo rete sul territorio con altri paesi del comprensorio e con le associazioni.

«"La Biddina" è serpente, - continuano i ragazzi - presenza che mette alla prova, simbolo universale di trasformazione, custode del potere primordiale, simbolo guaritore per i nostri padri Greci. Come il leggendario serpente, l’Associazione mira a provocare un cambiamento e tentare chi voglia farsi rapire dagli occhi di vampa di La Biddina. Si narra che prima di diventare serpente, la Biddina dal muso rosso, fosse una bellissima ragazza con il rossetto sempre sulle labbra innamorata di un pastore. Essendo di gran lunga più bella, per la frustrazione e le maldicenze, un giorno lui decise di lasciarla, e così la ragazza, disperata e delusa, pensò di farla finita gettandosi nelle acque di una palude. Da quel momento nessuno la vide più nella sua forma umana, scomparve trasformandosi in Biddina e rivelando le sue vere fattezze solo agli occhi dell’amato».
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