CRONACA
Nuovo tram e un piano per via Roma: Carta e la sua "rivoluzione" a Palermo
Con Maurizio Carta, Balarm inaugura un ciclo di interviste agli assessori del Comune di Palermo, sui risultati raggiunti nel 2024 e i progetti per il nuovo anno
Maurizio Carta, assessore all'Urbanistica e al Centro storico del Comune di Palermo
Maurizio Carta, professore ordinario di Urbanistica del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo, autore di numerose pubblicazioni, è alla sua seconda esperienza in qualità di assessore comunale del capoluogo siciliano. La prima, dal 2009 al 2011, nella Giunta guidata dall’allora sindaco Diego Cammarata.
«La mia prima volta da assessore – spiega a Balarm nel corso di un’intervista tenutasi negli uffici municipali del Polo tecnico – ha cambiato il modo in cui faccio l’urbanista: ho compreso che occorre mettersi nei panni di chi amministra e far procedere insieme progettualità e attuazione».
Oggi, da assessore all’Urbanistica e al Centro storico – con deleghe capitali quali Edilizia privata, Ufficio sportello unico edilizia, Sostenibilità, Rapporti con l’Università e Attuazione del programma – la consapevolezza è diversa e, come spiega lo stesso titolare, maggiormente fondata sul senso del servizio reso alla città e ai palermitani.
«Tutti noi assessori – racconta – insieme al primo cittadino Roberto Lagalla, abbiamo compiuto uno sforzo imponente per rimettere in moto una macchina amministrativa che languiva».
Un impegno che, ironicamente, Maurizio Carta definisce “eroico” e che ha visto anche il contributo costruttivo del Consiglio comunale.
«È accaduto semplicemente che, dinanzi alle macerie – afferma – la voglia di ricostruire è prevalsa sulle logiche divisorie: la priorità individuata da tutti è stata la messa in sicurezza della città».
Spazio aperto al confronto nel merito delle singole scelte in futuro, dunque, ma ciò che conta sono i numeri e, in tal senso, i dodici strumenti finanziari già approvati dal Consiglio comunale raccontano una concretezza che, seppur nel rispetto della dialettica e delle divergenze, a oggi sembra avere avuto la meglio.
«Perché ci sono istanze cruciali per la città – precisa l’assessore – quali il waterfront, le periferie e il tram, su cui non ci si può dividere: al contrario, occorre trovare responsabilmente una sintesi».
È proprio attorno al tram e alla mobilità urbana che si concentrano i risultati più importanti registrati dall’assessorato nel 2024 e le aspettative più consistenti per il 2025: in ballo, non c’è soltanto il trasporto pubblico ma anche una consistente fetta di economia locale tra commercio, turismo e attività produttive.
«Dissi ai colleghi nel corso della prima riunione di Giunta, due anni fa – ricorda –che l’urbanistica è il grande integratore di funzioni comunali e che il mio ruolo, pertanto, non è solo progettuale ma anche servente».
Nell’arco dei prossimi mesi, la copertura tranviaria a Palermo sarà totale e servirà le periferie Nord e Sud, oltre al centro cittadino: è già stata mandata in operatività la realizzazione della linea C del Tram, che assicurerà i collegamenti da via Ernesto Basile fino alla Stazione Centrale, includendo nel percorso il Campus Universitario e il Policlinico.
Inoltre, l’approvazione in Consiglio comunale della variante che manda in gara le altre linee del tram – E, D, F e G – consentirà spostamenti agevoli verso le borgate marinare di Mondello e Sferracavallo, senza dimenticare lo Zen, il Foro Italico e Bonagia.
Una città dalle anime più “connesse” tra loro è, assicura l’assessore, anche una garanzia di migliore funzionalità dei servizi erogati dall’Amat, nell’ambito del nuovo piano industriale in fase di redazione.
«Le risorse di uomini e mezzi attualmente impiegate sui bus – osserva – saranno utilizzate a favore del trasporto tranviario: quest’ultimo servirà anche le aree periferiche e i mezzi dell’Amat potranno dunque assicurare maggiore efficienza nel resto della città».
Il cambiamento più vistoso sarà il passaggio progressivo dal gommato al tranviario: una vera rivoluzione, anche “culturale”, certamente destinata a mutare l’approccio dei palermitani in materia di mobilità.
L’Amat inoltre dovrà individuare nuovi partners privati nella gestione di servizi in perdita quali il car e bike sharing e la rimozione forzata.
Capillarità sembra essere la parola chiave del nuovo corso, anche in considerazione dell’ormai prossima esecutività del grande programma dedicato alle ciclovie che incentiva l’uso della bicicletta negli spostamenti sistematici casa-lavoro e tempo libero, includendo i poli universitari e ospedalieri, per un totale di ventotto chilometri.
Il tutto, grazie a cinque milioni di euro dei fondi del Pnrr.
Il 2024 è stato anche l’anno degli interventi di restauro che restituiranno alla città autentici gioielli quali l’ex Collegio della Sapienza in piazza Magione, l’antico monastero delle Suore Carmelitane Scalze, detto delle Artigianelle in piazza Kalsa, il Ritiro delle Figlie della Carità noto come il Filippone al Papireto, il Collegio San Rocco in via Maqueda, l’ex Convento di San Basilio alle spalle di via Bandiera, Palazzo Marchesi, nel quartiere dell’Albergheria e una porzione dell’area Quaroni tra le via Maqueda e Sant’Agostino, discesa dei Giovenchi e delle Capre.
Un’imponente azione di restauro degli edifici del centro storico resa possibile con i finanziamenti del Ministero della Cultura attraverso il Contratto istituzionale di sviluppo, pari a oltre settanta milioni di euro.
Il progetto è la creazione di grandi contenitori polifunzionali che possano accogliere eventi, manifestazioni culturali, iniziative di carattere sociale.
Ma grandi aspettative si concentrano anche attorno al Museo Giardino Santa Rosalia, nuovo polo culturale urbano nato dall’iniziativa della Fondazione Sicilia, che sorgerà tra alberi da frutto e una fitta vegetazione in piazza Guzzetta, dalla demolizione di un edificio abbandonato.
Il progetto, formato dallo Studio MCA – Mario Cucinella Architects, è stato reso possibile grazie all’approvazione della variante urbanistica in deroga al Piano Regolatore da parte del Comune.
Si tratta del primo intervento di architettura contemporanea nel centro storico di Palermo, e contribuirà a cambiarne il volto.
La struttura, un’estensione di Palazzo Branciforte, ospiterà esposizioni temporanee e attività culturali, fornendo anche un significativo esempio di lotta al cambiamento climatico nel cuore della città, con la presenza del giardino pensile che ospiterà specie vegetali profumate e colorate nelle diverse stagioni.
Una vera e propria oasi che si ispira ai giardini arabi della Sicilia.
Il concetto di “Mobility as a service” sarà il motivo ispiratore del trasporto pubblico cittadino a partire dal 2025.
Un nuovo paradigma per la mobilità che si attua attraverso il potenziamento della dimensione digitale: per farla breve, l’utente scende da casa e programma il percorso da effettuare con i mezzi più convenienti a disposizione, grazie ai sistemi di informazione e ai servizi per la prenotazione degli spostamenti.
Un approccio del tutto nuovo per Palermo che, come prevede lo stesso assessore, registrerà, nella fase iniziale, un certo impatto sulle attività commerciali.
«Ma – assicura – nel tempo medio sarà possibile sperimentarne le ricadute positive, come nel caso della ciclovia: la rete di trasporto pubblico di massa, infatti, servirà a collocare nelle periferie alcuni attrattori».
Basti pensare al Velodromo che sorge nell’area dello Zen: sarà decisamente più facile raggiungerlo, senza congestioni e in piena sicurezza.
Impossibile intervistare l’assessore senza affrontare la materia spinosa del Polo tecnico e degli uffici dell’Edilizia privata, nel tempo oggetto di numerose osservazioni da parte di professionisti del settore quali geometri, ingegneri e architetti per via della lentezza nella lavorazione delle pratiche.
Una criticità che, non di rado, si traduce nel malcostume delle “corsie preferenziali”: una delle tante declinazioni del clientelismo che Maurizio Carta non è disposto ad accettare né a tollerare.
«Si tratta di un problema annoso – sottolinea – che sto cercando di risolvere attraverso due piste: una, per lo smaltimento dell’ingente lavoro arretrato e l’altra per la lavorazione delle nuove pratiche».
«Non vi è nessuna preferenza discriminante – puntualizza – perché tutte le pratiche hanno pari dignità e importanza ma appare chiaro che ve ne sono alcune, legate a importanti investimenti e dal forte risvolto occupazionale, a cui cerchiamo di dare il massimo impulso inserendole nell’ambito dei progetti speciali, in considerazione delle potenziali ricadute sull’economia cittadina».
Tutto sarebbe più fluido e veloce se si procedesse a un nuovo piano di assunzioni perché, come ammette lo stesso assessore, il personale è numericamente esiguo rispetto alle effettive esigenze amministrative.
Nello specifico, necessiterebbero impiantisti e tecnici per i progetti di restauro, così come nuovi dirigenti.
Anche se la situazione è decisamente migliorata: se fino a due anni fa c’era un solo dirigente tecnico in tutto il Comune, oggi i profili dirigenziali sono dodici, ovvero uno per assessorato.
Per procedere a nuove assunzioni e rendere dunque più snello l’apparato amministrativo, occorrerà superare la fase del piano di rientro.
Si tratta, precisamente, di un piano di rientro modulare che consente l’assunzione di nuove unità man mano che la situazione economico-finanziaria dell’Ente migliora.
A fronte di una condizione di generale ripresa e del saldo positivo delle casse comunali, manca ancora, però uno strumento urbanistico di fondamentale importanza per il territorio comunale.
Anzi, lo strumento per eccellenza: il Piano Urbanistico Generale – ex Piano Regolatore – che Palermo attende ormai da troppi anni : un grave “ritardo” che l’amministrazione comunale è impegnata a colmare, consapevole della necessità di coinvolgere tutti gli attori della vita politica, sociale, culturale ed economica metropolitani e regionali ma anche nazionali e internazionali.
Un processo di trasformazione della città che ha già preso il via un anno fa, con l’approvazione delle direttive generali da parte della Giunta che determinano la nuova stagione urbanistica della città, utilizzando l’ultima legge regionale sul governo del territorio.
La formazione del Pug non può certo rimanere avulsa rispetto alla modifica del Piano Commerciale di cui la città dovrà dotarsi: c’è la volontà di attirare i grandi marchi senza perdere di vista il commercio di prossimità, in crisi anche a causa dei grandi empori di vendita e degli acquisti online.
A Palermo, nello specifico, la grande sfida è quella di riequilibrare la presenza del food e delle altre realtà merceologiche: una necessità avvertita soprattutto in via Maqueda e in altre aree del centro storico, così come appare ormai non più procrastinabile una forte azione di contrasto alla desertificazione commerciale e al degrado edilizio in atto in via Roma.
In tal senso, come spiega l’assessore, nel 2025 risulterà di fondamentale importanza il completamento della variante all’articolo 5 per innalzare fino a 1.500 metri quadri le strutture di vendita in centro storico rendendo la strada nuovamente attrattiva per le attività commerciali più pregiate.
«Infine – conclude Maurizio Carta – nel 2025 attendiamo gli esiti del concorso internazionale di rigenerazione dell’ex Chimica Arenella, nuovo epicentro per la rinascita dell'intero quartiere e grande polo attrattore di caratura internazionale».
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