CRONACA
Restrizioni meno rigide in Sicilia, la Regione dà il via libera, ma è corsa contro il tempo
La giunta regionale ha approvato un disegno di legge che mira ad adeguare orari e ripresa delle attività produttive in base all'andamento dell'epidemia nell'isola
Il presidente della regione Siciliana Nello Musumeci (foto facebook Ars)
Si era inizialmente ipotizzato un braccio di ferro con Roma sulla chiusura alle 18. L'intenzione era quella di arrivare almeno fino alle 22 per i ristoranti. Sembra che il ddl non preveda l'estensione della chiusura.
Il testo è diviso in 4 articoli, - spiega un articolo di Repubblica che anticipa anche parte del testo -. «Al fine di contemperare la tutela delle libertà e dei diritti fondamentali delle persone con la necessità di contrastare e contenere il diffondersi del virus – si legge - sul territorio della Regione siciliana l'esercizio e la ripresa graduale delle attività economiche, produttive, culturali, ricreative, sportive e delle relazioni sociali è disciplinata, in ragione dell'andamento epidemiologico e, comunque, entro i limiti dei principi e interessi generali cui si informa la legislazione dello Stato».
L'articolo 2 - anticipa sempre Repubblica - recita così: «Fino a cessazione dello stato d'emergenza – vi si legge - le attività di cui all'articolo uno sono disciplinate con apposita ordinanza del presidente della Regione, sentito il parere del Comitato tecnico scientifico e a condizione che sia possibile garantire il rispetto delle misure igienico-sanitarie».
«Stiamo applicando in Sicilia - spiega il presidente della Regione su Gds.it - lo stesso principio adottato dalla Provincia autonoma di Bolzano nello scorso maggio che assicura il rispetto dei valori costituzionali della sussidiarietà e della leale collaborazione. Quindi, chi parla di scontro con lo Stato è solo in malafede».
Perché entri in vigore, occorre che il disegno di legge vegva votato all'Ars. Il voto potrebbe già essere fissato per la prossima settimana. Nonostante ciò, comunque, il fattore tempo potrebbe giocare a svantaggio della Regione e del lavoro fatto. Fra il voto in aula, la pubblicazione in Gazzetta e i 15 giorni di tempo per l'entrata in vigore, c'è il rischio che si arrivi alla data di scadenza del Dpcm nazionale.
L'azione del governo regionale, comunque, non placa le polemiche. «Nel momento in cui ripetiamo che l’esigenza di anticipare l’orario di chiusura dei locali, per ridurre la mobilità dei cittadini, è stata dettata da stringenti esigenze di emergenza sanitaria nazionale - dichiara il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia su BlogSicilia - ribadiamo che le decisioni di derogare alle misure del dpcm minano i principi di uniformità di norme atti a garantire la sicurezza dei cittadini e la salute pubblica».
Il riferimento, è chiaro, va dritto alle decizioni prese dalla provincia autonoma di Bolzano, e a quello che si vuole fare anche in Sicilia. Il ministro annuncia impugnative contro i provvedimenti in contrasto con quanto deciso a livello nazionale.
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