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Un luogo da leggenda (che esiste davvero): dov'è la Contrada "Centopozzi" in Sicilia

Un "cunto" popolare che ha del magico come ogni leggenda che si racconta in Sicilia. Ma questo luogo è davvero particolare, perché esiste. Scopriamolo

Federica Puglisi
Giornalista
  • 19 settembre 2024

La grotta delle Trabacche

Spiritelli, diavoli e pozzi. Un "cunto" popolare che ha qualcosa di magico e misterioso che affascina, come ogni leggenda antica che si racconta in Sicilia. Ma questa è davvero particolare perché il luogo di cui stiamo per parlare esiste davvero.

Dei diavoli o spiritelli neanche l’ombra, per fortuna. Ma è una storia così nota da queste parti da essere diventata quasi di uso comune tra i giovani. Siamo a Ragusa, in Sicilia orientale, una delle perle del barocco, patrimonio Unesco da molti anni.

A circa quattro chilometri dalla città si trova la contrada Centopozzi, per la precisione lungo la provinciale Beddio- Trasauro-Piombo. Un nome senza dubbio suggestivo.

Ma cosa sono questi cento pozzi? E soprattutto esistono davvero? Potremmo dire che esistevano, oggi sono poco visibili, alcuni sono andati distrutti, interrati.

Si trattava, con ogni probabilità, di un complesso di cisterne comunicanti tra loro, che sarebbero state scavate probabilmente in epoca preistorica, e che servivano per la raccolta delle acque, per il fabbisogno dei villaggi.
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La zona ha una grande valenza archeologica per gli insediamenti arcaici che conserva, come un’antica catacomba, la Grotta delle Trabacche, e una città di epoca probabilmente bizantina. Ma cosa c’entrano i diavoli con i pozzi.

E qui arriva la leggenda e il mistero. Per chi raggiunge questo luogo raccontare questa storia è senza dubbio più affascinante che dire semplicemente che i pozzi sono antiche cisterne di età preistorica.

Infatti si racconta di una tabacchiera magica, con un segreto al suo interno e di due compari, o di uno zio e di un nipote, perché le leggende nel tempo sono state modificate ma il fulcro resta sempre lo stesso.

Dunque si racconta di due compari che lavoravano su un terreno. Uno dei due faticava ogni giorno e arrivava stanco alla sera. L’altro invece sembrava non stancarsi affatto.

Ma c’era un motivo. Infatti ogni mattina apriva la sua tabacchiera, dove per magia uscivano fuori dei diavoli, pronti ad esaudire ogni suo desiderio, un po’ come il genio della lampada di Aladino. L’uomo, quindi, dava ogni giorno degli ordini lavorativi ai diavoli che faticavano al suo posto, mentre lui si riposava.

I diavoli, quindi, ogni giorno erano costretti ad ubbidire a chiunque aprisse la tabacchiera. Un giorno però il compare si dovette recare in città, ma dimenticò la tabacchiera. L’altro compare, allora, stanco per la giornata di lavoro, decise di riposarsi un po’ e di prendere del tabacco dalla scatolina dell’amico.

Una volta aperta la tabacchiera, fu tanto lo stupore e lo spavento: i diavoli uscirono e come era loro solito fare chiesero all’uomo un lavoro da svolgere. L’uomo, impaurito, gli ordinò di scavare cinquanta pozzi, mentre scappava. Ma i diavoli non solo esaudirono il suo desiderio, persino lo raggiunsero.

Allora l’uomo ordinò a quelle presenze misteriose di scavare altri cinquanta pozzi. Con una gran velocità i diavoli fecero il lavoro e si presentarono nuovamente al compare, che adesso non sapeva più cosa inventarsi per liberarsi da quelle misteriose presenze. Decise allora di escogitare uno stratagemma: ordinò loro di costruire una chiesa.

I diavoli si misero a lavoro e costruirono un edificio, che sarebbe poi diventata la chiesa di Santa Maria delle Scale a Ragusa. Ma questo lavoro fece stancare i diavoli, perché si erano debilitati per la vicinanza con il luogo sacro. Così l’uomo riuscì a rinchiudere i diavoli nella tabacchiera, in modo che al suo rientro l’amico non si accorgesse di nulla.

Ma c’è un’altra versione della leggenda che vede come protagonisti uno zio ed un nipote. Lo zio possedeva una tabacchiera, con al suo interno il suo misterioso segreto. Un giorno insieme al nipote si recò in città.

Ma aveva dimenticato la tabacchiera, così chiese al nipote di tornare a casa a riprenderla. Il nipote obbedì allo zio, ma non appena ebbe tra le mani l’oggetto pensò di aprirlo. E si trovò con gran stupore i diavoli che gli chiesero un lavoro. Il giovane chiese loro di scavare cinquanta pozzi e poi altri cinquanta, come l’altra leggenda. Ma non riuscì a liberarsi di quelle presenze.

Finché chiese loro di realizzare un secchio di pasta e una corda di sabbia. I diavoli riuscirono a costruire il secchio, ma non a torcere la sabbia per fare la corda. Così il ragazzo, vista l’inadempienza dei diavoli, riuscì a farli rientrare nella tabacchiera.

Solo alla sera lo zio riaprendo la tabacchiera scoprì dal racconto dei diavoli cosa era accaduto e punì il nipote per quella marachella.

Se siete rimasti affascinati da questa storia, la zona vale una visita.

Magari non di notte, se avete paura di qualche misteriosa apparizione. Di certo è un luogo storico e va visitato, per vedere i pochi resti dei cento pozzi, ma anche gli insediamenti arcaici e greco bizantini ancora esistenti.
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