CRONACA
Pio La Torre "torna" nella sua scuola di Palermo: un murales a 42 anni dall'omicidio
Il dipinto dedicato al segretario del Pci siciliano, ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982, è stato realizzato da Palminteri in una parete dell'istituto Vittorio Emanuele III
Il murale "Pace" dedicato a Pio La Torre nell'istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III
Uno slogan che ritorna come un mantra ogni 23 maggio nella marcia rumorosa degli studenti nel ricordo della strage di Capaci.
Ed è una grande emozione vedere proprio la scuola Vittorio Emanuele III che ha frequentato La Torre da alunno "vestirsi" del suo magnifico ritratto.
Il murale dedicato al segretario del Pci siciliano, ucciso dalla mafia il 30 aprile del 1982, è stato realizzato da Igor Scalisi Palminteri in una parete esterna dell'istituto tecnico industriale di via Duca della Verdura a Palermo.
A scegliere il bozzetto proprio i 1.600 studenti della scuola, frequentata dal politico e sindacalista.
Tra le diverse foto, gli alunni hanno optato per l'immagine che raffigura il sindacalista davanti a un microfono con dei fogli in mano. In alto la scritta "pace".
«Ho ritratto Pio La Torre - dice Palminteri - come un cantore della libertà e dei diritti civili di tutti e di tutte.
Il progetto nasce da un percorso di condivisione che il comitato "A Pio La Torre dell'Iti Vittorio Emanuele III", costituito per la realizzazione del murale, e presieduto da Franco La Torre, portato avanti con i docenti e gli studenti dell'istituto tecnico industriale.
L'opera è stata scoperta a conclusione dell'assemblea nazionale contro mafia e corruzione della Cgil nazionale.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato il segretario della Cgil Maurizio Landini, Franco La Torre (figlio di Pio La Torre), Vito Lo Monaco, presidente emerito del centro Pio La Torre.
«Adesso tocca a voi». Dal palco montato all'esterno dell’istituto, Vito Lo Monaco, presidente del Centro studi Pio La Torre, lancia nelle mani delle nuove generazioni la lotta alla «nuova mafia, che spara meno ma riesce ad infiltrarsi meglio nella società civile».
Per Vito Lo Monaco il fatto che questa giornata si sia celebrata all'interno di una scuola assume un significato particolare.
«Abbiamo sempre spiegato ai ragazzi ai quali ci siamo rivolti che la repressione spetta allo Sato, la prevenzione a noi. Parliamo di prevenzione non soltanto come giorno della memoria, ma come momento quotidiano di formazione e democrazia».
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