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Test seriologici e immunità: tutto quello che avreste voluto sapere spiegato in dieci punti

Guidato da quel mantra che recita "L'ottimismo che viene dalla conoscenza", il patologo di fama mondiale Guido Silvestri illustra il suo decalogo sul mondo dei test seriologici

Federica Cortegiani
Giornalista pubblicista
  • 22 aprile 2020

foto Belova59 da Pixbay

Tutto quello che avreste voluto sapere e non avete osato chiedere. Con questo titolo (a tratti ironico) il professore Guido Silvestri presenta un nuovo decalogo scientifico e informativo che fa luce su uno degli argomenti caldi di questo periodo: i test seriologici.

Il patologo di fama mondiale - ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, direttore della Divisione di Microbiologia ed Immunologia allo Yerkes National Primate Research Center e membro dell’Emory Vaccine Center - continua a farci compagnia regalandoci quasi ogni giorno pillole di informazione scientifica pubblicate sui suoi social al termine di intense e faticose giornate di lavoro in prima linea contro Covid-19.

Guidato da quel mantra che recita "L'ottimismo che viene dalla conoscenza", questa volta il professore spiega in dieci punti (un po' come aveva già fatto con il decalogo di speranza sul perchè essere ottimisti nella lotta al Coronavirus) tutto quello che c'è da sapere sul mondo dei test seriologici, quei test cioè che servono per misurare la presenza di anticorpi contro un determinato virus, in questo caso il famigerato virus Sars-Covid-19.
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Con lui avevamo anche fatto il punto sulla situazione dei farmaci messi in campo per combattere il Coronavirus e sempre con il professore avevamo condiviso il suo pensiero sul perchè questo virus (come tutti) non ha speranza di vincere. Adesso è la volta dei test seriologici.

«Ho promesso che avrei scritto sui test sierologici - scrive Silvestri - e quindi lo faccio sia per fare cosa utile a chi segue questa pagina e anche perché, molto sinceramente, sono rari i casi in cui, nella mia vita, ho sentito e letto tante boiate sullo stesso argomento in così poco tempo».

Allora, pronti, partenza, via.

TEST SERIOLOGICI: DEFINIZIONE - Si definisce test sierologico un esame di laboratorio che misura la presenza di anticorpi contro un certo agente patogeno nel siero (che è la parte non corpuscolata del sangue a cui sono stati rimossi i fattori della coagulazione) di una persona. Nel caso di Covid-19 i test sierologici misurano la presenza di anticorpi contro il virus Sars-CoV-2. La presenza degli anticorpi è rivelata dal fatto che nel corso del test il siero da esaminare è messo a contatto con il cosiddetto antigene, che è una parte del virus riconosciuta dall’anticorpo. Nella maggioranza dei test sierologici contro COVID-19 l’antigene è la proteina S (spike) di SARS-CoV-2, spesso nella sua subunità S1.

TIPI DI TEST - I test sierologici contro COVID-19 sono – ovviamente – un grande business e quindi ci si sono buttati in tanti. In questi casi la competizione scientifica e tecnologica migliora la qualità del test – ricordando però che, al momento, esistono diversi test di performance dubbia. Ricordo che per i test sierologici vale, in genere, la stessa regola delle automobili: quelle più costose si guidano meglio. La performance di un test sierologico si misura attraverso molti indici e parametri, dei quali i più importanti sono sensitività e specificità.

PERFORMANCE DEI TEST: SENSITIVITÀ - La sensibilità di un test è definita come rapporto tra veri positivi al test e totale dei soggetti con anticorpi, oppure come rapporto tra veri positivi al test e la somma dei veri positivi + falsi negativi, laddove i falsi negativi sono persone che hanno gli anticorpi ma sono negative al test. Aumentare la sensibilità di un test significa ridurre la possibilità di "perdere" (cioè considerare negative) delle persone che in realtà hanno gli anticorpi.

PERFORMANCE DEI TESTS: SPECIFICITÀ - La specificità di un test è definita come rapporto tra veri negativi al test e totale dei soggetti senza anticorpi, oppure come rapporto tra veri negativi al test e la somma dei veri negativi + falsi positivi, laddove i falsi positivi sono persone che non hanno gli anticorpi ma sono positivi al test. Aumentare la specificità di un test significa ridurre la possibilità di considerare positive delle persone che in realtà non hanno gli anticorpi. Nel caso di SARS-CoV-2 sono spesso persone che hanno anticorpi contro altri beta-coronavirus (HKU-1 e OC43).

TEST QUALITATIVI E TEST QUANTITATIVI - I test qualitativi danno una risposta del tipo + o -, positivo o negativo, tutto o nulla. I test quantitativi invece danno un valore numerico (anche detto titolo) alla quantità di anticorpi anti SARS-CoV-2 presenti nel siero di quella certa persona. Test di tipo quantitativo sono particolarmente utili quando si vuole monitorare l’andamento nel tempo della risposta anticorpale contro un certo virus.

LE CLASSI DEGLI ANTICORPI - I test sierologici migliori permettono di distinguere tra anticorpi della classe IgM (che segnalano una infezione relativamente recente), anticorpi della classe IgG (che segnalano una infezione più "vecchia"), e anticorpi della classe IgA (adatti a proteggere le mucose, tra cui quella dell’apparato respiratorio).

PRESENZA DI ANTICORPI VS. IMMUNITÀ - La presenza di anticorpi segnala la presenza di una risposta immunitaria contro SARS-CoV-2. In altre parole, segnala che il sistema immunitario ha visto il virus. In genere si presume che la presenza di anticorpi della classe IgG significa che la persona è protetta dalla re-infezione con SARS-CoV-2. Questa asserzione deriva dalle nostre conoscenze degli altri coronavirus umani, che inducono immunità almeno transitoria. Al momento non sappiamo quale sia il vero grado di protezione conferita da questi anticorpi, né la sua durata nel tempo (volete una mia previsione? Proteggeranno al 98-99% per un periodo variabile tra 6 e 24 mesi).

IMMUNITÀ STERILIZZANTE ED IMMUNITÀ ANTI-POLMONITE - Diversi studi di infezione da Coronavirus nell’animale da esperimento hanno dimostrato che è possible indurre degli anticorpi che proteggono dalla infezione polmonare, ma non da quella delle vie aeree superiori. In questo caso si tratterebbe di una immunità "parziale" che ridurrebbe la letalità di Covid-19, ma non la circolazione di Sars-Cov-2 tra la popolazione. Potrebbe infine esserci un tipo di immunità parziale che, di nuovo, non protegge dalle infezioni nasali, ma almeno le rende più brevi.

TEST SIEROLOGICI: USO PER DIAGNOSI VS. STUDI EPIDEMIOLOGICI - I test sierologici possono essere usati per determinare se un certo soggetto ha avuto l’infezione da Sars-Cov-2, soprattutto in modo retrospettivo per casi sospetti che non sono stati sottoposti all’analisi virologica. I test sierologici possono anche essere usati per determinare il livello di immunità naturale verso COVID-19 in una determinata popolazione – e qui "immunità" va intesa come esposizione del virus al nostro sistema immunitario. Usare test sierologici per dare la cosiddetta "patente di immunità" è invece un concetto molto dubbio.

IL NOSTRO TEST SERIOLOGICO - Il nostro test sierologico, sviluppato dal laboratorio di immunologia del mio Dipartimento, è un ELISA (Enzyme Linked Immune Sorbent Assay), che usa la subunità S1 della proteina S come antigene ed ha sensitività del 97-98% e specificità >95%.
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