STORIA E TRADIZIONI
Settanta portate a pranzo, teatro ed encomi: una "giornata tipo" dei Savoia in visita in Sicilia
Il Re d’Italia Umberto I e la sua consorte Margerita arrivarono, poco dopo le 14 del 22 gennaio del 1881, nella piccola Stazione ferroviari della città di Girgenti (oggi Agrigento)
Umberto I Re d'Italia insieme alla moglie, la Regina Margherita di Savoia (foto Pinterest)
Centinaia di fazzoletti e bandierine tricolori sventolarono in segno di saluto sin dall’arrivo del treno con i reali. Già cinquant’anni prima la città aveva visto la visita di Ferdinando II e di sua moglie, ma da allora era molto cambiato l’aspetto di Girgenti e nessuno dei sovrani di casa Savoia era mai stato nella siciliana. I Sovrani erano arrivati in Sicilia sbarcando a Messina dalla nave Roma, che era stata accompagnata da una squadra navale che comprendeva le corazzate Duilio, Principe Amedeo. Maria Pia.
Nel palazzo del governo vi fu un pranzo con ben settanta portate. Dopo il programma prevede una visita ai templi che però non si potè fare perché il tempo era piovoso. La non impedì alla coppia reale di affacciarsi dal balcone e ringraziare il popolo plaudente.
Da diversi giorni, ormai, per quell’attesa visita, a Girgenti erano stati preparati, senza badare a spese archi di trionfo, pennoni, arazzi, bandiere e addobbi per tutte le strade che dovevano essere traversate dal corteo reale. Per il maltempo però non fu possibile accendere la macchina pirotecnica (ci dicono le cronache) e neppure l’illuminazione a gas.
“Si è trasformata con verdure, archi e arazzi la porta di città (Porta di Ponte), donde faranno ingresso i sovrani, ed infine si è preparata una macchina pirotecnica rappresentante un vasto arco di trionfo”, leggiamo infatti nella cronaca di I. Castrogiovanni Tipaldi, autore del libro “I Sovrani in Sicilia nel 1881” (Palermo 1881).
Naturalmente a Girgenti in quel giorno giunsero migliaia di forestieri da ogni paese vicino e certamente anche da qualche vicina provincia per partecipare a quel lieto e raro avvenimento. “In città la popolazione è immensa – scrive Castrogiovanni - Dalle vie, dai vicoli sbocca nuova gente. Ad ogni fischio della vaporiera arrivano società operaie con bande musicali, che allietano la città e promuovono nella popolazione un sincero entusiasmo”.
Girgenti poté offrire ai suoi Sovrani un soggiorno accogliente e piacevole. Umberto e Margherita attraversarono la città in una “reale carrozza”, salutavano tutti e ricevevano applausi e grida di evviva. Lasciato il Palazzo della Prefettura, Umbero e Margherita percorsero tutta la via Atenea. Gli illustri ospiti ricevettero un’accoglienza davvero calorosa, stando a quanto scrive Castrogiovanni: “la traversata della via principale della città fu sempre tra una fitta folla di popolo e fra ovazioni entusiastiche. Tutti i balconi con sontuosi arazzi e svariati addobbi erano gremiti di signore le quali come passava la reale carrozza la colmavano di fiori e di epigrammi”. Poco più tardi, Umberto e Margherita vennero accolti nel Palazzo del Municipio, dove era stato costruito un nuovo teatro Comunale.
La prima pietra del teatro era stata piantata dieci anni prima la visita dei Sovrani, il 18 gennaio 1870. Il teatro comunale venne dedicato quel giorno alla Regina e venne chiamato quindi Teatro Regina Margherita, in quel pomeriggio del 12 gennaio 1881, in omaggio alla graziosa Sovrana.
“Il re e la regina presero posto nel palco reale e assistettero ai due atti del Trovatore e ad una buona parte del ballo Rita. La toletta della Regina era di uno splendore ammirabile, ed Ella appariva di una bellezza incantevole. Vestiva un abito di raso color rosa, aveva un ricchissimo diadema di brillanti, due braccialetti pure di brillanti, una lunga goliera di grosse perle, ed orecchini di brillanti con pendenti di perle”: così nella descrizione di un giornalista dell’epoca che seguì l’evento.
I sovrani rimasero molto contenti anche per questa ben riuscita manifestazione artistica. “Il nostro teatro aveva un aspetto magnifico, stupendo, incantevole addirittura. Un vero senso di compiacenza e di ammirazione sorgeva in tutti alla vista dello spettacolo bellissimo ch'era da per se stesso il convegno di tanti spettatori, lo splendore dei loro abbigliamenti, l'illuminazione centuplicata, gli adorni della sala decorata da margherite”, ha scritto un giornalista agrigentino in una corrispondenza. Quando Umberto e Margherita lasciarono il teatro, fu intonato l'inno Reale e furono salutati da nuovi e fragorosissimi applausi.
L’indomani alle sette partirono alla volta di Caltanisetta.
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