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Quella grande insegna e il "re" dei cornetti: gli anni (d'oro) del Ciro's a Palermo
L'iconico cornetto rimasto nei ricordi più dolci dei palermitani è solo una delle specialità che quel bar, il bar indimenticato di via Notarbartolo, offriva alla città
L'insegna del Ciro's (Palermo di una volta)
In attesa della consegna chiede dove può prendere un caffè - gli viene risposto che in quella strada non ci sono bar. In effetti, la via Notarbartolo degli anni '60 è una strada quasi deserta con pochi negozi e qualche edificio in costruzione. Da lì a poco sarebbero state abbatute delle ville in stile liberty per dare spazio alla nuova edilizia.
Da qui l'idea di aprire un bar esattamente di fronte l'officina al pianterreno di un palazzo che sta per nascere. Ma per Belli non doveva essere un bar qualunque ma "il bar" di via Notarbartolo: «Io non volevo un bar, volevo il bar».
«Prendo in affitto quel locale con il laboratorio attiguo pagando trecentomilalire al mese», racconta Belli. Ma perchè quel nome? Perchè proprio Ciro's? «Qualche tempo prima, dal barbiere, sfogliando una rivista, leggo della nascita di "Ciro", il figlio maggiore dell'ultimo Scià di Persia. Quel nome mi aveva fatto simpatia, mi piaceva». Quel nome gli resta in testa, tanto che decide di chiamare il bar proprio così, con il genitivo sassone: "Ciro's".
L'arredamento è nuovo e all'avanguardia. «La gente mi diceva: la moquette è così bella che è un peccato calpestarla», ricorda Belli. Moquette per terra, locale interamente rivestito in legno e un immancabile mazzo di fiori sempre fresco. E un lampadario a 14 abbracci che illumina l'intero interno del Ciro's.
«Il locale viene montato a Lucca, trasportato a Palermo e rimontato definitivamente». A tagliare il nastro il giorno dell'inaugurazione del Ciro's è il Presidente della Regione Siciliana, Francesco Coniglio.
Il successo è immediato. «L'incasso di quella sera è di ottocentocinquantamilalire» racconta Franco Belli. «Il pezzo forte del Ciro's è stato il "cornetto", famoso in tutta Palermo».
Il cliente tipo è l'impiegato che a pranzo viene a mangiare un'arancina; quella zona si va popolando sempre più di uffici. In questi anni Franco Belli e il "Ciro's" hanno assistito ad un cambiamento radicale di una delle strade che diventerà tra le più belle strade di Palermo.
Sui social si leggono commenti così: Loredana Scarnò scrive: «Era fantastico vedere tutte le mattine Giovanni Falcone e la sua scorta prendere il caffè al banco...Aveva sempre un sorriso e un saluto per chiunque».
Gabriella Scaduto ricorda i cornetti di Ciro's: «I cornetti più buoni in assoluto che io abbia mai mangiato. Quel profumo e quel sapore non li ho più rincontrati». Mario Castagnetta apostrofa: «Il cornetto fatto con il croccantino e la panna? Mai più mangiato».
Annamaria Cinquemani invece: «I "prussiani" di pasta sfoglia" del Ciro's erano favolosi!» E anche Franco Belli ricorda: «Le sere d'estate, quando veniva Franco Franchi c'era una rivoluzione, traffico, ingorgo, la gente scendeva giù dagli autobus in transito. Franco mi obbligava il più delle volte a restare aperto fino alle 6 di mattina».
L'attività resta aperta normalmente dall'alba fino all'1.30 di notte.
Ma com'era quella gente degli anni '60 a Palermo? Che effetto fece quel primo bar in via Notarbartolo? «La gente veniva da ogni dove. È stato punto di ritrovo per gli studenti del "Gonzaga" e dell' "Alberigo Gentili".
L'appuntamento da Ciro's per la colazione è stato senza dubbio un cult. «Non si diceva più ci vediamo in via Notarbartolo ma ci vediamo al Ciro's».
«Vendevamo circa trecento-quattrocento cornetti al giorno, la domenica quasi mille», così ricorda Franco Belli il suo bar di via Notarbartolo. Belli, si diceva, è alla sua prima attività e nonostante questo durante la gestione Ciro's viene nominato Presidente dei Pubblici Esercizi (FIPE) e Consigliere della Confcommercio.
Nel '73 apre Roney in via Libertà insieme ad altri tre soci Cos'è cambiato, secondo lei, nella ristorazione di oggi? «Oggi non c'è più il lavoro manuale. I cornetti, per es. vengono acquistati, surgelati, e quindi scongelati e riscaldati prima della vendita.
La margarina dei nostri cornetti veniva dalla Francia. Il lavoro si svolgeva all'interno del Ciro's; la pasta veniva buttata sul banco e spianata con il mattarello per preparare cornetti espressi sul momento», commenta Franco Belli, proprietario del Ciro's.
Un modo di fare ristorazione che la città difficilmente potrà dimenticare. «Gran bel bar, pasticceria e rosticceria da numeri uno - scrive Giovanni D'Angelo -. Credo sia stato uno dei primi bar a fare rosticceria mignon, ricordo benissimo le arancinette. Era un appuntamento fisso per me che andavo a scuola al XXVII Maggio in quel meraviglioso plesso in stile liberty che ormai esiste più».
E Luigi Trovato ricorda: «Quando si andava in ufficio comunale di edilizia scolastica era d'obbligo approfittare di quei buonissimi cornetti». E si ricordano pure e soprattutto i dipendenti del Ciro's grazie a Rosario Agugliaro che scrive così: «Pietro il banconista e Giovani il secondino. Il direttore Gaetano».
«Ho avuto dei momenti di gloria, dovuti senz'altro alla dedizione e professionalità di Belli - commenta Roberto Mancuso-. Andare al Ciro's" per colazione ed aperitivo era considerata una botta di vita palermitana».
«Nel '69 abitavo in via Francesco Lo Iacono - ricorda ancora Liliana Colli - e la sera la passeggiata si concludeva sempre con il gelato al cioccolato da Ciro's».
«Il gelato, il gusto del bar, il Ciro's era una sorta di Malaga rivisitato - scrive Mariella Gariffo - e porto a cui era impossibile rinunciare negli anni '70» Franco Belli nel 2006 chiude l'attività vendendo la licenza alla ditta Massaro dopo ben quarant'anni di Ciro's in una splendida via Notarbartolo.
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