CRONACA
Supera i 50 metri di altezza e a Catania non succedeva dal 1969: l'edilizia (sostenibile) si evolve
Abbiamo intervistato l'architetto Mario Caruso che sta realizzando edifici a consumo energetico vicino allo zero, noti come Nzeb e secondo la normativa antisismica tra le più avanzate del mondo
L’architettura è destinata ad evolversi e cambiare continuamente, adattandosi ai cambiamenti culturali, ambientali e tecnologici di ogni tempo. Da sempre, infatti, si assiste all’evoluzione delle tecniche, delle forme e anche degli usi delle strutture create dall’uomo. Con il passare degli anni e con l’evoluzione tecnologica, si sono raggiunti risultati sempre più interessanti, introducendo innovazione e sperimentazione che spesso sconfinano in altri campi.
A Catania, città che attende da tanto tempo un nuovo piano regolatore, si sente la necessità di mettere in sicurezza gli edifici, di riqualificare aree in stato di degrado e abbandono e di seguire i principi della sostenibilità ambientale con nuove costruzioni. In città stanno cominciando a nascere nuove idee e si sperimenta con progetti innovativi e costruzioni futuristiche. Abbiamo intervistato l'architetto Mario Caruso, progettista dello studio Base51, che sta portando a compimento edifici a consumo energetico vicino allo zero, noti come Nzeb (nearly zero energy building). Esattamente si tratta di tre edifici con queste caratteristiche. Uno di questi, denominato Torre G, è in corso di completamento lungo la centralissima via Vincenzo Giuffrida, con undici piani.
A poca distanza la palazzina Blu Dalmazia, da sette piani, già in fase di costruzione. I lavori per un’altra torre, denominata Zefiro A, sono iniziati nel quartiere Ognina, a poche centinaia di metri dal mare, con una caratteristica peculiare: si tratta del primo edificio in oltre 50 anni a superare i 50 metri nel capoluogo etneo. Questo è dovuto al limite imposto dal piano regolatore catanese del 1969- ci spiega l’architetto Mario Caruso- che fissava l’altezza massima a un massimo di 24 metri. Prima di quella data erano stati realizzati almeno 400 edifici oltre i 40 metri. Un limite, quello dei 50 metri, superato grazie all'evoluzione delle normative che possono consentire le ovvie deroghe a un piano regolatore, quello concepito oltre cinquant’anni fa.
«Bisogna partire da un dato acquisito – continua l'architetto di Base51 – ovvero il rischio sismico che interessa tutta la Sicilia orientale e che nel caso della città di Catania aumenta in maniera considerevole in relazione alla densità di urbanizzazione e alla scadente qualità del costruito tra la fine degli anni '50 e gli anni '70, in assenza di norme antisismiche. Le operazioni di “sostituzione” edilizia e, quindi, di demolizione e ricostruzione, non interesserebbero di certo gli edifici di pregio storico-architettonico – specifica – parliamo delle zone che hanno subito uno sviluppo 'selvaggio'.
Oggi ci sono edifici di 10 o 12 piani in corso Italia, via Gabriele D'Annunzio e viale Vittorio Veneto, noi immaginiamo di poter fare edifici anche più alti, magari concedendo dei premi di cubatura per incentivare gli investitori. Gli edifici alti costruiti con le tecniche esistenti e secondo la nostra normativa antisismica, che è tra le più avanzate del mondo, resisterebbero meglio di un edificio di media altezza non costruito secondo criteri antisismici.
Possiamo benissimo fare edifici alti anche oltre i cento metri in assoluta sicurezza e soprattutto ad alta efficienza energetica, liberando spazi a terra. Nessuno oggi penserebbe di acquistare un’auto nuova con le caratteristiche di una Fiat Panda degli anni ottanta. Eppure si continua a vivere, e a costruire, edifici con quelle caratteristiche: con cemento, mattoni, solai. Non è più possibile, perché l’edilizia si evolve, e cerchiamo di costruire in acciaio, con smorzatori sismici che non sono solo quelli utilizzati nelle teste di fondazione».
Un esempio lo dà proprio l’edificio Zefiro A, il cui cantiere è stato avviato sostituendo dei vecchi edifici fatiscenti in una zona per anni degradata, quella tra le vie Acireale e Barraco, ma a pochi metri dal porticciolo di Ognina. Nel nuovo edificio, caratterizzato da 13 piani fuori terra, ognuno occupato da un solo appartamento, le piscine in copertura faranno da smorzatori, mentre al posto dei mattoni utilizziamo dei pacchetti di tamponamento ad alte prestazioni, a secco, che consentono di mantenere alta l’efficienza anche energetica.
«Utilizziamo il sistema antisismico liquid mass damper, in più le vetrate sono particolari e mantengono sempre un ottimo clima all’interno dell’abitazione, senza utilizzo di gas metano, ma facendo riferimento all’energia solare. Progettiamo, tenendo anche in considerazione, le idee innovative che si sono già sviluppate in Giappone, in Danimarca, in Norvegia e in Spagna. Al momento, i committenti sono imprese di costruzioni, che hanno accettato la sfida di costruire edifici come mai si erano fatti a Catania».
Infine, abbiamo chiesto all’architetto Caruso, se sta lavorando a nuovi progetti e ci ha risposto che, con il suo staff, sta progettando nuovi edifici abitativi nella zona della Circonvallazione di Catania che saranno costruiti su un unico livello e non in altezza, ma non ha potuto svelarci di più. Quindi, restiamo in attesa di prossime novità nel campo dell’architettura.
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