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Un lusso che possiamo permetterci: entro l'estate riaprono le storiche Terme di Sciacca

Conosciuta sin dai tempi dei Greci come "Thermai Selinuntiai" è passata alla voga degli stabilimenti dei primi del Novecento per chiudere, poi, fino a oggi

Balarm
La redazione
  • 30 maggio 2019

Lo stabilimento termale di Sciacca (Agrigento)

Il parco è stato formalmente consegnato dalla Regione al Comune agrigentino, che dovrà occuparsi delle attività di manutenzione ordinaria. Il dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale, invece – secondo quanto fanno sapere dalla Regione – ha già avviato le operazioni di discerbamento e sistemazione del verde.

Regione e Comune hanno concordato anche che entro l’estate verrà pubblicata la manifestazione di interesse per consentire ai gruppi imprenditoriali interessati di poter visitare le terme, per valutare gli interventi necessari al ripristino e al rilancio dell’attività. Una procedura propedeutica al bando per la concessione del complesso termale.

Passi avanti verso la riapertura delle Terme di Sciacca: il parco in cui sorge lo storico stabilimento riaprirà entro la fine di giugno.

Storicamente furono i Greci di Selinunte che fondarono un piccolo villaggio in questa area, attratti dalla fertilità del suolo, dal mare pescosissimo e dai vapori terapeutici del monte e dalle diverse sorgenti che sgorgavano nel territorio.
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Sotto il dominio romano e, in epoca imperiale, la zona venne chiamata Aquae Labodes e i romani, amanti delle terme, sfruttarono non soltanto i bagni di vapore creati dalle acque termali nelle grotte, ma anche le acque sulfuree che sgorgavano nella vallata.

Dimenticati durante le invasioni barbariche ripresero a essere frequentati nel 530 d.C. e poi durante il Medioevo i monaci dell’eremo di San Calogero continuarono a curare gli infermi con l’utilizzo delle stufe termali, diventate così molto popolari.

Con la dominazione araba, nell’840 d.C., la città divenne uno dei più importanti centri agricoli e commerciali della Sicilia: il suo attuale nome, Sciacca, deriva probabilmente dalla parola araba "Syacc" che vuol dire bagno in riferimento alle acque termali.

Durante il Rinascimento molti autori, soprattutto medici, dedicarono numerosi scritti alle terme di Sciacca; ciò è dovuto in parte alla fama della località, in parte al fatto che in questo periodo vi fu un aumento dell'interesse in ambito naturalistico. Le descrizioni che ne fanno gli autori non siciliani dimostrano che le terme erano note e apprezzate anche fuori dall'isola.

Sciacca e le sue terme vissero un periodo di decadenza fino all'Ottocento: molti furono i medici idrologi a impegnarsi per la loro rinascita, e in particolare Giuseppe Licata che, oltre che da medico, nel'ultimo decennio di quel secolo operò anche da politico per la rinascita delle terme.

Lo sfruttamento delle acque termali e la scoperta di banchi di corallo diedero un impulso alla ripresa economica e assunsero un ruolo strategico per l’economia locale. Durante questo periodo si costruirono i primi stabilimenti termali nella valle dei bagni e tra il 1928 e il 1938 venne costruito, in stile Liberty, il nuovo complesso delle terme all’interno di un giardino, nella zona di Cammordino.

Conosciuta quindi sin dai tempi dei Greci come "Thermai Selinuntiai" (Terme Selinuntine), Sciacca ricade all’interno di un’ampia zona geotermica caratterizzata da alcune manifestazioni idrotermali di superficie ma delle numerose sorgenti un tempo presenti, a causa di invasivi interventi di captazione ma anche di conseguenze legate alla normale attività geologica locale, oggi ne restano attive soltanto cinque: l’acqua dei Molinelli, l’acqua Santa, l’acqua Salmastra, l’acqua del Carabollace e Fontana Calda.
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