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Un bosco sotterraneo in tutta la sua magia: rocce e cunicoli della Grotta di Carburangeli

Oggetti lasciati dall'uomo preistorico, fossili di animali e tanto altro: vicino Palermo suggestive ondulazioni e stalattiti appuntite disegnano un paesaggio mozzafiato

Balarm
La redazione
  • 4 dicembre 2018

La grotta di Carburangeli (foto Legambiente)

La Grotta di Carburangeli è un susseguirsi di spazi sotteranei, una galleria naturale gestita da Legambiente che si trova sotto Carini, vicino Palermo: oltre a presentarsi come un bosco di rocce risalenti al Pleistocene, ospita un'importante colonia di pipistrelli di specie "Myotis myotis".

L’origine e l’evoluzione di una grotta calcarea è strettamente legata all’azione svolta dall’acqua di scorrimento sotterranea: esercita una lenta erosione delle rocce che ha portato alla formazione della galleria naturale.

All’interno della grotta di Carburangeli il passagio dell'acqua ha lasciato esempi lungo tutto il percorso: un labirinto mai uguale ma ricco di differenze paesaggistiche tra gli ambienti più esterni e quelli interni dell’ipogeo.

Il tetto e le pareti del primo vano, infatti, sono segnati dalla presenza di suggestive ondulazioni poco profonde ed asimmetriche, note con il nome di "impronte di corrente" che indicano il prevalere dei processi di erosione su quelli di concrezionamento.
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Più in profondità invece dall’acqua di gocciolamento si sono formati speleotemi tipici delle grotte temperate calde: le stalattiti, le stalagmiti, le colate calcitiche, ecc. che creano incantevoli giochi di luci e di ombre.

Le grotte sono caratterizzate da una temperatura pressoché costante, da un’elevatissima umidità dell’aria e dall’assoluta assenza di luce.

Non è, per questo, un ambiente adatto alla vita delle piante né della gran parte degli animali ma il mondo sotterraneo è comunque popolato da animali cavernicoli che compiono in parte o anche per intero il proprio ciclo vitale all’interno delle cavità.

Si tratta di piccoli organismi (insetti, crostacei, ragni, millepiedi, ecc.) oltre alla colonia di pipistrelli, appartenenti alla specie Myotis myotis, che hanno un importantissimo ruolo ecologico poiché si nutrono di insetti, molti dei quali, nocivi per l’uomo.

Si ritiene che la grotta si sia formata nel corso dell’Era Quaternaria in seguito allo scorrimento di acque sotterranee: nel loro moto verso il mare hanno innescato fenomeni di erosione di tipo meccanico e chimico.

Durante le campagne di scavo eseguite nel corso degli ultimi secoli all’interno della grotta di Carburangeli ed in altre cavità limitrofe, sono stati rinvenuti numerosi resti fossili appartenenti a specie animali ormai non più presenti in Sicilia come l’elefante, l’orso, la iena, il bisonte ed il cervo.

Si tratta di animali arrivati fin qui dall’Africa e dalla penisola italica attraverso alcuni passaggi naturali che si sono formati con l’abbassamento del livello del mare durante le glaciazioni quaternarie: i reperti sono conservati nell Museo Gemmellaro di Palermo.

E l'uomo? Le grotte sono state rifugio per l’uomo ed è possibile rtrovare anche alcune tracce della sua antica presenza.

Disegni eseguiti sulle pareti, di resti fossili e di arnesi primitivi che, risparmiati dall’azione del tempo, ci permettono oggi di ricostruire frammenti di vita quotidiana dei nostri antenati.

La grotta di Carburangeli ha ospitato l’uomo preistorico proteggendolo dal freddo e dai predatori e gli scavi archeologici eseguiti nel grande vano di ingresso hanno riportato alla luce interessanti resti ed utensili risalenti a un periodo compreso tra il Paleolitico e l’Età del Bronzo: lame, punte di selce utilizzate per la caccia, frammenti in pietra lavica riconducibili ad antiche macine e manufatti in terracotta.

Accanto a questi reperti sono stati ritrovati anche gusci di patelle e di lumache, e frammenti ossei ormai fossilizzati di cervo, capra, cinghiale, bue e cavallo che si suppone siano resti di pasti.

E non solo: nella parete all’ingresso della cavità c'è un disegno a carboncino che sembra rappresentare uno stregone durante una cerimonia propiziatoria.

È possibile visitare la grotta, riserva naturale, andando direttamente al centro visitatori in via Geranio, 2 a Carini o prenotare via telefono al numero 091 8676210 o via mail all'indirizzo carburangeli@legambienteriserve.it.

Si entra attraverso tre aperture naturali a una quota di circa 22 m sul livello del mare: ed è possibile addentrarsi nel sottosuolo per circa 400 metri lungo lo sviluppo della grotta, in un susseguirsi di vani con andamento orizzontale.

Per motivi di tutela ambientale e regolamentari, la visita si può fare solo con la presenza del personale della riserva naturale messo gratuitamente a disposizione.

Ai visitatori si chiede di andare obbligatoriamente con calzature adeguate per la visita di ambienti ipogei (come le scarpe da trekking, o comunque scarpe chiuse e con suola ben scolpita) e con abbigliamento comodo e adeguato alle condizioni atmosferiche e stagionali.
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