La storia della chiesa di Sant’Antonio Abate, all’interno dello Steri, è legata a doppio filo alle vicende dei Chiaramonte, la potente famiglia di feudatari siciliani che a metà del Trecento impose il suo dominio su gran parte dell’Isola.
Fu Manfredi I a volere la costruzione della chiesetta, proprio a fianco dello Steri, dedicandola a Sant’Antonio Abate, cui erano devoti i Crociati di ritorno dai luoghi santi. Ma la ragione della fondazione fu probabilmente un ex voto.
Una cappella semplice e al tempo stesso elegante, con una severità di forme che si modella a originali gotici per proporzioni della pianta, di porte e finestre. I signori dello Steri e i pochi dignitari ammessi assistevano qui alle funzioni, accedendo da un corridoio non più esistente. Tutto avveniva in un clima estremamente riservato.
La costruzione ha subito rinnovamenti nel corso dei secoli ed è stata spogliata del suo originario apparato decorativo.
Nell’affresco dell’abside è rappresentato Dio Padre Onnipotente, purtroppo privo del volto. Ai lati dell’immagine di Dio sono disposte due schiere di angeli. Di particolare interesse, il rinvenimento, durante i restauri, di un volto di Cristo di particolare valore artistico, in quanto somigliante a quello dipinto in una trave del soffitto della sala magna dello Steri.
La chiesetta, oggi sconsacrata, è perfettamente integra nella struttura ed è un piccolo gioiello di arte gotica per la sua severità di linee e la mirabile purezza architettonica.