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Ti emoziona passo dopo passo, lasciandoti sorpreso: nel bosco in Sicilia (a quota mille)

Grazie alle fasi di rimboschimento avvenuto molti anni orsono, il luogo ha trovato una sua perfetta dimensione nonostante il numero elevato di incendi

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 9 giugno 2023

La vista dal Monte Inici

Monte Sparagio, Inici, Speziale, Bonifato e… Sembra la classica “cantilena” da imparare e invece, rappresentano i monti più elevati della provincia di Trapani.

La seconda vetta più alta è il Monte Inici (1.064 m) e insieme al bosco omonimo abbelliscono parte del territorio di Castellammare. La sua area, individuata dal SIC, è denominata “Complesso dei Monti di Castellammare” e si divide in due zone.

Nella prima fanno parte i rilievi più elevati (Inici e Niviere), mentre nella seconda sono compresi il Cozzo Monaco, Pizzo Brando e Stagnone che sovrastano la cittadina del Golfo. L’area è controllata e appartiene al Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali (con tutela affidata alla sezione distaccata di Castellammare).

In un attimo è possibile cambiare lo scenario ambientale toccando il Mar Tirreno e poi, dopo alcuni chilometri, procedere verso le zone forestali seguendo la strada principale in direzione Scopello - San Vito lo Capo. Una volta raggiunta la località ”Crocifisso”, finalmente, si tocca con mano la natura. Entrano in scena diverse possibilità e tra queste, quella di sostare nel bosco sottostante o, salire in cima e gustarsi un panorama invidiabile.
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La macchia verde è composta da conifere e in misura minore da un querceto formato da lecci (originariamente copriva tutta la zona interessata). Grazie alle fasi di rimboschimento avvenuto molti anni orsono, il luogo ha trovato una sua perfetta dimensione nonostante il numero elevato di incendi.

Un lavoro certosino per introdurre nuove specie vegetative come il Pino d’aleppo, cipresso e Pino domestico. Il sottobosco è costituito da molte piante: il rovo, il pungitopo, l’edera, la Rosa canina e molte altre.

Anche le zone aperte sono ricche di arbusti come la palma, il lentisco, il sommacco e altre specie che appartengono alla famiglia dell'Ampelodesma. Sono i profumi della flora a coinvolgere i visitatori sin dai primi passi mossi all’interno dell’area attrezzata.

Quest’ultima è munita di parecchi tavoli e panche in legno (circa 200 posti a sedere) oltre ai punti cottura (8), fontanelle (non potabile), servizi igienici e giochi per bambini.

Il complesso boscato (chiamato anche Belvedere) ha una superficie di circa 200 ettari. Gli appassionati di trekking possono optare per raggiungere la vetta e accarezzare le bellezze paesaggistiche presenti. La salita mostra le sue difficoltà e lungo il cammino si ascoltano le voci della fauna. Potrebbero essere quelle del Coniglio selvatico, del riccio, delle donnole, delle poiane, dei barbagianni o civette che popolano il monte.

Nel luogo sono stati rinvenuti dei fossili del periodo giurassico medio e primo cretaceo. Le acque piovane insieme a quelle sulfuree hanno eroso la roccia e creato delle grotte.

Le più importanti sono quella del Cavallo e dei Cocci. Grazie alle escursioni organizzate dal CAI, oggi è possibile addentrarsi per osservare i giochi di luce prodotti dalle stalattiti e stalagmiti. La Grotta del Cavallo (Eremita) ha più ingressi e si sviluppa in orizzontale.

Quella di Cocci (Ramo dei Laghi) è una cavità naturale che può raggiungere una profondità di 300 metri. I momenti sono intensi, di una forte emozione perché il paradiso si trova a uno schiocco di dita. Si scorge il Monte Sparagio che detiene il primato (cima più alta della provincia) per 36 metri. La loro imponenza estende i confini dell’osservazione fino al golfo di Palermo.

La Riserva dello Zingaro è una delle attrazioni di maggior interesse senza dimenticare il Monte Cofano. Da Est a Ovest è un susseguirsi di palpitazioni che abbracciano il Monte Erice, il Monte Pispisa e il tempio di Segesta. Anche il Bosco di Scorace fa la sua parte e domina il territorio.

Gli incendi hanno tolto delle sicurezze visive come la fossa del Bove; una meravigliosa gola un tempo ricca di vegetazione. Si può scegliere un percorso alternativo detto “vecchia Carbonaia”. Si snoda attraverso il costone per osservare la bellezza dell’intero centro abitato di Castellammare del Golfo. Negli ultimi anni sono stati organizzati degli eventi volti alla conoscenza del luogo.

Oltre agli itinerari proposti, si è discusso molto in tema di incendi. La Dott.ssa Maria Angela Galante, portavoce del Coordinamento Salviamo i Boschi in Sicilia, ha lanciato un monito per realizzare un processo contro la deforestazione. Nelle sue parole traspare la delusione e, allo stesso tempo, la consapevolezza di dover intervenire.

Le finalità sono: studio del fenomeno degli incendi ed elaborazione di proposte operative - fare delle pressioni sulle istituzioni per attivare le misure di prevenzione non dimenticando la Magistratura per individuare i responsabili materiali - organizzare una rete di scambio di informazioni e mettere in atto strategie con campagne di protesta.

Infine, non per dimenticanza, creare dei movimenti o sentinelle in formato autonomo. Il Monte Inici rappresenta una delle massime espressioni ambientali della provincia trapanese.

Alle pendici sorgono il castello di Inici, il santuario della Madonna della Mendola e l’ex feudo appartenente alla baronia della famiglia San Clemente. Il suo fascino lo colloca tra le mete più battute dagli escursionisti. Un dato che deve far riflettere sull’importanza rivestita nel settore turistico.
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