ATTUALITÀ
Tra lacrime e curiosità la Sicilia è in Tv da mesi: (tutta) la storia delle sorelle Napoli
Chi sono? Perché tutti ne parlano? Le tre donne sono le protagoniste di una storia commovente e soprattutto vera iniziata nel 2006 tra le campagne dell'Isola
Le sorelle Napoli durante la trasmissione "Non è l'arena" di Giletti
Il conduttore del programma "Non è l'arena" in onda tutte le domeniche su La7 si è infatti intestato la causa e fino all'ultima puntata ha dichiarato che "non mollerà le tre sorelle".
Le tre sono proprietarie di un terreno di 90 ettari tra Mezzojuso e Corleone e da dodici anni denunciano continue intimidazioni e minacce con lo scopo di indurle a cedere l'attività agricola di produzione di foraggio e cereali.
Nel 2006, muore il loro padre e per la famiglia comincia il calvario: le donne sono vittime di continui raid e invasioni di animali che calpestano il loro raccolto, tanto da ridurle al crollo economico.
Questo caso della "mafia dei pascoli" nel paese siciliano ha avuto ribalta mediatica anche grazie al programma Tv Le Iene.
Dalle immagini, raccolte grazie alle telecamere fatte installare dalle tre sorelle stanche dei continui soprusi, delle mucche invadono le loro terre e si è evinto che una parte di questi animali proviene dall’Istituto Zootecnico, proprietà della Regione Sicilia.
Grazie alle denunce e alla eco nazionale del caso si sono smosse le acque e finalmente i carabinieri hanno emesso tre arresti, scattano le manette per: Simone La Barbera (detto “Il lungo”, fermato nel corso dell’operazione antimafia Cupola 2.0), Antonino Tantillo (detto “Nenè”) e Liborio Tavolacci con l’accusa in concorso di tentata estorsione a Irene, Gioacchina e Marianna Napoli nonché a Gina La Barbera (la mamma delle tre).
A firmare l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta della Procura è stato il gip di Termini Imerese.
Le indagini avviate nel 2015 hanno permesso di appurare una serie di circostanze che da tempo avevano tolto la serenità alle sorelle Napoli, che dopo la morte del padre, ereditarono le sue proprietà.
Dopo qualche giorno dai tre arresti però viene incendiata l'auto al figlio di un carabiniere del paese: l'uomo aveva prima fondato un comitato cittadino per difendere il nome di Mezzojuoso, per poi tirarsene fuori e prendere pubblicamente la difesa delle sorelle Napoli.
Per fortuna però non è tardato ad arrivare l'ennesimo atto di generosità da parte del conduttore televisivo Massimo Giletti che durante l'ultima puntata del 6 gennaio scorso, grazie alla produzione di La7, ha regalato una nuova auto a Salvatore Battaglia, l'agente assicurativo che da tempo sostiene pubblicamente le tre donne.
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