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Se sei pigro in Sicilia ti prendono "pi' cuccu": un antico detto che forse non conosci

Provi a dare una mano, ma la tua presenza si rivela inutile. Se ti ritrovi in questa situazione, sulla nostra isola, sarai perseguitato da questo modo di dire. Qual è

Francesca Garofalo
Giornalista pubblicista e copywriter
  • 30 settembre 2024

S.O.S: allagamento improvviso in casa, contatore della luce che salta o lavoro dell’ultimo minuto da sbrigare in ufficio. In questi casi ci si aspetta l'intervento di qualcuno, prima di un epocale disastro. Ma chi accorre senza prestare aiuto concreto in Sicilia, e specialmente a Siracusa, è "perseguitato" da un detto: “Sirvìri ppi ummira 'i cuccu".

Ma cosa significa? "Fare solo da comparsa e avere l’utilità dell’ombra di un cucco". Una presenza che diventa quasi d’intralcio e che non porta i risultati sperati. Un’espressione colorita che fa riferimento a un volatile: il cuculo, in siciliano u cuccu.

Da non confondere con la prima persona del verbo coricare, si tratta di un pennuto dall’atteggiamento opportunista e pigro. Infatti, questa specie dal nome onomatopeico si fa carico di tutta l’indolenza del mondo animale, bradipo a parte.

Basti pensare che non costruisce il proprio nido, non cova neanche le uova che depone negli spazi di altri uccelli costretti a farsi carico dei piccoli del cuculo, oltre ai propri. E come se non bastasse il cuculo appena nato caccia fuori dal nido le uova presenti, per avere tutte le attenzioni dei genitori adottivi.
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Una specie apatica, egoista ed egocentrica che nella città di Archimede è identificata anche con il gufo - portatore di cattivi o buoni presagi - uccello notturno dall’ombra invisibile e dunque non serve proprio a niente e nessuno.

Un’inutilità che riferita a una persona, oltre all’ambito dell'aiuto, si palesa anche in altri contesti come quello relazionale e conviviale: inviti a feste oppure occasioni speciali, dove chi non ha in tasca neanche un soldo esordisce con "Vegnu sulu, ppi ummira i cuccu?", ovvero "Vengo solo per niente, per guardare?".

Il riferimento al pennuto e, di conseguenza, alla parte dell’animo umano più pigra, nel tempo ha assunto anche un tratto caratteriale distintivo di una persona "Essiri 'n 'ummira i cuccu", ovvero essere una persona inutile, priva di personalità e anche un babbeo.

Slegato invece dalla sua ummira, ombra, il termine cuccu ha valenza di persona che porta sfortuna, jettatore o chi esercita un influsso malefico (ecco che ritorna il riferimento al gufo).

Qualunque sia però l’uso che si vuole fare di “Ppi ummira i cuccu”, essa rimane una delle espressioni più evergreen dell’inerzia umana non solo del siracusano, ma anche di altre parti dell’Isola.

Pare che sia in voga o c’è chi sostiene di averla sentita almeno una volta a Castellammare, Niscemi con solo “ppi ummira”, Porto Empedocle con “fari ummira i cuccu”, Ragusa e Adrano.

Quasi tutta Trinacria è paese di questo detto verrebbe da dire, seppur fulcro di piccole varianti. Dunque, ogni qualvolta che sarai in Sicilia e ti verrà chiesta una mano sai già come agire, a meno che tu non voglia essere additata come persona inutile, apatica e brava solo a stare impassibile (con o senza ombra).
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