CRONACA
Palermo ci prova in sicurezza: un cartellone di eventi culturali, teatrali e musicali in città
La proposta porta la firma del presidente del consiglio comunale Totò Orlando che, in una lettera indirizzata al sindaco, propone le idee per il rilancio della cultura
Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo (foto Balarm)
«Bisogna mettere in campo un intervento straordinario rivolto agli artisti ed agli operatori culturali di Palermo che consenta loro di tornare a suonare, recitare ed esprimersi il prima possibile, in maniera sicura e con cautela, già a partire dal Festino.
L’emergenza Coronavirus – si legge nella lettera - ha colpito drasticamente l’attività di operatori culturali, siano essi artisti o tecnici dello spettacolo, che hanno visto venir meno le già scarse garanzie di un lavoro precario, saltuario e poco garantito. Lo spettacolo dal vivo è stata infatti una fra le prime categorie produttive a subire lo stop all’inizio di marzo, e sarà fra le ultime a riprendere le attività con notevoli restrizioni.
“Anche i teatri, le fondazioni e le istituzioni culturali più importanti della città – sottolinea Totò Orlando - hanno visto fermare la loro attività: questi hanno potuto garantire i propri dipendenti attraverso misure come la cassa integrazione, ed al tempo stesso hanno disdetto gli impegni con compagnie ed artisti già contrattualizzati, con un notevole risparmio a fronte di una riconferma ed a volte di un incremento dei contributi pubblici.
Palermo nel 2018 è stata Capitale italiana della Cultura, ciò è stato possibile grazie alla lungimiranza del Sindaco e dell’amministrazione comunale, nelle varie articolazioni, ma soprattutto grazie ad una rete di operatori culturali locali che nel tempo ha consolidato esperienza, innovazione ed attrattività.
Un piano straordinario a sostegno di queste attività – conclude Totò Orlando – servirebbe anche a dare un’occasione ai moltissimi artisti, musicisti ed operatori che non hanno un contratto stabile ma lavorano in maniera autonoma a progetti ed eventi, e che sono rimasti esclusi da qualunque forma di sostengo diretto».
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