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San Giuseppe il falegname: fino agli anni Settanta aveva una sua "festa nazionale"
Curiosità e storia oltre le famose "Vampe": San Giuseppe sia in Sicilia uno dei santi più amati e un tempo il governo italiano gli aveva dedicato pure un giorno di vacanza
"San Giuseppe falegname" di Georges de La Tour (1642)
Questa festività religiosa ha ascendenze pagane, come la celebrazione del pane, quindi della fertilità e dell’abbondanza e con la “vampa” a lui dedicata, apre le porte alla primavera (leggi di più sulle vampe).
Il 19 marzo, infatti, è la vigilia dell'equinozio di primavera, quindi, al risveglio dal torpore invernale. La durata del giorno, in questo periodo, ha raggiunto quello della notte, la luce sta per avere il sopravvento sulle tenebre che tanto terrore incutevano all’uomo.
Perciò l’uomo accende il falò al fine di aiutare il sole, affinchè la sua luce abbia a superare il buio profondo della notte.
La celebrazione del 19 marzo risale alla fine del Quattrocento. Nei primi del Seicento San Giuseppe compare nel calendario romano universale e fino all'anno 1977 la data figurava tra le festività religiose nazionali.
Oggi però il Südtiroler Volkspartei (partito popolare sudtirolese) porta avanti una proposta di legge al Senato per reintrodurre le festività e tra queste c'è pure quella del 19 marzo, festa di San Giuseppe (anche del papà).
Non solo: secondo i deputati sudtirolesi bisognerebbe estendere a tutto il territorio nazionale la festività dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, festività celebrata solo nella Capitale.
Tornando alla tradizione popolare siciliana, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti.
In questo giorno si ricorda la Sacra coppia di sposi quando, trovandosi in un paese straniero, in attesa del loro Bambino, si vide rifiutare la richiesta di un riparo per il parto.
Questo atto violò due sacri Sacramenti: l’ospitalità e l’amore familiare, perciò proprio in questo giorno, si celebrano vari avvenimenti sociali e culturali.
In questo giorno, un tempo, era usanza invitare i poveri in casa o nelle piazze al banchetto intitolato al Santo omonimo.
Un sacerdote benediva la tavola ed i poveri erano serviti dai padroni di casa o dagli organizzatori del banchetto.
Il Santo Patriarca è amato ancora oggi, perché simbolo dell'onestà, dell'umiltà, dell'amore e della famiglia, valori sacri e assolutamente da proteggere.
Nelle case dei nostri nonni, non mancava il quadro, la statua o la stampa di San Giuseppe che tiene in braccio Gesù Bambino.
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