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Torna in Sicilia e "inventa" il lavoro dei sogni: Rosario è il primo borgologo d'Italia

Dopo gli anni di università nel Nord Italia, è tornato nel suo piccolo paese in provincia di Enna e non è mai più andato via. Vi raccontiamo la sua storia e dei suoi borghi

Federica Cortegiani
Giornalista pubblicista
  • 28 gennaio 2022

Rosario Patti

«All’esame di laurea mi sono presentato davanti alla commissione con le valigie in mano. Letteralmente. Pronto a prendere il treno per "tornare giù", come diciamo noi siciliani, nella mia amata terra».

Sono passati vent’anni da quell’episodio realmente accaduto, a tratti comico ma sicuramente molto tenero, ma lui lo ricorda come se fosse ieri.

E te lo racconta come quell’aneddoto che ti fa capire non solo il suo immenso amore per l’Isola, ma anche la sua grande forza di volontà (e testardaggine) nell’aver avuto sempre le idee chiare sul fatto di rientrare in Sicilia.

Il suo nome, Rosario Patti, negli ultimi tempi non è nuovo a chi fa quotidianamente ricerche su Google (e tra poco capiremo perché).

Rosario – che oggi è un simpaticissimo quarantenne - conserva quello stesso entusiasmo per la sua terra che aveva sin da piccolo ed è riuscito a "trasformare" questa sua grande passione in un lavoro a tempo pieno che svolge proprio nel suo paese di origine, Nissoria, un piccolo borgo di tremila abitanti in provincia di Enna.
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Un rientro che infatti è avvenuto proprio nel giorno della sua laurea. Rosario infatti ha studiato Scienze del Turismo dell’università di Bologna (con sede a Rimini), convinto circa 7 anni prima da un amico che gli propose di andare a frequentare l’università nel tanto sognato Nord Italia.

«Ricordo ancora il giorno della partenza per Rimini – racconta -. Partimmo ad agosto con un terribile acquazzone dalla stazione di Dittaino. Prima di salire sul treno baciai a terra pronunciando le parole: “Terra mia nun ti lassu”»

Promessa mantenuta. Dopo gli anni di università a Rimini dove «ho fatto ogni tipo di lavoro per mantenermi gli studi e portarmi a casa il classico pezzo di carta», Rosario rientra nella sua amata terra con una laurea magistrale in tasca e tanta voglia di "sfruttare" quelle competenze turistiche a favore del suo territorio e farlo conoscere al mondo.

«Era il 17 dicembre 2004 quando a Rimini, ancora con la collana d’alloro in testa, presi il treno “Freccia del Sud” per tornare nella mia Nissoria. Avevo una missione sociale da svolgere: promuovere la Sicilia».

“Missione” che oggi si può dire compiuta e che, anzi, è in continua evoluzione e crescita.

Dopo la laurea e un master, infatti, Rosario acquisisce anche il titolo di guida turistica. Oggi è docente di accoglienza turistica all'istituto alberghiero di Mineo nonché direttore tecnico di un’agenzia di viaggi e anche europrogettista destination manager, responsabile nazionale del dipartimento turismo Ristoworld Italy e presidente dell’associazione "Profumi di Sicilia" con cui organizza seminari formativi gratuiti.

Insomma tutto la sua vita ruota intorno alla Sicilia come destinazione turistica. Ma non finisce qua. Come dicevamo, il suo nome compare spesso sul web ed è sempre associato a un termine ben preciso.

È sua infatti l’idea di coniare una parola che descrive un tipo di lavoro ben definito e particolare e che dà anche il titolo al suo sito web in cui inserisce compendi, fotografie e tanto altro. Rosario è il primo borgologo d’Italia.

«Il borgologo – spiega Rosario - è la parola che ho inventato per spiegare la mia figura di narratore dei luoghi e della gente che questi luoghi li vive. Una sorta di cuntastorie contemporaneo che accende i riflettori sui borghi meno conosciuti della Sicilia».

«La sfida più grande? Vedere dilatarsi lo sguardo e trattenere il fiato proprio in chi quei luoghi li abita, ma non li ha mai percepiti come incantevoli - aggiunge -. Guardiamo spesso altrove (altrettanto bello), ma non approfondiamo i luoghi della nostra quotidianità: per assurdo siamo assuefatti e trascuriamo la nostra bellezza. Ci mancano pezzetti delle nostre storie, perché pochi ce le hanno narrate e noi necessitiamo di una narrazione continua.

Ho scelto da sempre di vivere in paese, di apprezzare il borgo per quello che dà e non quello che toglie, per quello che può e non ciò che non puó, per il senso di protezione che trasmette. I paesi, nella loro apparente immobilità, nascondono un gran fermento, risparmiandoci spesso la frenesia delle grandi città».

Ed è così che Rosario porta i turisti nelle zone dell'entroterra, privilegiando la sua provincia (anche a causa della pandemia) ma spaziando anche ai piccoli borghi meno conosciuti dell'Agrigentino e del Nisseno per un turismo di prossimità.

Qualche esempio?

«Gagliano Castelferrato e Aidone sono due paesi incantevoli in provincia di Enna che neanche i siciliani conoscono - racconta -. Quando porto i turisti in questi luoghi oltre al classico giro turistico, faccio parlare i protagonisti del borgo, la gente che ci vive e ci lavora. È un turismo esperienzale che permette a chi viaggia di portarsi a casa un pezzetto di storia del posto in cui è stato».

«Chi incontra un borgologo - conclude - sa di avere di fronte un motivatore sociale, un direttore d'orchestra delle qualità e delle sinfonie del borgo che incanta perchè risveglia l'orgoglio dei borgari (gli abitanti) e valorizza i borganti (tutto ciò che fa parte del borgo, compresi gli animali e le statue)».
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