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Tra i suoi vicoli ti perdi in un tempo lontano: il borgo siciliano che diede il nome all'Italia

Nella Sicilia orientale c'è una perla incastonata tra monti e mare. Una specialità è il "limone interdonato", una varietà che sembra essere la preferita di Re Carlo

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 12 marzo 2023

Il borgo di Itala

Incastonata dentro un paesaggio mozzafiato tra il verde delle pendici di Monte Scuderi, il più alto dei Peloritani, e il mare cristallino della costa ionica, Itala è una delle perle della Sicilia orientale, un borgo con il tipico fascino medievale.

Al toponimo sembra sia attribuibile l'origine del nome dell'Italia, fu luogo cantato perfino da Virgilio nell' epopea dell'Eneide «Dagli Enotri cólta, prima Enotria nomossi: or, com'è fama, preso d'Italo il nome, Italia è detta.».

Perdersi tra i suoi vicoli e i cortili, ammirare le sue architetture normanne e nobiliari significa immergersi in un tempo lontanissimo dove si respira l'aria di una Sicilia di cavalleria, circondata da piccole frazioni dentro le quali si trovano alcuni dei suoi tesori più belli.

Un territorio popolato fin dal V secolo a.C dagli antichi Enotri, successivamente colonizzato dai Greci, ma è con l'arrivo dei Normanni che il borgo prese le sue sembianze attuali.
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Partendo proprio dalla vicenda sul toponimo, Frederik Poulsen, archeologo e filologo danese, a proposito dell'origine del nome "Italia", attestava che questo venne utilizzato per la prima volta proprio sul territorio di Messina e precisamente nel V secolo a.C., individuando la località di Itala.

La teoria dello storico Giuseppe Costanzo Buonfiglio, invece, sostiene che il nome "Itala" è da attribuire al Re Italo suo fondatore figlio di Enotro.

Tra mito e realtà tornando alla storia, fu sicuramente un luogo amato dal Conte Ruggero che edificò la bellissima abbazia dei SS. Pietro e Paolo che rimane uno dei posti più affascinanti, fuori dal centro storico in frazione Croce.

Un impianto architettonico che ricorda subito lo stile arabo normanno con una bellissima estetica policroma con l'uso di pietre diverse alternate tra quella nera lavica e quella locale.

Nel cuore del centro è la bella piazza principale a rapire l'attenzione con la Chiesa madre che rimanda alla dominazione spagnola: Santa Maria del Piliere, omonima della Santa Maria del Pilar di Saragozza, dove per Pilar si intende l'orma lasciata dalla Madonna sulla pietra.

La bella fontana ottocentesca si trova all'ingresso della frazione di Borgo, due le chiese che meritano una visita rispettivamente la Chiesa di Santa Venera a Mannello, Santa Maria della Catena sempre a Borgo con il suo splendido Campanile a cuspide.

Attrazione naturalistica è la riserva di Monte Scuderi della catena dei Peloritani, alta 1.253 metri, condivisa tra Itala Fiumedinisi e Alì che è parte della "Riserva naturale orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi".

Un luogo di grande suggestione per il panorama e per l'importante insediamento fortificato di cui rimangono tracce evidenti della presenza dei bizantini con l'abitato chiamato di Mico o Vico.

Qui sopravvive la leggenda da “A Truvatura” che narra la storia del Re Saturno e del suo tesoro. La parte di Itala marina sulla riviera Jonica è un posto splendido con acqua cristallina, di cui si narra abbia un potere purificante, dovuto all’azione dei microrganismi aerobi e al continuo movimento dovuto alle correnti dello stretto.

Bellissima la spiaggia incastonata tra i due Capi, Capo Scaletta e Capo Ali, un'attrazione irresistibile. E tra percorsi e visite culturali c'è tempo per gustare due specialità molto interessanti.

Il vino Mamertino prodotto nei vigneti locali e il "limone interdonato", una particolare varietà di limone "dolce" che sembra essere addirittura il favorito del futuro Re Carlo d'Inghilterra, ottenuto da una intuizione del generale garibaldino dal quale prende il nome che fu artefice del felice innesto.

È un vino liquoroso la cui preparazione è legata ad una ricetta tramandata di generazione in generazione in generazione: fruttato e aromatica, la fragranza proviene dall'amarena usata per la preparazione, alla quale viene addizionata la buccia d’arancia con le carrube e le ceneri di vite.
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