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Sepolta con i suoi preziosi mosaici e scoperta per caso: l'antica villa romana alle porte di Noto

I suoi mosaici pare siano unici nel loro genere tanto da essere considerati superiori a quelli della Villa romana del Casale di Piazza Armerina. Il sito adesso è fruibile

Federica Puglisi
Giornalista
  • 30 aprile 2022

Nascosta tra la vegetazione del fiume Tellaro, a pochi chilometri da Pachino, dalla splendida Marzamemi e dalla barocca città di Noto, patrimonio Unesco, si trova un’antica Villa romana. Situata sotto una masseria del diciottesimo secolo, il complesso è stato riaperto al pubblico dopo un lungo intervento di recupero.

Non si sa molto sulle famiglie nobili che abitavano tra le antiche mura della villa del Tellaro. Di certo dovevano appartenere alle classi sociali più ricche dell’età romana, tanto da farsi realizzare dei pavimenti con mosaici pregiati. Che pare siano unici nel loro genere tanto da essere considerati di livello superiore a quelli della Villa romana del Casale di Piazza Armerina.

La struttura è una delle tappe obbligate per chi raggiunge questa zona a Sud della Sicilia orientale. Perché il tempo in questo luogo sembra essersi fermato. Raggiungendo la Villa per ammirarne i suoi particolari mosaici non si può fare a meno di “ascoltare” quelle antiche tracce della cultura romana che dopo anni tornano a “rivivere” quasi a voler restituire in tutta la loro espressività il ricordo dell’antica civiltà. La bellezza e la meraviglia di questo luogo è rappresentata dai suoi mosaici: autentiche opere d’arte intarsiate di tessere policrome.
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La sua scoperta si deve al caso: infatti nel 1971 vennero fatti degli scavi clandestini sotto una masseria abbandonata. E immaginate quale fu lo stupore di fronte alla straordinaria scoperta: tornarono alla luce quelle fondamenta, quelle mura, quei mosaici di un’abitazione, probabilmente risalente al periodo tardo imperiale. Un luogo abitato, chissà, da antiche famiglie del tempo, agiate, che amavano l’arte e che avevano desiderato arricchire le loro stanze con dei mosaici pieni di colori.

Probabilmente perché quelle stanze venivano utilizzate per le feste, per i banchetti della nobiltà del tempo, per gli incontri. Dai rilievi effettuati dagli archeologi pare che la masseria sia stata costruita sopra l’antica Villa, finendo, in parte, con il cancellarla. Sotto il profilo storico-documentale, dunque, la Villa costituisce una delle più importanti testimonianze di quel periodo. Per datarla è stata fatta un’analisi delle monete ritrovate sul sito. Esse raffigurano gli imperatori romani del IV sec. d.C.

Anche se, come detto, la Villa del Tellaro ricorda quella di Piazza Armerina e quella di Patti, questi mosaici, secondo molti esperti, sarebbero di maggiore pregio. Le ville romane rinvenute in Sicilia hanno molti elementi in comune: esse, infatti, rappresentano una testimonianza autentica del modello socio – economico di quel periodo storico. I mosaici, infatti raffigurano scene di caccia, ma anche della mitologia greca. Il sito, inoltre, è legato alla produzione cerealicola di età romana. Gli antichi vigneti che circondano la zona sono tra i più ricchi dell’area.

Vi si coltivano le tradizionali uve che poi danno vita al nero d'Avola, al moscato e all’albanello.

Gli ambienti che costituiscono la Villa sono formati da un gran peristilio di circa 20 metri di lato. Esso è circondato da un portico di 3,70 metri. Il portico presenta una decorazione musiva che raffigura il riscatto del corpo di Ettore. Sono rappresentati Ulisse, Achille e Diomede, impegnati nella pesatura del cadavere dell'eroe troiano. Il pavimento del secondo ambiente presenta una scena di caccia, con un banchetto all’aria aperta tra gli alberi ed una figura femminile che sarebbe la personificazione dell'Africa. Presenti poi diversi ambienti.

I mosaici policromi che formano il pavimento di alcune stanze hanno motivi geometrici. Gli interventi di recupero, finalizzati alla ristrutturazione e riqualificazione dell’area, sono durati per molti decenni. Inoltre prima della pandemia la Villa e i suoi mosaici sono stati interessati da un intervento di pulizia e di recupero, voluto dal compianto direttore del Parco Calogero Rizzuto. Con la sua riapertura il sito adesso è fruibile.

Si può visitare dal lunedì alla domenica dalle ore 8,30 alle 19. Il costo del biglietto è di 8 euro. Si possono effettuare visite guidate o partecipare a laboratori didattici alla scoperta della storia e dell’arte del sito. Negli anni sono state realizzate pure una fattoria didattica, attività archeologiche, come la realizzazione di piccoli mosaici, laboratori sulle tradizioni del grano e del vino.

Il sito fa parte dell’ente regionale denominato Parco archeologico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. La Villa romana si trova in contrada Vaddeddi ed è facilmente raggiungibile percorrendo la strada provinciale 19 in uscita da Noto e in direzione Pachino. Per maggiori informazioni si può chiamare i numeri 0931.573883, 331.5771472.
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