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Sono "talismani del Natale" e crescono in Sicilia: i segreti di tre piante (speciali)

Sono tre specie vegetali antichissime e ognuna ha più di una motivazione botanica importante, legata a leggende magiche e alla medicina popolare

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 18 dicembre 2024

L'agrifoglio

Crescono nei boschi siciliani, li avete sicuramente visti durante le passeggiate naturalistiche sulle nostre montagne parte dell'appennino siciliano, sono speciali perché hanno un fascino incredibile e ce li regaliamo per le feste più belle dell'inverno, per adornare le case, i doni e i giardini.

Sono tre specie vegetali antichissime e ognuna di loro ha più di una motivazione botanica importante, legata a leggende magiche e alla medicina popolare che li ha trasformati in talismani che in passato erano immancabili doni da regale, o da tenere in casa contro il malaugurio.

Ma lo sapete il perché!? Scopriamo i misteri e i segreti dell'agrifoglio, del pungitopo e del vischio che ci piacciono tanto, ne siamo attratti per la loro particolarità e bellezza che fa subito festa!!

Iniziamo con il pungitopo ovvero il "Ruscus aculeato" della famiglia Ruscaceae, una specie che vive nel sottobosco ai piedi di grandi alberi nei boschi, è commestibile e aromatico, utile, curativo e portafortuna.
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È questa la sintesi di una pianta considerata "natalizia per antonomasia" un po' suo malgrado ma in realtà le sue proprietà sono eccezionali: è uno dei più potenti vasocostrittori naturali che si conoscano e forniti da madre natura. E i suoi rametti più teneri e giovani sono quegli "asparagi selvatici" che vengono raccolti a primavera e dei quali consumiamo la parte superiore, tenera e dolce/amarognola.

Nella tradizione popolare è un simbolo di forza e indipendenza, considerato un portafortuna, e al dì la che sia utilizzato come decorazione natalizia, veniva donato come buon augurio di abbondanza e fecondità in occasione dell'inizio dell'anno nuovo, e dai popoli germanici abbiamo ereditato l'uso per attrarre la fortuna e la protezione sulle case e stalle dalla sfortuna o da presunte maledizioni, e l'usanza prevedeva che si donassero come talismani ai giovani sposi novelli come buon auspicio per la loro vita coniugale.

L'uso di regalarne i rami, oppure di scambiarseli, era transitato nella tradizione religiosa per i Cristiani ed era diventato un simbolo di fertilità ed abbondanza, sebbene fin dagli antichi romani, per i quali era un talismano potente, si portavano i suoi ramoscelli per le feste in onore del dio Saturno "saturnalia" appunto, che avvenivano in corrispondenza dei solstizio d'Inverno, quando il sole vecchio moriva per rinascere il giorno successivo e dare nuova vita sulla Terra.

Passando all' Agrifoglio da non perdere è il bosco che sulle Madonie, in prossimità di Castelbuono, è una vera e propria attrazione naturalistica straordinaria: gli Agrifoglio monumentali sono uno spettacolo da scoprire attraversandolo sul sentiero che vi passa dentro, facile da fare perfetto per i bambini per vivere la magia natalizia e anche fare scoprire un patrimonio del nostro territorio.

Insieme al pungitopo l’agrifoglio è la pianta simbolo delle festività natalizie, utilizzata per decorare con composizioni oppure ghirlande da appendere fuori casa.

Anche prima dell’arrivo delle tradizioni del Natale cristiano, secondo l'usanza popolare questo arbusto, che cresce ad albero come nel caso del bosco che abbiamo citato, aveva proprietà di portafortuna e protezione dai demoni, infatti, gli antichi erano convinti che posto fuori dalla porta di casa, o da tutti i luoghi da proteggere, fosse un talismano in grado di allontanare ogni maleficio, o qualche presenza maligna.

Nel mese di dicembre i primi seguaci della fede cristiana iniziarono a celebrare la nascita di Gesù con questa pianta per molti significati: la forma delle foglie per le spine di Gesù Cristo sulla croce, e i frutti rossi il suo sangue, i boccioli bianchi - che fanno fiori dal profumo dolciastro - incarnavano la purezza virginale di Maria, la Madonna. Ecco perché regalare l’agrifoglio per i cristiani simboleggia un augurio affettuoso di pace e serenità nonché, di buona sorte e un augurio di successi, scaccia sfortuna.

Bianco traslucido come piccole perle di bosco: sono le bacche globose di questa specie, in un certo senso anche elegante ma non proprio benefica, protagonista indiscusso di tutto il periodo che precede il capodanno. Stiamo parlando del vischio.

Bello si ma, se non lo sapete, è un arbusto parassita che nasce spontaneamente sui rami di alcuni alberi nei boschi, e si sviluppa spesso sulle parti più alte a prendere la migliore luce dell'inverno che rapisce con la sua forma cespugliosa.

Le sue bacche sono piene di un lattice liquido e vischioso, ed è proprio da questa caratteristica che prende il suo nome, ricco di tantissime leggende, come quella famosa del “bacio”. Ma perché il vischio è legato a questa credenza? Fin dai tempi più remoti è stato considerato foriero di magia e un aurea di sacralità, per allontanare malattie e disgrazie.

Una curiosità sulla sua parte erbacea utilizzata a scopi curativi: ancora oggi esistono in commercio infusi a base di foglie di vischio, come rimedio naturale calmante per ridurre lo stress, per problemi cardiocircolatori e respiratori Altra chicca da svelare è sul cerimoniale di raccolta: alcuni antichi sacerdoti raccoglievano vischio della quercia tagliato con una falce dorata per assicurare ai destinatari della preghiera una vita lunga e tanta prosperità.

Ma perché ci si bacia sotto il vischio? Una delle tradizioni più belle del “bacio sotto il vischio” da parte degli innamorati perché questo dovrebbe suggellare il loro amore, allontanando la malasorte e i problemi di coppia. Magari fosse così..un'altra usanza popolare prevede che il vischio non si debba raccogliere con le mani, in particolare con la sinistra, perché si attirerebbe così la malasorte.

Nel Medioevo girava intorno al vischio una leggenda secondo la quale gli alberi pur di non diventare legno per la croce, si spezzarono tranne quest'ultimo, unico in Palestina, che rimase integro e fornì il legno per costruire la croce di Cristo. In seguito, però, il suo legame con i solstizi e la sua nascita misteriosa cambiarono l'usanza e il vischio divenne simbolo di sacralità.

Per vederlo ad esempio, potete fare una escursione facilissima e andare nel bosco di Pomieri sulle Madonie, dove nel percorso degli alberi monumentali, sugli aceri secolari ne trovate molti attaccati ai rami superiori, durante tutto l'anno.
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