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Se tuo figlio non dorme la devi provare: 'a siminizina, un'antica ninna nanna siciliana

Un’antica ninna nanna siciliana composta da Lionardo Vigo Calanna, poeta, filologo e politico di Acireale, tra i maggiori studiosi delle tradizioni e costumi della Sicilia

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 30 giugno 2024

Un vagito si spande in una stanza, mentre le stelle in cielo fanno da trapunta all’ora della nanna. Una voce con fare delicato consegna lentamente alle braccia del sonno quel pianto disperato; e lo fa con: “A siminzina - la semenza”.

Un’antica ninna nanna siciliana composta da Lionardo Vigo Calanna, poeta, filologo e politico di Acireale, tra i maggiori studiosi delle tradizioni e costumi dell’Isola e inserita nei Canti popolari del 1857.

Un canto che genitori e nonni hanno reiterato ai piccoli di casa, con tanto di annacata fra le braccia, che in preda a emozioni forti o momenti di liscìa non volevano saperne di far incedere i sogni. La fama di questa canzone popolare interpretata pure da Rosa Balistreri e i suoi effetti prodigiosi per il sonno dei piccoli sono tali, da essere tramandati ancora oggi.

L’intro ha due versioni: ‘Vò e l’arivò” oppure “Bò e l’aribò”, entrambe con l’accezione di “Ninna, nanna”.
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Un preambolo dall’accento forte, cui segue il placido viaggio tra i versi di una madre rivolti alla figlia, che non deve temere la notte per l’arrivo imminente del padre. Un avvento accompagnato da tre doni, che fanno pensare alle umili origini della famiglia e, al contempo, a un contesto di celebrazione.

Doni che soddisfano due dei cinque sensi: gusto e olfatto. Il primo è la simenza, immancabile con la calia nelle celebrazioni rionali o processioni religiose siciliane; si tratta di semi di zucca, tostati e salati. Il secondo e il terzo regalo, invece, sono il rosmarino e il basilico.

Piante aromatiche che nascondono dei benefici: il profumo intenso di entrambe, infatti, è in grado di conciliare il riposo in caso d’insonnia ed essere alleato contro i disturbi del sonno.

Casualità? Forse, ma il tema di questa canzone pare avvalorare un uso intenzionale. Poco dopo l’elenco dei doni, lo scenario cambia e sembra quasi virare verso una probabile festa religiosa in atto o una visita miracolosa a madre e figlia.

Un santo, dal nome sconosciuto “passau - è passato” (in processione o direttamente in visita a casa, non è dato saperlo) e chiede alla madre di poter vedere la bimba, che già dormiente non può rispondere. Il santo così, si allontana o svanisce dal mondo terreno, mentre la mamma riprende i versi in rima che consegnano l’amore dell’anima sua, finalmente, ad avventure e scenari onirici.

Da ripetere due o tre volte se si è fortunati, quattro o più se il piccolo non vuole cedere alla vivacità, quest’antica cantilena racchiude ancora oggi un mondo rassicurante fatto di tradizioni.

E un periodo, dove forse non c’erano balocchi costosi, ma probabilmente aveva un peso maggiore donare e ricevere con profonda gratitudine e senza riserve.

A Siminzina:
Vò e l’arivò
Ora veni lu patri tò
E ti porta la siminzina
La rosamarina e lu basilicò,
E ti porta la siminzina
La rosamarina e lu basilicò.
Oh figghia mia lu santu passau
E di la bedda mi nni spiau
E ju ci dissi la bedda durmia
E dormi figghia di l’arma mia
E ju ci dissi la bedda durmia
E dormi figghia di l’arma mia
Vò, vò, vò dormi figghia e fai la vò,
Vò, vò, vò dormi figghia e fai la vò

La Semenza:
Ninna nanna, ora arriva tuo padre,
e ti porta la semenza,
il rosmarino e il basilico.
e ti porta la semenza,
il rosmarino e il basilico.
O figlia mia, il santo è passato
e della bella mi ha chiesto,
ed io gli ho detto che la bella dormiva,
e dormi, figlia dell’anima mia.
ed io gli ho detto che la bella dormiva,
e dormi, figlia dell’anima mia.
Ninna nanna, dormi figlia e fai la nanna.
Ninna nanna, dormi figlia e fai la nanna.
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