ITINERARI E LUOGHI
Si narra che la principessa ancora oggi parli ai pescatori: la leggenda del Voab, il castello di Brolo
Fu edificato su un promontorio a picco sul mare, il bellissimo mare del messinese. Era amato da nobili, viaggiatori ed artisti che trovavano in esso ristoro e pace
Il Castello di Brolo (foto di Nino Materia dalla pagina fb della ProLoco)
Già, perché ogni castello che si rispetti ha una leggenda, spesso legata a un amore o a un tradimento e quella del castello di Brolo li racchiude entrambi. Ma tralasciamola un momento per raccontarvi prima qualcosa di questo luogo incantato.
Lo chiamavano Voab, "Rocca marina" proprio perché edificato su un promontorio a picco sul mare, il bellissimo mare del messinese. Era amato da nobili, viaggiatori ed artisti che trovavano in esso quel ristoro e quella pace che solo un luogo così vicino al mare può regalare.
Fu costruito nel X secolo d.C. e purtroppo del complesso originario del Castello restano solo la cortina muraria, i due portali di accesso ed una corte sistemata a giardino con un pozzo esagonale. La sua torre medievale invece ancora oggi domina il borgo sottostante, elevandosi per quattro livelli e culminando in una terrazza merlata.
Ma torniamo alla leggenda che rende questo posto ancora più suggestivo. Voab fu residenza della Principessa Bianca Lancia, moglie dell’Imperatore Federico II e madre di Manfredi Re di Sicilia e il mistero pare sia legato proprio alla famiglia Lancia.
La protagonista è Maria la bella, che pare possa essere Maria Lancia, figlia di Francesco I e di Francesca Settimo. La giovane era solita affacciarsi al balcone per aspettare il suo amato, che ogni notte, con la sua barca, arrivava fin sotto alle mura del castello. Poi, come ogni storia sui castelli comanda, si aggrappava alle trecce lunghe e bionde della principessa, raggiungendola fin su la torre e lì suggellava con un bacio quel momento tanto atteso. Tutto questo, nemmeno a dirlo, avveniva in gran segreto.
Successe però che un giorno il principe suo fratello scoprì il segreto e gli incontri fugaci in notturna e decise di uccidere l’uomo. E lo aspettò al varco, anzi, sullo scoglio. Dopo il loro ultimo incontro d’amore, il giovane amante sulla via di ritorno, venne fermato e ferito dal fratello che lo stava aspettando proprio sullo scoglio antistante il castello, che da allora venne chiamato "lo scoglio del pianto". Il corpo senza vita del giovane venne poi messo in un sacco e abbandonato in mare.
La bella principessa attese il suo spasimante i giorni a seguire, ma invano e si narra che ancora oggi il suo spirito vaghi vicino allo scoglio e dia ai pescatori amabili consigli: «Isati li riti! Viniti! Turnati!» pare che dica quando il mare è in bonaccia, «Juta e vinuta! Bona piscata!» direbbe invece per augurare loro una buona pesca.
Una storia romantica seppur triste, che di certo incuriosisce e impreziosisce. Per arrivare al castello - visitabile ogni giorno fino a prima delle restrizioni Covid e che ci auguriamo riapra al più presto - è preferibile andare a piedi lasciando l’auto nelle zone parcheggio che si trovano a livello del mare. Le strade da percorrere infatti sono strette e a tratti ripide in salita. Un po’ faticoso forse ma la fatica verrà ripagata non appena arrivati a destinazione.
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