STORIE
Torna in Sicilia e lascia la toga per fare il gelato: Serena, la "chef glacier" di Catania
Una scelta inconsueta, senza dubbio, ma che oggi la rende felice. Perché spesso dimentichiamo che ogni professione è importante, soprattutto se affrontata con amore
Serena Urzì (foto di Oreste Monaco)
Una scelta inconsueta, senza dubbio, che oggi la rende felice.
«Ho fatto una scelta coraggiosa, da una professione vista come ''altolocata'' ad un altro tipo di professione. Ho fatto questa scelta in maniera decisa e consapevole, anche se passo tante ore dentro al mio laboratorio, non mi pesa, perché amo quello che faccio e sono felice», racconta con grande entusiasmo.
Forse spesso dimentichiamo che ogni professione è importante, soprattutto se affrontata con amore.
E poi la felicità dove la mettiamo? Ebbene, Serena non ci ha pensato due volte.
Passando l'infanzia nella storica gelateria di famiglia sul lungomare di Catania, chiamata ''Ernesto'', fin da piccola si trova circondata dai colori e i sapori del gelato. Frequenta il liceo classico e dopo il diploma sceglie giurisprudenza, inizia poi a fare pratica forense.
Durante l'attesa per l'esame di abilitazione per diventare avvocato, si trasferisce a Roma e frequenta un master alla Luiss in Diritto del lavoro e Management delle risorse umane.
Avendo conseguito l'abilitazione, lavora in uno studio legale ma, dopo due anni e mezzo, decide di lasciare la carriera forense per tornare all'attività di famiglia: «C'era un forte richiamo. Il gelato è sempre stato un prodotto che mi affascinava molto, avevo fatto la scuola di gelateria, ho lavorato il primo anno come assistente di un gelatiere.
Adesso a distanza di un anno e mezzo il laboratorio lo gestisco io, insieme ad un assistente, un collaboratore molto bravo», racconta.
Da un paio di anni Serena si è riappropriata delle sue inclinazioni e la sua ascesa è inarrestabile. Ha partecipato al Gelato Festival World Masters 2021 ed è arrivata in semifinale, tra i primi 50 italiani, l'unica donna del sud Italia. «Voglio dare il mio contributo affinché venga dato il giusto valore al gelato artigianale, mi sono dedicata totalmente a questo.
La cosa importante è che il gelato abbia le caratteristiche aromatiche e sensoriali di quel gusto che hai scelto», racconta.
Dotata di una grande creatività, ha da poco realizzato un gusto nuovo, il gelato alle rame di Napoli: «Le rame di Napoli sono un biscotto tipico di Ognissanti, ho trasformato quel biscotto in gelato.
Nasce come biscotto al cioccolato, ma l'ho fatto anche al pistacchio, e anche una variante con un pistacchio leggermente salato, con grue di cioccolato fondente e salsa agli agrumi, questo contrasto crea un sapore incredibile», racconta.
Serena ha collezionato una serie di esperienze, dall'attività forense alla formazione continua in ambito gastronomico, è infatti anche una sommelier.
«Grazie al diploma da sommelier ho imparato a degustare i sapori» – racconta - «Tutto quello che ho fatto mi è servito, la formazione umanistica mi aiuta anche per la comunicazione. Ho fatto tesoro di tutte le esperienze e le utilizzo in quello che faccio adesso».
Determinata, competente e lungimirante, la chef glacier catanese valorizza il gelato per farlo entrare nell'olimpo del buon cibo: «Cerco di farlo anche con la destagionalizzazione del gelato, deve essere gustato tutto l'anno, creando dei gusti che siano adatti alla singola stagione», racconta.
Serena si dedica anima e corpo alla sua professione: «Dietro ci sono studio e competenza e non ci sono professioni ''migliori'' di altre. Credo si debba avere sempre il coraggio di osare e di fare ciò che ci rende felici» - racconta - «Fare il gelato è un po' una magia, unisci degli ingredienti che sono chimicamente diversi tra loro, devono essere bilanciati insieme, e da qualcosa di liquido viene fuori un prodotto che ha una consistenza fredda, cremosa, scioglievole».
Nell'attesa dei nuovi gusti che realizzerà in vista del Natale, la salutiamo e la lasciamo nel suo regno, il suo laboratorio, a fare ''magie''.
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