ITINERARI E LUOGHI
Un bosco delle sorprese in Sicilia: vicino a una necropoli, a un lago e alla Grotta dei Santi
I boschi degli iblei ragusani offrono una fitta rete di sentieri e strade ben tracciati e, complice il clima mite, sono frequentati tutto l’anno da escursionisti e bikers
Lago Dirillo
Parte del merito è sicuramente dell’Azienda Forestale che ha curato per decenni i rimboschimenti delle aree demaniali, recuperato muri a secco e ruderi e ristrutturato numerosi mulini.
Non bisogna dimenticare l’impegno del CAI che ha curato i sentieri e la segnaletica ed ha promosso vari percorsi attraverso numerose escursioni guidate e manifestazioni come il “Cammino Ibleo” nato per promuovere la nascita del Parco degli Iblei.
Molto conosciuto e frequentato è il bosco di Canalazzo, raggiungibile da una deviazione ben segnalata che si incontra percorrendo la strada statale 194 che unisce Monterosso Almo con Vizzini.
Il demanio forestale di Canalazzo, con Serrarossa e Arcibessi costituisce un unico grande polmone verde che si estende fino alle porte di Chiaramonte Gulfi.
Non tutti però si avventurano oltre i dintorni dell’area attrezzata, eppure si tratta di camminate alla portata di tutti che nel raggio di pochi chilometri permettono di andare alla scoperta di angoli sorprendenti.
Per chi decide di esplorare i dintorni la prima tappa è sicuramente la grande masseria di case Canalazzo, a circa mezz’ora di cammino da dove si lascia il proprio mezzo. Il sentiero costeggia i resti di un mulino e sale dolcemente all’interno della pineta, molto pulita e ben curata. La masseria è un esempio di fattoria fortificata ottocentesca in perfetto stato di conservazione di proprietà dell’Azienda Foreste Demaniali.
La struttura difensiva, riconoscibile nelle feritoie al piano terra e le finestre solo al piano superiore, riporta alla mente le vicissitudini delle nostre campagne nei secoli bui del feudalesimo fino al fenomeno del brigantaggio.
Anche qui è stato realizzato sotto gli alberi un angolo ristoro con tavolini e panche in legno, è il punto di sosta ideale per una pausa e uno spuntino prima di rimettersi in marcia. Il grande abbeveratoio al centro del piazzale permette di fare scorta di acqua.
La tappa successiva è Monte Casasia, con i suoi 739 metri di altitudine è il punto più alto dei dintorni e si può raggiungere tranquillamente a piedi seguendo il sentiero che sale su di un crinale molto panoramico. Monte Casasia si trova all’estremità nord occidentale del bosco ed è un punto panoramico di notevole interesse paesaggistico.
Ma in Sicilia è difficile percorrere un sentiero, scalare un monte, attraversare un territorio senza imbattersi in testimonianze storiche e archeologiche di notevole interesse, soprattutto in riferimento al periodo che va dagli insediamenti siculi ai colonizzatori greci fino al periodo bizantino.
Non fa eccezione Monte Casasia che custodisce una necropoli risalente al VII secolo a. C. Ma si ritiene che l’area fosse frequentata già dall’età del Ferro. Non molto lontano da qui, in territorio di Licodia Eubea merita una visita per le sue pitture rupestri la grotta dei Santi. Monte Casasia è l’ultimo lembo di altopiano che si affaccia a occidente, un balcone privilegiato per ammirare questa parte di isola.
Ai suoi piedi si estende il lago Dirillo, una diga artificiale nata dallo sbarramento dell’omonimo fiume. Oltre il lago sono ben visibili l’abitato di Licodia Eubea, i colli del calatino e la Piana di Vittoria fino alle ciminiere di Gela. Anche l’Etna fa bella mostra di sé nelle giornate di cielo terso.
La via del ritorno attraversa nuovamente la pineta, lungo i sentieri che la attraversano è un alternarsi di fioriture in ogni mese dell’anno. Nemmeno gli inverni rigidi impediscono alle prime orchidee di fiorire già a dicembre e avvicendarsi nei mesi di marzo e aprile in compagnia di iris, narcisi e anemoni, solo per citare le specie che più colpiscono l’occhio del visitatore.
Tornando alle auto non si può fare a meno di sostare a Monterosso Almo, il piccolo ma ospitale borgo ragusano dove si può apprezzare lo stile barocco delle sue chiese che non ha nulla da invidiare ai centri più grandi della provincia come Modica e Ragusa.
Alla fine della giornata, viene spontaneo fare scorta di pane, formaggi e dolci tipici locali che, consumati nell’arco della settimana, manterranno vivo il ricordo e prolungheranno i benefici della camminata.
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