CRONACA
Risale al "terzo periodo d'oro" di una città in Sicilia: così rinasce il Cortile Abela
Le luci sospese lo illuminano in tutto il suo splendore grazie a piccoli e grandi interventi di riqualificazione. Dove si trova questo spazio storico restituito alla città
Il cortile Abela a Siracusa
Uno di essi, però, recentemente è tornato a una nuova vita nella città di Siracusa: il Cortile Abela. Inaugurato il 9 dicembre 2024 a Ortigia, le luci sospese lo illuminano in tutto il suo splendore grazie a piccoli e grandi interventi di riqualificazione resi possibili dall’imprenditrice Lucia Farina e la collaborazione di alcuni condomini.
Piante e fiori, un grande vaso in corten (acciaio ndr) e una panchina sono stati gli interventi per lo storico cortile omaggiato dal sindaco di Siracusa, Francesco Italia, gli assessori comunali, al Centro storico e alla Cultura, Salvatore Consiglio e Fabio Granata e il delegato del sindaco per il quartiere Ortigia, Raffaele Grienti.
Rinascita e decoro, dunque, per un posto che racchiude memorie di vita: «Nel cortile Abela ho vissuto tante esperienze - dice Lucia Farina - conosciuto diverse persone e visto tanti ragazzini giocare a pallone».
Presenti alla cerimonia di inaugurazione anche il vicepresidente dell’associazione Guide turistiche di Siracusa, Carlo Castello, e la guida turistica di Siracusa, Cristina Scimonello, con informazioni storiche sul cortile. Come quella della sua appartenenza al palazzo Abela Danieli, esempio di architettura gotico - catalana.
Stile di un periodo riconosciuto come il terzo d’oro per la città di Siracusa, dopo quello greco e bizantino. Nel XV secolo d.C, infatti, arrivano dalla penisola iberica famiglie nobiliari e commercianti che nel Porto Grande della città aretusea trovano la via ideale per intrattenere contatti e scambi commerciali.
La loro presenza diventa riconoscibile nelle prime costruzioni, palazzi di stile architettonico gotico catalano o internazionale.
Presenti sia negli assi viari più importanti di Ortigia: Via Maestranza, Via Mirabella e sparsi qua e là nell’Isola. E proprio il palazzo Abela Danieli ne è testimonianza: «Il palazzo - dice Cristina Scimonello - e la sua facciata nel tempo vengono rimaneggiati. Quest’ultima, presenta elementi gotici nell’arco d’ingresso detto "arco a ventaglio" con i conci disposti a forma di ventaglio.
Inoltre, una delle finestre rifatte nel XVIII e XIX secolo presenta ancora la struttura delle bifore tipiche del gotico catalano che anticamente era divisa da una piccola colonnina oggi probabilmente al Museo Bellomo».
E poi abbiamo il cortile «a cielo aperto che è sopravvissuto nel tempo insieme alla scala esterna dal catalano "escuberta".
Un passato che si riverbera nel presente, nella stessa atmosfera respirata alla rinascita di Cortile Abela. Letizia di un luogo da continuare a preservare, che può ispirare lo stesso lavoro per altri cortili e la stessa voglia di accoglienza, aprirsi e ricevere gente come si faceva anticamente. Come una piccola piazza all’interno di casa dove giocavano i bambini e parlavano gli adulti».
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