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Un gioiello recuperato nel centro storico di Palermo: Palazzo Santamarina apre le porte

Avviati nel 2017, i lavori di restauro hanno riportato alla luce le bellezze del sito originario del 1300 e abbandonato al degrado da tanti anni. Vi raccontiamo la storia

Balarm
La redazione
  • 14 febbraio 2022

Palazzo Santamarina

A pochi passi dai Quattro Canti e dai punti di attrazione più importanti di Palermo, il Complesso di Palazzo Galletti Santamarina, testimonianza di grande valore architettonico nel patrimonio storico della città, apre le sue porte, dopo 4 anni di restauro, con tre anime diverse: residenziale, ricettiva e commerciale.

Tre destinazioni accomunate dallo stesso approccio, all’insegna di eccellenza, sicu- rezza sanitaria e valorizzazione storico-artistica.

Palazzo Galletti dei Marchesi di Santamarina sorge nel mandamento Monte di Pietà in prossimità della chiesa di Santa Ninfa. A 500 metri tra il Teatro Massimo (da cui si può ammirare la cupola) e la Cattedrale, l’area è abbracciata da via Maqueda, via del Celso, Discesa Santamarina e via dei Candelai.

Il suo impianto originario risale al 1300 e sarebbe da attribuire ad un esponente della famiglia nobile dei Crispo che edificò il complesso sul tratto settentrionale delle antiche mura del Cassaro, ancora visibili nell’aspetto odierno, un privilegio riservato a potenti casati e ad influenti ordini religiosi.
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Durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio subì un grave bombardamento e ingenti danni, che lo portarono a uno stato di abbandono e di degrado.

Sotto la guida di Francesco Miceli e Teotista Panzeca, i lavori di restauro del palazzo sono iniziati nel 2017 e terminati nel 2019 per volontà della Santamarina Luxury Suite, società composta da due famiglie siciliane di imprenditori, i Gargiulo e i Tumbarello, che si sono uniti in una visione e in uno sforzo con pochi eguali a Palermo, da parte di privati.

I lavori nella loro totalità si sono conclusi nel 2021 con l’apertura delle attività. Sono stati caratterizzati da fasi diverse: strutturale, archeologica e di restauro conservativo, sia lapideo che pittorico. Il tutto sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza ai Beni Culturali.

Qui è stata condotta una campagna archeologica imponente, con 18 mesi di scavi, realizzata fianco a fianco ai Beni Culturali della Regione Sicilia. Gli scavi hanno portato al rinvenimento, nell’atrio del Palazzo, di un’area di 350 mq tra le mura puniche, oggi rifunzionalizzata e adibita a centro fitness di alto livello.

Sotto l'atrio è stato rinvenuto un ex rifugio antiaereo della Seconda Guerra Mondiale dove è stato ricavato un moderno centro benessere. Il restauro conservativo ha anche portato al recupero dell’arco ogivale di 12 metri a doppia ghiera, ex ingresso della città punica, così come delle cinta di fortificazione del Cassero, risalenti all’anno 1000, su cui era stata costruito parte del Palazzo.

Il progetto ha inteso far coesistere gli elementi tipici originari rinvenuti - paramenti murari bicromi, bifore, archi e mensole di impianto Medioevale, affreschi esterni - con elementi di nuova realizzazione dal gusto moderno, in un mix avveniristico di pareti e pavimenti in vetro continuo.

I cento metri di mura di fortificazione, lasciati a vivo, per esempio, oggi sono protagonisti degli spazi del Palazzo dall’olfattorio ai ristoranti e alla sala fitness - testimoni di un’atmosfera unica, sospesa tra passato e futuro, tra antichità e innovazione.

Ma lo sviluppo richiama la sostenibilità. Ecco perché il Palazzo ha abbracciato il tema eco-friendly attraverso un progetto di bioedilizia e un sistema costruttivo privo di prodotti chimici. La struttura oggi è a emissione 0 con impianti di climatizzazione e raffreddamento ad acqua e gas free.

L’intervento su Palazzo Santamarina, infatti, ha riqualificato anche la via del Celso.

Un tempo strada isolata e satellite della via Maqueda, è oggi diventata una via protagonista dell’asse, luminosa e accogliente, sede di un dehor ben attrezzato, e su cui svetta maestoso il portone del Palazzo sulla facciata medievale, da cui si può apprezzare l’armonie di bifore e bicromia a conci alternati di arenaria e pietra lavica, secondo lo stile delle costruzioni medievali toscane, in un motivo decorativo di ascendenza continentale che si ritrova in pochi altri esempi in Sicilia.

Non a caso si è scelto di tenere il portone d’accesso aperto, per sottolineare il protagonismo del palazzo sulla via, e apprezzare già dalla strada la corte interna.
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