POLITICA
Trenta milioni per il "Reddito di povertà" in Sicilia: cos'è e chi può richiederlo
Previsto un nuovo strumento regionale per supportare i cittadini in difficoltà economica adattandosi alle specificità e alle esigenze del territorio siciliano
L'elevata incidenza della disoccupazione e del lavoro precario ha spinto la Regione a sviluppare misure aggiuntive per affiancare gli aiuti nazionali e dare un sostegno concreto ai nuclei familiari più fragili.
Ciò ha portato alla nascita di una nuova proposta pensata per adattarsi alle specificità del territorio e offrire un sostegno mirato ai più bisognosi.
Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha preso parte alla kermesse di Forza Italia che si è tenuta a Santa Flavia il 26 e il 27 ottobre.
In questa occasione, il governatore ha annunciato l'introduzione di un "Reddito di povertà" per supportare i cittadini più vulnerabili.
Il nuovo strumento regionale, precisa Schifani, «non è reddito di cittadinanza ma reddito di povertà. Che è cosa diversa. Questo reddito di povertà guarda al sociale».
Le modalità di erogazione saranno definite tramite Decreto regionale, su iniziativa dell'Assessore alla Famiglia e dell'Assessore per l'Economia.
Questa iniziativa, descritta da Schifani come un "primo passo", punta a dare risposta alla povertà crescente e a sostenere la popolazione siciliana in difficoltà.
«Lo abbiamo fortemente voluto - dichiara il governatore - Il mio sforzo è sempre stato quello di fare in modo che le maggiori risorse possano essere saggiamente utilizzate per questi obiettivi: emergenza, crescita e sociale».
A differenza del Reddito di cittadinanza nazionale, la misura regionale non offrirà un supporto mensile legato a politiche attive per il lavoro, ma un contributo "una tantum" a fondo perduto.
Il testo sarà discusso in aula nei prossimi giorni, con possibili rimodulazioni (anche dei limiti ISEE) durante l'iter parlamentare.
L'obiettivo è quindi fornire un'integrazione per le famiglie escluse dal reddito di cittadinanza o da altri sussidi nazionali.
Tra i beneficiari vi sarebbero non solo i disoccupati di lungo corso, ma anche anziani e famiglie con figli a carico, categorie particolarmente vulnerabili in un contesto di crisi economica.
Schifani ha poi concluso così il suo intervento alla kermesse: «Il progetto a cui abbiamo lavorato in Sicilia è quello di una grande area moderata. Un progetto che ha dato i suoi frutti e che ci ha portati al 23% alle europee».
«Bisogna continuare ad aprirsi - ha aggiunto - individuiamo nuovi spazi».
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