STORIE
Otto contrade per 8.500 abitanti e un'unica idea: la bella storia del nuovo borgo in Sicilia
Ritrovare il senso di comunità. Questo principio ha ispirato un gruppo di siciliani che sono riusciti a costruire una realtà nuova per migliorare la qualità della vita
Misiliscemi (foto di Lorenzo Tallarita)
È così che è nato il Comune di Misiliscemi, inizialmente come progetto di unità pastorale della Chiesa trapanese sulle contrade a sud della città di Trapani, agli inizi degli anni '90, e poi maturato in un gruppo di giovani come esigenza di un percorso laico e civico che acquisisce questo nome (per evitare ostacoli di natura campanilistica) ispirandosi all’omonimo fiume che tocca le otto contrade della zona, e che deriva dall’arabo "Acqua che scorre dall’alto".
«Abbiamo voluto adottare questo termine, perché l’acqua genera vita – dice il sindaco, Salvatore Tallarita – . Il nostro obiettivo oggi è quello di aggregare i cittadini al di là dei partiti attorno a un progetto e fare in modo che la proposta politica diventi laboratorio di uomini e donne con una visione strutturata su un territorio. Un’esperienza che potrebbe diventare anche nazionale.
A tal riguardo è, infatti, ben presto stata istituita una Consulta dei Giovani, che ha scritto un’altra pagina di storia del Comune di Misiliscemi, con quarantadue giovani del territorio che hanno manifestato la volontà di far parte di un organismo autonomo che procederà in sinergia con l’Amministrazione comunale ponendosi obiettivi concreti, dando l’avvio a un lavoro condiviso che possa diffondere l’idea di una partecipazione democratica effettiva.
Come vede la luce, così, il Comune di Misiliscemi, oggi composto dalle otto contrade di Fontanalsansa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Pietretagliate e Salina, e una popolazione complessiva di circa 8500 abitanti?
«Prima di dare il via alla nostra idea – aggiunge il sindaco Tallarita - abbiamo voluto ascoltare tutti i cittadini per fare una proposta alla politica locale: avevamo un’opinione radicata di territorio e volevamo che acquisisse un’altra prospettiva.
Lo abbiamo illustrato a tutte le espressioni politiche, sia comunali, che regionali e nazionali, e tutti, fino a un certo punto, non ci hanno preso sul serio né ascoltato. Ci suggerivano di candidarci. Subito dopo abbiamo cercato di capire se c’era una strada per dare una prospettiva seria al progetto.
Abbiamo studiato le leggi e individuato il percorso da seguire, tutelati da quanto dice l’articolo 5 della Costituzione che recita che vanno favorite e promosse le autonome locali.
Eravamo confortati anche dalla legge 30 in ambito regionale che consentiva un tale percorso ai territori con una popolazione di cinquemila abitanti, e che non togliessero comunque al Comune "madre" un numero di abitanti tale da farlo scendere a sua volta sotto i cinquemila.
Potevamo, quindi, avviare il nostro cammino, e abbiamo coinvolto i cittadini per vedere se c’era il loro sostegno, dopo aver fatto una verifica finanziaria. Poi abbiamo presentato la documentazione alla Regione Siciliana, prima tramite il Comune, raccogliendo tre mila firme.
Ne servivano 2400 per il quesito referendario che si è tenuto del 27 maggio 2018. Siamo stati autorizzati al referendum e abbiamo vinto con il 52 per cento – continua Tallarita, superando il quorum che, tecnicamente, si fondava su due parti: una riguardava solo il territorio che si voleva staccare, l’altra metteva insieme sia il Comune originario, che era Trapani, sia chi si voleva staccare, rendendosi autonomo. Se si raggiungeva il quorum in uno dei due il referendum era valido. E a Misiliscemi è stato raggiunto il quorum».
Il tutto ha preso il via da un input del direttivo dell’associazione "Misiliscemi", nata nel 2015 e formata da undici persone.
Nel tempo sono stati organizzati convegni, spettacoli culturali di qualità, il teatro in mezzo ai vigneti al tramonto e anche il palio di Misilscemi: tutte iniziative volute per coinvolgere gli artisti locali e far comprendere che la proposta civica era valida e di spessore. Il presidente della stessa associazione era Salvatore Tallarita, che nel mese di luglio di quest’anno si è dimesso, dopo essere diventato sindaco del Comune alle elezioni amministrative del 13 novembre 2022.
Assieme al sindaco si sono dimessi altri cinque componenti del direttivo, che hanno costituito il movimento politico ‘Progetto comune’ che è un’evoluzione dell’associazione.
«Uno dei primi progetti portati avanti con la scuola media – continua Salvatore Tallarita - si chiamava ‘Testimoni dei luoghi’ e voleva portare ai ragazzi la testimonianza che emergeva dal contesto grazie ad artisti realizzatisi con il loro talento e, quindi, il messaggio che essere nati qui non è una penalizzazione ma che, se si riescono a coltivare le proprie passioni, si può fare tanto e dare un contributo al territorio.
Dal referendum in poi noi ideatori siamo stati contattati da tutta la Sicilia e dall’Italia, perché c’era la curiosità di comprendere quello che si voleva fare come spinta autonomista.
Ecco: noi sappiamo che in Italia ci sono realtà emarginate, e volevamo dare un senso del vivere nei propri territori. Non stereotipi di ideologie vecchie che non rappresentano più la società. Con la nostra idea del mondo che è aperta, senza recinti».
Il Comune è stato istituito nel 2021, poi è arrivato un Commissario straordinario, e a novembre si sono svolte le elezioni amministrative che hanno portato Tallarita ad amministrare assieme alla propria Giunta Misiliscemi.
Un territorio finalmente nato come comprensorio delle contrade a sud della città di Trapani attraversate in direzione est ovest dall’omonimo fiume che si trova in posizione strategica rispetto ai principali siti economico-culturali e alle infrastrutture che possono mettere in rete la provincia con la Regione: ferrovia, autostrada, porto e l’aeroporto ‘Vincenzo Florio’.
Il principio cardine di tutto il percorso è stato sempre lo stesso: i veri cittadini lottano per migliorare il proprio mondo mettendolo a confronto con altre esperienze, cercando di cogliere quello che c’è di positivo per trasmetterlo alle generazioni future. Misiliscemi è, in questo senso, un processo d’identità culturale che vuole capitalizzare le proprie risorse con il solo fine di migliorare la qualità della vita.
Un processo scaturito da quelle tre fasi precise: analisi, progetto e sostenibilità del progetto. Oggi il territorio comunale è più vitale che mai, con la presenza di numerosi Bagli, e l’idea di considerare le contrade come un unico spazio organizzato da un punto di vista amministrativo ed economico, affinché diventi concretamente motore di sviluppo, per esaltarne le peculiarità.
Un Comune nuovo, che ha puntato sulla cultura come elemento di coesione e di crescita, con appuntamenti e incontri itineranti per quei bagli che caratterizzano il paese, che sono diventati ‘Narranti’ ospitando libri e autori, «per ritrovare il senso di comunità», come dice sempre il sindaco Tallarita.
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