ARTE E ARCHITETTURA
Un gioiello (senza tempo) nel cuore della Sicilia: se non ci sei mai stato devi visitarlo
Un parco, il cielo, la terra, un ex priorato, una diga, una chiesa: sono questi tutti i pezzi che compongono il racconto di un luogo magico davvero "fuori dal comune"
Chiesa Santissima Trinità di Delia
Ogni parte impreziosisce la forma, segretamente celata nel suo percorso storico - architettonico. A tre km circa dal centro storico di Castelvetrano, una volta percorsa la strada per raggiungere il parco Trinità - Marcita, finalmente è possibile visitare un capolavoro fuori dalle “logiche comuni”.
I visitatori sono accompagnati dalla presenza costante del polmone verde (natura) che, silenziosamente, detta i tempi (lenti) occorrenti per varcare il cancello e dirigersi verso la chiesa. Si trova nell’ex Priorato di Delia, uno dei più importanti feudi dell’intero possedimento della famiglia Saporito.
Nelle vicinanze sorge anche la diga Delia che irriga i vigneti e uliveti presenti in zona. Varcata la porta d’entrata l’impatto è forte e condiziona la prima parte della visita.
Secondo il Fazello invece si sono succeduti gli ordini dei Basiliani e poi quello dei Benedettini. Grazie a un importante lavoro di restauro effettuato nel 1880, la chiesa mantenne (e mantiene) intatta la sua integrità. L’architetto Giuseppe Patricolo, una volta messo piede nel luogo esclamò: «Dell’umile chiesetta della Trinità si nasconde realmente un monumento di tal importanza».
La Santissima Trinità presenta una pianta centrale a croce greca in un perimetro quadrato con santuario triabsidato. È sormontata da una cupola impostata su un tamburo di forma cubica da cui riparte la massa cilindrica della cupola stessa.
L’intera costruzione è realizzata completamente con conci di tufo calcareo, perfettamente squadrati e messi in opera su letti di malta a vista. Sono presenti tre porte ogivali. Quella al centro del prospetto principale si apre sulla navata centrale mentre quelle laterali danno accesso alle navatelle.
Quattro grandi colonne centrali, dai capitelli corinzi in cipollino verde e granito rosso, sorreggono quattro grandi archi ogivali. La pavimentazione e l’altare sono realizzati in marmo (di Carrara). L’altare centrale, ricco di sfumature decorative, è frutto di un’attenta operazione stilistica.
È "piena" di simboli che raffigurano i 4 evangelisti. Questi ultimi, come affermato dallo storico Napoli, dall’alto della sua fama di attento osservatore, sono presenti anche nell’altare della Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (Martorana).
All’interno di 3 sarcofagi monumentali sono contenute le spoglie dei componenti della famiglia Saporito-Ricca. I tre monumenti sono realizzati in marmo e rifiniti di speciali decorazioni e ornamenti.
L’ipogeo, creato nel 1780 quando il monumento venne restaurato, è ricavato sotto il pavimento della chiesa ed è stato espressamente richiesto dalla famiglia Saporito.
A pochi metri dalla chiesa si trova un’antica masseria a pianta rettangolare con corte interna. Prevale lo stile elegante delle cornici che impreziosiscono porte, finestre e portali.
Dalla zona Marcita si intravede un sottilissimo spiraglio che unisce i colori del cielo e della terra. Un’ immagine scolpita e abbellita dalla vegetazione, rigogliosa e spontanea. Un luogo "da brividi" che merita di essere visitato.
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