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"Stella di mare": Sicilia, attese d'amore e sirene nella graphic novel di Giulio Macaione

Ambientata in una Sicilia quasi mistica, dove i personaggi si muovono, tra attese e sentimenti, come le onde del mare: è la storia di Stefano che vive a Cefalù

  • 20 ottobre 2018

Un'immagine tratta da Stella di Mare

“In a blue while” è una frase utilizzata dalla scrittrice afrocaraibica Dionne Brand per indicare un qualcosa che nasce dal mare, che comunica, racconta e parla attraverso il movimento ondivago delle onde.

La graphic novel “Stella di mare” (edita da BAO Publishing) di Giulio Macaione nasce proprio cosi: arriva dal mare, dal caldo della sua Sicilia, e si trasforma in parole raccontate, e in questo caso anche disegnate.

L’idea nasce per caso: «un giorno, mentre viaggiavo in auto da Cincinnati a New York, ho ascoltato per la prima volta l'album di Dimartino Un paese ci vuole.

Nel disco, c'è una canzone che si chiama Una storia del mare che parla di questo ragazzo che vive in un'isola e attende tutto l'anno una ragazza di Roma che torna solo per le vacanze estive» racconta Giulio.

Stella di mare racconta di Stefano, un ragazzo che vive a Cefalù, trascinato dalla monotonia dei suoi giorni in attesa del ritorno di Marina, la sua amica d’infanzia con cui trascorre ogni estate le vacanze in Sicilia.
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Ma non solo: anche la storia di un anziano pescatore alle prese con le sirene, ed una donna considerata pazza che aspetta alla finestra il marito scomparso: «Per Stefano le sirene rappresentano l'illusione dell'amore impossibile, ma sono anche metafora di una certa illusione generazionale».

L’abilità di Giulio risiede nell’autenticità delle sue parole, che sembrano quasi vissute. L’immaginazione diventa creatività abile, in un racconto che scorre veloce e liscio come un mare tranquillo in inverno.

Tutto intorno il calore della sua Sicilia, raccontata qui con gli scorci di Cefalù, tra paesaggi memoriali e panorami marini sensoriali: «La Sicilia è la terra dove sono nato e cresciuto e dove mi piace tornare. È fonte di ispirazione costante e il fatto di vederla da lontano mi concede quella visione un po' più distaccata e - forse - obiettiva, seppur col rischio di cadere nella nostalgia».
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