CRONACA
Se l'arte da Fastidio: cancellato il bambino Balilla dell'itinerario di Street Art in Sicilia
Al posto dell’opera che raffigura il bambino Balilla, accuratamente scollata, é rimasta solo la sagoma di quel bimbo in bianco e nero, quasi fosse il suo fantasma
A destra l'opera di Demetrio Di Grado e a sinistra il vuoto sullo stesso muro
Il papà dell’opera é lo street artist Demetrio Di Grado che aveva realizzato e regalato alla città di Sciacca questo murales in occasione dell’ultima edizione 2019 del festival di arte contemporanea "Ritrovarsi", evento che ha lasciato alla città siciliana un vero itinerario di Street Art.
A organizzarlo è l’associazione omonima che nasce nel 2012 con lo scopo di contribuire alla valorizzazione del territorio di Sciacca attraverso iniziative artistico/culturali e la promozione di progetti di rigenerazione urbana. L’opera raffigura(va) il bambino vestito da balilla con l’hashtag #fastidio a coprirgli gli occhi e faceva parte del percorso culturale promosso dall’associazione nella sua ultima edizione, quella del 2019.
Al posto dell’opera, che è stata accuratamente scollata, é rimasta solo la sagoma di quel bambino in bianco e nero, quasi fosse il suo fantasma.
Il bambino Balilla: dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, il nascente regime mussoliniano si pose il problema di come "fascistizzare" la società, a partire dai più giovani così nel dicembre 1925 Mussolini diede all'ex ardito Renato Ricci il compito di "riorganizzare la gioventù dal punto di vista morale e fisico".
L'Opera nazionale Balilla per l'assistenza e per l'educazione fisica e morale della gioventù fu un'organizzazione giovanile che durante il ventennio fascista era uno strumento di penetrazione nelle istituzioni delle scuole.
«Tutte le opere sono soggette a degrado - continua Accardi - vuoi per il tempo che passa o per le intemperie, vuoi purtroppo per un diffuso vandalismo. Tuttavia, in questo caso, considerato il modo in cui l’opera é stata scollata e asportata, non sembra si sia trattato di un atto vandalico ma di un furto a tutti gli effetti, data l’attenzione prestata nel rimuoverlo».
A dare la notizia del furto sono state le pagine social dell’associazione Ritrovarsi, dove si legge: "L’arte a volte da #FASTIDIO. Quando dicevamo che tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per voi, non intendevamo dire che potevate portarvelo a casa".
E ancora: "Amiamo pensare che le opere di Demetrio Di Grado vi piacciono così tanto da portarvi a questi gesti estremi, perché non possiamo credere all’idea che veramente ci sia questo poco amore verso i luoghi in cui viviamo. State tranquilli, torneremo a darvi fastidio".
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