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Se ci vai te ne innamori: dieci tesori poco conosciuti fra le vie di Palermo (e non solo)

Palermo è una città sempre più spesso sotto i riflettori. Oggi vi vogliamo proporre dieci posti poco turistici, unici nel loro genere ma che non potete perdervi

Balarm
La redazione
  • 24 giugno 2024

Sono infiniti i tesori che si celano lungo le strade del capoluogo siciliano. Ogni edificio, ogni parete, ogni oggetto è testimonianza dell'arte e dell'architettura arabo-normanna, che ha influenzato fortemente l'estetica palermitana.

Milioni sono i turisti che ogni anno giungono per ammirare alcuni dei monumenti più lustri e noti della nostra terra. Basta citare il Teatro Massimo, il Teatro Politeama e le due Cattedrali, quelle di Palermo e Monreale. Oggi vi vogliamo proporre dieci posti lontani dalle rotte più battute, unici nel loro genere, che non potete perdervi.

Il Castello della Zisa, il cui nome deriva dall’arabo “al-Aziz”, ovvero “splendido”, si trova all'interno dell'omonimo giardino, caratterizzato da diverse aree verdi e delle vasche. Il sito, iniziato durante il regno di Guglielmo I ed ultimato da Guglielmo II intorno al 1167, fu la residenza estiva preferita dai re e dalla loro corte.

Durante i secoli ha subito diverse trasformazioni. Nel 1635 furono apportate aggiunzioni in stile barocco. Esternamente l'edificio si presenta come un blocco cristallino suddiviso in tre ordini orizzontali corrispondenti ai tre piani.
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Se ci spostiamo in Corso Calatafimi, possiamo osservare il Palazzo della Cuba, il cui nome proviene dall’arabo “Qubba”, ovvero “cupola". Fu costruita nel 1180 per il Re Guglielmo II. Infatti, qui il re e la sua corte potevano trascorrere ore piacevoli al fresco.

La costruzione venne realizzata all'interno di un ampio parco che si chiamava “Genoardo", dall’arabo “Jannatt al-ard” ovvero “paradiso in terra”. Sono due gli aspetti curiosi di questa struttura. Il corpo più sporgente costituiva l'unico accesso al palazzo dalla terraferma, mentre i muri spessi e le mancanza di finestre erano dovuti ad esigenze climatiche.

A cinque minuti a piedi dal noto mercato delle Pulci, troviamo uno dei siti storici palermitani più suggestivi e spaventosi allo stesso tempo: le Catacombe Paleocristiane di Porta d'Ossuna, scoperte nel 1739 durante i lavori di costruzione del Convento delle Cappuccinelle.

Sono formate da corridoi, gallerie e loculi che si estendono per alcune centinaia di metri verso occidente. Proprio grazie alla loro struttura furono utilizzate come rifugio durante la seconda guerra mondiale.

Diversi monumenti, poco noti all'orecchio dei turisti, possono essere rintracciabili anche fra le piccole vie popolari del centro storico palermitano.

Infatti, di grande presenza e fascino è la chiesa dello Spasimo, all'interno del multietnico quartiere della Kalsa. Il nome fu scelto dai padri Olivetani, in segno di devozione alla Madonna che soffre dinanzi al Cristo in Croce.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1506. Proseguirono per molti anni, ma non vennero mai completati perché nel 1536, sotto la minaccia turca, l'area a ridosso dello Spasimo fu scelta per la realizzazione di un baluardo difensivo.

Negli anni, la chiesa divenne luogo di rappresentazioni teatrali e d'isolamento a causa della peste nel 1624. Successivamente magazzino per i cereali e il grano, vista la vicinanza con l’antico porto, ed infine ospedale civico e geriatrico.


L'oratorio Santa Cita è un piccolo scrigno collocato all'interno delle tipiche stradine di Palermo. Qui ha lasciato il proprio segno la mano magistrale di Giacomo Serpotta, che in particolare, all'interno dell'aula rettangolare, si è occupato della realizzazione degli stucchi presenti.

In Via Maqueda c'è, invece, Palazzo Comitini, costruito tra il 1766 e il 1771. Di grande interesse sono la Sala Martorana e gli interni che comprendono splendidi affreschi a tromp l’oeil, arredi e pitture.

Un luogo di grande interesse, poco conosciuto anche dagli stessi palermitani, è il bellissimo Castello Maredolce, situato all'interno di una vera e propria oasi naturale, il Parco di Maredolce. Da un punto di vista stilistico la struttura è il risultato
della commistione fra il più recente stile normanno e il vecchio stile arabo.

Durante il periodo arabo il palazzo raccoglieva letteralmente la summa della cultura, tra scienziati, filosofi, poeti e matematici, i quali godevano di questa bellezza, ispirandosi ad essa. Oggi si sta lavorando al suo recupero, affinché venga restuituito a residenti e turisti non solo un angolo di paradiso ma uno dei luoghi storici più belli di tutta Italia.

Lungo Corso dei Mille possiamo apprezzare il Ponte dell'Ammiraglio, costruito tra il 1130 e il 1140 da Giorgio d'Antiochia, ammiraglio di re Ruggero. Il ponte, situato dove prima scorreva il fiume Oreto, rappresentava un elemento di grande importanza per la viabilità di quel periodo, quando Palermo era raggiungibile solo dal mare.

A margine del Parco della Favorita c'è l'incantevole Palazzina Cinese, antica dimora reale dei Borbone delle Due Sicilie. La struttura prende questo nome dallo stile orientale che la distingue.

Fu realizzata dall'architetto Venanzio Marvuglia a partire dal 1799 su commissione di Ferdinando III di Sicilia. L'opera fu realizzata in perfetto stile orientale: infatti, rappresenta l'incontro tra il neoclassicismo e il richiamo all'oriente che ha caratterizzato la storia dell’architettura palermitana.

Infine, a 429 metri di altitudine su Monte Pellegrino, si trova uno dei luoghi più suggestivi del capoluogo siciliano, il sacro Santuario Santa Rosalia.

Si accede al sito tramite una scalinata, che porta direttamente di fronte la facciata principale. Però una volta entrati non vi ritroverete dentro una chiesa, come può sembrare, ma dentro la grotta dove furono ritrovate le reliquie della Santa Patrona di Palermo il 15 luglio del 1624.
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