AMARCORD
Quei film proibiti che a Palermo ti facevano "diventare cieco": chi si ricorda Tele Sakura
Protagonista anche delle serate a luci rosse di tanti palermitani, nel 1976 nasce una delle reti televisive più iconiche e amate nella centralissima via Mariano Stabile
Laura Antonelli in una scena del film "Malizia"
A conferma che i detti magistrati fumavano roba andata a male, ne viene vietata la proiezione e le pellicole bruciate, manco se i protagonisti del film fossero Giovanna D’Arco e Giordano Bruno.
Intanto Silvione rileva da un certo Giacomo Properzj Telemilano, che solamente due anni dopo rinominerà "Canale 5", e Andreotti viene eletto per la terza volta Presidente del Consiglio.
Sarà quella sua aria mite e affidabile, o per dirla alla Dante Alighieri: “tanto gentile e tanto onesta (pare…)”, ma Giulio piace a tutti. Piace così tanto che Vito Ciancimino decide abbandonare la corrente fanfaniana per abbracciare quella andreottiana. E che abbracci!
È all’interno di questa cornice che a Palermo, proprio nel novembre di quel 1976, nasce una delle reti televisive più iconiche e amate dai palermitani: Tele Sakura.
Il fondatore è Settimo Cacicia, la sede è nella centralissima via Mariano Stabile 216 e l’emittente trasmette sui canali uhf 21,28,48 e uhf 34. Tele Sakura è fornita di un telegiornale, manda in onda telefilm e film, e perfino un seguitissimo quiz intitolato: Publishow.
Fin qui tutto normale, direte… E invece no, perché se il giorno Tele Sakura sta rinchiusa nel suo laboratorio come il distinto e pacato Dr.Jekyll, la notte, quando i più si trovano già tra le braccia di Morfeo, lascia cadere la maschera, scioglie il nodo dei suoi fianchi e si trasforma in Mr.Hyde.
Ogni venerdì sera, infatti, all’avvicinarsi dell’ora delle streghe, a termine di "Videotabù" (un appuntamento con discussione a tema), vengono trasmessi i film per adulti (i film ponni!).
I maschietti di ogni età, come sotto l’effetto di un sortilegio, rincoglioniscono bramosi di fronte allo schermo nell’attesa che cada un reggicalze o un reggiseno nella speranza di raggiungere il Nirvana.
Sono questi gli anni in cui prende piede la curiosa leggenda secondo cui "a furia di amarsi da soli si diventava ciechi", gli anni delle occhiaie a profusione, ma soprattutto dell’epidemia di gomito del tennista che stranamente colpisce solo i soggetti maschili e che non hanno mai giocato a tennis.
Tranquilli, niente di anomalo, tutto previsto. È così il suo dr. Frankenstein, alias Settimo Cacicia, ha concepito sua creatura, la sua Tele Sakura.
E a riportarci le sue parole dirette è lo scrittore Lucio Luca nel suo libro: Prove tecniche di trasmissione, Pietro Vittorietti Edizioni. «Il film di mezzanotte era annunciato da una scritta lampeggiante - dice Cacicia -. Alla fine sono diventato famoso perché ho sfidato i puritani di questa città».
Purtroppo, però, come decretato dal terzo principio della dinamica, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. E se il messaggio di Settimo è provocatorio e forte, altrettanto forte è la risposta, poiché proprio a causa di questi film "allegri" si becca una denuncia.
D’altronde è così che funziona: per un amor - specie nel caso di Tele Sakura- mille pene…. Nonostante il trantran giudiziario, e l’iniziale condanna con la condizionale, alla fine, Settimo viene assolto in appello. Con tutte le rogne che giravano nei tribunali a quei tempi, il giudice giustamente avrà pensato: «Ma sì, quante storie per quattro pugnette!».
Inoltre, molte testimonianze riportano che prima dell’inizio dei film veniva improvvisata una sigla con la canzone The devil is loose di Asha Puthli messa di sottofondo, che fra l’altro sto ascoltando in loop in questo momento e vi consiglio.
Tele Sakura metterà fine alla sua esistenza poco prima della legge Mammì del 1990. Per comprendere meglio l’intraprendente e audace fenomeno Cacicia, tuttavia, provate a ritornare qualche rigo più su e confrontarlo con la questione Ultimo tanto a "Parigi".
Siamo arrivati a capolinea. Questa, su per giù, è la storia di Tele Sakura, di notti di passione, e, per la serie “c’eravamo tanto amati”, di un periodo che molti uomini potranno ricordare ancora come il più romantico della loro vita.
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