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Quando la tv era per pochi animava le serate di Palermo: l'epoca del cinema Apollo

Due elevazioni e tanti posti a sedere accoglievano i tanti commercianti della zona alla fine del lavoro e parecchi abitanti delle case, popolari e non, dei palazzi vicini

Michele Sardo
Giornalista
  • 25 febbraio 2025

L'ex cinema Apollo in via La Marmora

C'era una volta, a Palermo, il cinema Apollo. Le generazioni 2000 di certo non lo ricordano e forse nemmeno quelle degli anni '90, se non da racconti e aneddoti raccontati dai più anziani.

Non c'è più da diversi decenni, ma qualche traccia del cinema Apollo, in via Marchese di Roccaforte, si vede ancora. Basta piazzarsi davanti al civico 50 per percepire che il pianterreno di quel palazzo, all'angolo con via Alessandro La Marmora, non è sempre stato un supermercato.

Adesso c'è il Sisa. Lì dove ora ci sono gli scaffali di pasta, bibite, biscotti, detersivi e generi alimentari di ogni tipo, tra i banconi dei salumi, della frutta e della carne, c'era una grande sala con le poltrone rosso porpora e un luminoso grande schermo.

Entrando adesso si sente in filodiffusione la radio del supermercato. Fino a qualche decennio fa, riecheggiavano le voci di vecchi attori, come Stanlio e Ollio, Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Al Pacino, Robert Redford, Jack Nicholson, Dustin Hoffman, ma anche Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, accompagnati da antiche pellicole oggi ingiallite o perse.
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E alla fine degli anni '60, quando in pochi potevano permettersi la tv in casa, il sabato sera l'Apollo trasmetteva Lascia o Raddoppia.

«Ero giovane - racconta Franco il barbiere, il commerciante più antico della via La Marmora -. Io e i miei amici riuscivamo ad entrare gratis. Proiettavano bei film, mai genere erotico come altri cinema della periferia. Principalmente western e film d'amore».

Il salone di Franco è proprio accanto a quello che negli anni '60 e '70 era l'ingresso della biglietteria del cinema Apollo. «Si entrava dove adesso c'è l'ottica - spiega il barbiere -. In fondo c'era una scala che portava al primo piano dove c'era la sala proiezione».

Il quartiere non era quello di adesso. Via La Marmora, via Marchese di Roccaforte, e le strade limitrofe, fin quasi alla Fiera del Mediterraneo, ospitavano un mercato vivace, fatto di bancarelle colorate da frutta, pesce, carne, olive...

Nell'aria c'era profumo di agrumi, di sfincione e di pane appena sfornato, ma anche di fritto di arancine, di panelle e crocché di due rinomate friggitorie della zona.

A gestire il cinema, che proiettava film in seconda e terza visione, non quelli usciti da poco nelle sale ma ugualmente ambiti, c'era la famiglia D'Ippolito che aveva anche il Lux e l'Orfeo.

Alla cassa, lì dove adesso c'è il tavolo dell'ottico, tra occhiali e lenti, c'era il bancone della biglietteria del signor Sciutto, un simpatico signore attempato appassionato di pesca.

E fu proprio lui che un giorno rovinò la festa a Franco e ai suoi amici: «Eravamo entrati ancora una volta gratis e il film stava per iniziare, quando ad un certo punto venne l'addetto alla biglietteria.

Aveva fatto i conti in cassa: il cinema era pieno, ma i paganti erano meno della metà. Naturalmente - racconta rammaricato - non avevamo il biglietto e fummo cacciati dalla sala, insieme a tutti quelli che erano entrati senza pagare».

Il cinema Apollo non era tra i più eleganti della città. Era una sala nata per la borgata, spartana ed economica. Ma era anche una delle più grandi a Palermo.

Sopra il supermercato si scorgono ancora le doppie finestre poste in verticale che lasciano immaginare l'altezza di quello spazio. E proprio lì, dove oggi si allenano i tangheri di una scuola di danza argentina, c'era la balconata dell'Apollo.

Due elevazioni e tanti posti a sedere, dunque, che accoglievano i tanti commercianti della zona alla fine del lavoro e parecchi abitanti delle case, popolari e non, dei palazzi vicini.

Negli anni '80 la crisi dei cinema e il tramonto. L'Apollo non superò il momento difficile e venne chiuso. Gli spazi divisi.

A pian terreno fu aperta una sala biliardo a cui venne lasciato il nome di Apollo. Poi trasformazioni e avvicendamenti: tre bar, una sala trattenimento, un negozio di casalinghi, un supermercato e un'ottica. Al piano di sopra una sala da ballo. Dell'antico cinema rimane ora poco o nulla.

Oltre alle altissime persiane, sono rimaste intatte due bacheche rettangolari in marmo all'angolo tra via La Marmora e via Marchese di Roccaforte sulle quali venivano appese le locandine dei film.

«Alcuni storici residenti mi hanno raccontato del cinema - spiega Antonio Davì, della Civitas Tango Argentino che oggi occupa il primo piano del fabbricato -. È una bella storia. Ho cercato di trovare disperatamente una foto per poterla appendere nella sala da ballo, purtroppo non ci sono riuscito».

L’antico cinema Apollo, che per decenni ha animato i pomeriggi e le serate palermitane, vive ormai solo nei ricordi di chi lo ha frequentato, di chi ha assistito ai suoi film e ne ha respirato l’atmosfera.

Oggi il suo schermo è spento ma la sua memoria è ancora viva nei racconti nostalgici di vecchi abitanti della zona, come Franco il barbiere e di tanti altri che da quelle parti sono cresciuti.

Un luogo comunque storico, che ha contribuito, sin dal dopoguerra, insieme alla tv, ad accrescere l'istruzione e la cultura di diverse generazioni e, c'è da scommetterci, a far nascere, nel buio della sala, illuminata soltanto dal cono di luce delle pellicole e dai riflessi delle immagini del grande schermo, tantissime storie d'amore.
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