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Quali sono i mari più inquinati in Sicilia: di alcuni lo sai, di altri proprio non te l'aspetti

Il report di Goletta Verde ci rivela lo stato di salute dei mari siciliani. La mappa delle aree più inquinate: 4 sono nel Palermitano. Fanno ben sperare i dati di Romagnolo

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 19 luglio 2024

La spiaggia della Praiola a Terrasini

Le condizioni di salute dei mari siciliani sembrano destare sempre più preoccupazione, dopo che i volontari dell’associazione Legambiente hanno pubblicato i risultati di quest’anno relativi alla campagna “Goletta Verde”, che tratta della qualità dei mari della nostra isola.

Goletta verde è una delle campagne ambientaliste più longeve della storia del nostro paese e ha lo scopo di fotografare lo stato delle principali spiagge italiane nei confronti dell’inquinamento, anno dopo anno. Da tempo la storica imbarcazione fa tappa in Sicilia, che fra tutte le regioni italiane è anche quella che presenta più chilometri di costa degradata per via dell’abusivismo edilizio e dell’erosione costiera.

Lo scenario descritto dagli specialisti che hanno lavorato alla campagna non è delle migliori. Legambiente quest’anno ha campionato 25 tratti di costa, di cui 20 erano spiagge e 5 erano nei pressi delle foci di alcuni importanti fiumi della regione.
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Secondo i risultati, dieci tratti di costa presentano livelli d’inquinamento superiori ai parametri di legge e ben 5 risultano molto inquinati. Tra queste abbiamo la foce del torrente Nocella in provincia di Palermo, le foci del Fiume Naro e del Fiume Palma in provincia di Agrigento, la spiaggia di Praiola e il lungomare Galatea di Aci Castello, che viene considerato dall’associazione una spiaggia speciale.

Gli “osservati speciali” sono infatti quei luoghi storicamente segnalati da Legambiente, che presentano elevati livelli d’inquinamento e un grande interesse turistico. Per questa ragione, in tali siti, l’associazione ha così deciso di effettuare i prelievi anche nei mesi che precedono l’estate, in modo tale da avere un quadro più completo del loro stato di salute.

Significativi sono stati anche i campionamenti effettuati a largo, con diversi punti che presentano criticità urgenti, dove la concentrazione di sostanze tossiche o di batteri fecali sono superiori a volte più del doppio rispetto alla quantità limite stabilita dalle norme nazionali.

Nella provincia di Palermo sono 4 i punti che presentano i livelli d’inquinamento peggiori: il porto di Cefalù, la foce del torrente Nocella nella contrada di S.Cataldo a Trappeto, il mare che si trova poco distante dalla foce del torrente Ciachea a Carini e la spiaggia della Praiola a Terrasini.

A Palermo risultano, invece, in via di miglioramento le condizioni delle acque del mare di Romagnolo. Il dato, rilevato nello specchio d'acqua di fronte a via Armando Diaz, rientra nei limiti di legge consentiti. Un segnale senza dubbio positivo, legato con molta probabilità anche ai lavori in corso per la realizzazione della nuova rete fognaria, ma per la balneabilità la strada è ancora lunga. D'altronde su questo tratto vige ancora il divieto di balneazione (In un nostro articolo il punto sui lavori in corso per la balneabilità del mare di Romagnolo).

Situazione abbastanza grave anche a Palma di Montechiaro, presso la foce del torrente Macchia a Mascali e alla spiaggia di Marinella a Selinunte, dove sono presenti gli scarichi del depuratore di Castelvetrano.

Proprio il tema dei depuratori sembra affliggere la maggioranza delle spiagge siciliane. Dove sono presenti, come a Castelvetrano, non funzionano come dovrebbero, rilasciando quantità elevate d’inquinanti a mare, mentre nella maggioranza delle comunità costiere sono assenti, con le acque reflue di alcuni paesi che arrivano direttamente a fondersi con le onde senza alcun trattamento.

«L’efficientamento del sistema di depurazione deve essere una priorità per le nostre istituzioni – ha dichiarato Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia, durante l’ultima conferenza stampa - Non possiamo più accettare situazioni diventate croniche come il lungomare di Galatea ad Aci Trezza, che da anni continua a risultare fortemente inquinato. Legambiente Sicilia farà un esposto alla procura sperando che questa situazione cronica possa essere finalmente affrontata e risolta. Non possiamo più aspettare, dobbiamo iniziare subito a porre rimedio, soprattutto in quei punti che risultano critici da anni».

Legambiente segnala anche il problema dei cartelli che presentano il divieto di balneazione. Non tutte le spiagge inquinate dispongono infatti di segnaletica in grado di far capire ai bagnanti il pericolo rappresentato dal buttarsi in acqua. Nelle acque inquinate o eccessivamente eutrofizzate possono infatti crescere molteplici specie di alghe e di batteri, in grado di provocare gravi disturbi sanitari.

«I punti campionati a mare che sono risultati fuori dai limiti di legge sono un campanello d’allarme di una situazione critica - ha chiarito Alice De Marco, portavoce di Goletta Verde. - Ci auguriamo che le istituzioni sentano l’urgenza di intervenire e investigare sulle cause di questi problemi per non incorrere in nuove sanzioni dalla Comunità Europea».

Per colpa di queste inadempienze, infatti, l’Italia è stata già condannata a 4 procedure di infrazione, previste per via della mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue.

Alla conferenza stampa avvenuta nella mattina dello scorso 18 luglio a Messina erano presenti Tommaso Castronovo, Alice De Marco, Liana Cannata, assessore Comune di Messina, Daniele Tumminello, sindaco di Cefalù e Francesco Terranova, Comandante Capitaneria di Porto di Messina.

I prossimi appuntamenti di Goletta Verde in Sicilia prevederanno alcuni laboratori didattici e una conferenza stampa per giorno 20 luglio, presso la sede dell’associazione Horcynus Orca, a Torre Faro, vicino Messina. Essa avrà come tema la realizzazione del Ponte di Messina e ha come titolo “Salviamo la bellezza dello Stretto – Patrimonio dell’umanità”.
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