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Tra coralli e tesori (sommersi) in Sicilia: perché lo Scoglio del Medico si chiama così

Di origine vulcanica, la costa usticese scoscesa disegna i confini dell'isola, ma al di là di essa si nota un faraglione: vi raccontiamo una storia tra leggenda e realtà

Alice Marchese
Giornalista
  • 26 marzo 2025

A pochi passi dalla Sicilia c'è un'isola che custodisce meraviglie. Una piccola "tartaruga" sul mare a nord da Palermo: il suo nome è Ustica e tra grotte nascoste e paesaggi frastagliati è impossibile non innamorarsene.

Di origine vulcanica, la costa usticese scura e scoscesa disegna i confini dell'isola. Ma se si guarda al di là di essa, si nota un faraglione, culla di leggende romantiche e detentore di una storia affascinante.

Nato da una delle ultime colate di quello che fu il "vulcano Ustica" e dall'inevitabile erosione che lo stacca dalla terraferma, lo scoglio del Medico è uno dei siti d'immersione più suggestivi dell'intero Mediterraneo e non basterebbe neanche una settimana per visitarlo tutto.

Famoso per la presenza di corallo, tonni, banchi di barracuda, ricciole e cernie rosse, una tipologia specifica che nuota a mezz'acqua e non poggiata sul fondo.

Il nome caratteristico del luogo è stato più volte soggetto a interpretazioni, molte delle quali non hanno un fondamento reale e non sono altro che storielle spesso raccontate a chi lo visita per la prima volta.

Una di queste leggende narra che un tempo esisteva un medico innamorato della figlia di un notabile usticese che si lasciò morire a causa di questo amore incompiuto proprio sullo scoglio che prese il suo nome.

Un'altra è, invece, legata al mondo di Omero e dell'Odissea. C'è chi dice che l'isola della maga Circe sia proprio Ustica, ma, nonostante possa essere una delle candidate, non vi è certezza a riguardo.

Una teoria un po' più suggestiva e possibile è quella del professore Gianfranco Purpura che, attraverso lo studio dell'etimologia della parola, sostiene che venga dal greco antico "scopelos omericoi" il cui significato è "scoglio vicino alla costa".

Quel che è sicuro è che fino al '600 l'isola resta inabitata. Non c’era una comunità, soltanto corsari che la utilizzavano come base. Nel '700 era la meta prediletta dei pescatori trapanesi perché ricca di corallo.

Una figura incisiva per Ustica è stato re Ferdinando IV che nel 1759 autorizzò la colonizzazione dell'isola e ordinò la ricognizione, il rilievo geotopografico e la stesura del progetto di popolamento che prevedeva l’edificazione di un nuovo centro abitato e la realizzazione di opere di difesa.

Il 28 aprile successivo l’ingegnere militare Giuseppe Valenzuola, accompagnato dal giovanissimo Andrea Pigonati e da altri collaboratori, si recò sull’isola per fare dei sopralluoghi propedeutici alla colonizzazione.

Grazie a Pigonati è stato realizzato il primo studio completo sull’isola a cui tutti gli autori che successivamente si sono occupati di Ustica hanno attinto.

Sembrerebbe quindi che a conferirgli il nome di "scoglio del Medico" siano stati proprio i pescatori trapanesi che hanno consegnato questo toponimo all’ingegnere Pigonati e da lì ha assunto la sua versione siciliana “O Mericu”.

Al di là della storia controversa e poetica, resta un punto suggestivo i cui fondali sono tutti da scoprire.
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