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Santa Rosalia abbraccia la città di Palermo: nel video la statua del 400esimo Festino

Le immagini svelano una Santuzza diversa dal passato. Alta oltre due metri ricorda le antiche dee della Grecia, avvolta da un bianco "sporcato" d'oro. Ecco com'è

Salvo Caruso
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  • 26 maggio 2024

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Era il 26 maggio di 400 anni fa, giorno di Pentecoste, quando Girolama La Gattuta, una ricamatrice di Ciminna, si recò a Monte Pellegrino per adempiere a un voto.

Qualche mese prima, mentre era ricoverata all'ospedale Grande di Palermo per una grave malattia, le apparve una donna misteriosa che le promise la guarigione in cambio del suo pellegrinaggio sull'eremo che sovrasta Palermo. Dopo la miracolosa guarigione, Girolama, tuttavia, non mantenne subito la promessa e si ammalò nuovamente.

Determinata a rispettare il suo voto, Girolama si recò infine a Monte Pellegrino. Arrivata in cima, si dissetò con l'acqua che sgorgava da una roccia, e in quel momento le apparve la Santuzza, indicandole un preciso luogo nella grotta dove trovare le sue ossa.

Gli scavi iniziati il 26 maggio portarono, qualche mese dopo, al ritrovamento delle reliquie, che, portate in processione, fecero miracolosamente scomparire la peste dalla città, dando vita ad una tradizione che dura da 400 anni.
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Quest'anno, per celebrare l'inizio degli scavi, è stata svelata per la prima volta la nuova statua del Festino al Santuario di Santa Rosalia. Una scelta inedita, dato che in passato avveniva solo al suo arrivo in Cattedrale la sera del 14 luglio.

La nuova rappresentazione di Santa Rosalia è pensata per abbracciare simbolicamente Palermo, per lasciare alle spalle la "peste" intesa come ogni forma di male. Un modo per rassicurare i cittadini che la santa è sempre pronta ad accogliere e proteggere la città, come ha fatto dal 1624 fino ad oggi, attraverso innumerevoli difficoltà.

L'opera alta 230 centimetri è stata realizzata nella Sala dello Stemma di Palazzo Villafranca in piazza Bologni da Filippo Sapienza, 33 anni, laureato in storia dell'arte, specializzato in arte sacra e già curatore del 399° Festino (è stato l’ideatore del "Carro Luna"). La statua della Santuzza, modellata in scala minore, è stata poi scansionata e riprodotta in resina dalla ditta Ruilab.

Essenziale, con un viso delicato e dolce, a tratti quasi infantile, la statua è per lo più bianca (simbolo di purezza) con pochi elementi dorati che ne sottolineano la sacralità. Distante dai canoni religiosi tradizionali e con influenze serpottiane, ricorda una divinità greca, riflettendo perfettamente la storia di Palermo, unendo passato e presente.

«Appare di colore bianco – precisa Sapienza - non banalmente simbolo della verginità, ma come di una luce materializzata, conferendole un’immagine purificata dalle vicende umane perché, ormai, è nell’eterna visione beatifica, immersa totalmente in Dio».

E in merito alle movenze della Santa aggiunge. «L’atteggiamento iconologico è totalmente nuovo perché esprime la prossimità, il venire incontro, corre verso il bisogno di qualcuno.

Lo sguardo verso il basso, mani protese come per abbracciare e le maniche raccolte come di chi “si sbraccia” per mettersi al servizio, indicano una visione nuova, non più triuphant, ma come della misericordia.

Le viscere del cuore si muovono a compassione verso chi ha bisogno e se dal basso si eleva una preghiera corale, dall’alto l’accondiscenza non rimane prerogativa teologica, ma diventa concreta: la città è liberata».

Il carro trionfale, ancora top secret, è una combinazione di tradizione e innovazione, come dichiarato dal sindaco Roberto Lagalla e da Marco Balich, direttore della Balich Wonder Studio, la società milanese che organizza il festino (anche se lui è veneto).

Dal 27 maggio, la statua è esposta in Cattedrale, vicino alla Cappella di Santa Rosalia, per volontà del parroco monsignor Filippo Sarullo, permettendo ai fedeli di ammirarla in tutto il suo splendore.
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