MODA
Smagliature e cicatrici sugli abiti: lavora a Palermo lo stilista che ama le imperfezioni
Con la sua casa di moda ha dato vita a una realtà autentica a Palermo. In un mondo fondato sull'immagine nelle sue linee clericali si trovano accoglienza e accettazione
Mattia Piazza
Lo stilista mira alla ricerca dell’essenza, ponendo al centro di tutto l’individuo con le sue imperfezioni e diversità valorizzandole con linee e tessuti raffinati.
Il tutto avvolgendo i corpi con abiti intesi come "luoghi da abitare" che abbracciano ed esaltano ciò che all’occhio poco sensibile potrebbe sembrare un difetto ma, in realtà, non è altro che un valore aggiunto caratterizzante.
All’interno degli abiti dalle linee clericali di "Casa Preti", chiunque trova accoglienza, quiete ed accettazione entrando così in empatia con sé stesso e con gli altri.
La collezione dal nome "Pelle", ad esempio, esalta il concetto di imperfezione, così Mattia spiega: «"Pelle" era basata sul concetto di smagliature, accettazione di quelle che possono essere le nostre differenze, di quello che può essere il racconto della nostra pelle».
Inoltre, la moda per Mattia è un modo per testimoniare un sentimento, una paura, una perplessità o un’idea, così come anche nella collezione "Ama" che si lascia guidare dal concetto di "amare" e si ispira al Simposio di Platone in cui si parla di androginia.
«Mi sono lasciato guidare - dichiara lo stilista - dal sentimento per la rappresentazione della collezione che è l’unico strumento per combattere questa società spigolosa, complessa e controversa. La nostra risposta, quindi, è stata "ama, ama a prescindere"».
Tutte le collezioni hanno un forte e unico leitmotiv che grida alla tutela dei diritti di tutti coloro che vengono lesi nella loro dignità. Questa è la battaglia che "Casa Preti" cerca di portare avanti con la sua estetica permettendo, così, a chiunque di poter dar voce alla sua storia ed esperienze di vita.
Questo è stato messo in atto nel 2021 con un'installazione creata da Mattia Piazza in risposta al caso "DDL Zan", durante un evento organizzato dal progetto "Cre@ctive" del Consorzio ARCA, intitolato "Trame", presso i Cantieri Culturali alla Zisa.
In quell’occasione gli spettatori hanno avuto la possibilità di essere immersi in una realtà resa suggestiva da un abito di venti metri della collezione "Ama", posto al centro della sala, avvolto dalle voci registrate delle categorie più deboli che urlavano offese e risa subite dai loro carnefici.
In questo modo Mattia Piazza ha voluto creare un’empatia con lo spettatore, facendo provare sulla propria pelle la sensazione di disprezzo o di violenza che spesso alcune persone sono costrette a vivere.
Lo stilista, portando sempre con sé le sue radici sicule, esprime un’arte universale che possa abbracciare il mondo intero senza barriere, facendo sì che i suoi abiti diventino, per tutti, "casa" calda, accogliente e dove poter essere sé stessi a 360 gradi.
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