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Nuovo porticciolo e una piscina sul mare: il progetto per fare rinascere la Bandita

Il progetto c'è, i soldi pure: uno dei tratti più belli ma degradati della Costa Sud di Palermo potrebbe finalmente cambiare volto. Come (si spera) diventerà

  • 7 novembre 2023

Un luogo dove potere ormeggiare le barche, ma anche fare una nuotata, in una piscina sul mare. Il tutto circondato da negozi dove potere effettuare acquisti, mangiare o, semplicemente, dare un’occhiata. Dopo il progetto del Parco a mare allo Sperone (di cui vi abbiamo parlato in un precedente articolo), anche per la Bandita e il suo porticciolo qualcosa bolle in pentola.

Si tratta della riqualificazione del porto e delle aree portuali e di un restyling ecosostenibile del lungomare; progetti previsti nell'ambito dei finanziamenti del Pnrr.

«Anche questo, come quello del Parco a Mare allo Sperone, è uno dei 4 progetti Pnrr relativi alla Costa Sud, che sono gestiti dal Comune di Palermo con la collaborazione della struttura da me presieduta – spiega Carlo Amenta, commissario straordinario del Governo - Il commissario Zes ha il potere di operare, come stazione appaltante, in deroga al codice degli appalti, su richiesta degli enti competenti».

Ma quale sarà (si spera) il nuovo volto della Bandita? Prima di tutto, è in programma una rigenerazione urbana dell’area, che ha il suo fulcro nel porticciolo, un tempo cuore pulsante dell'economia di quella che voleva essere una delle borgate marinare della città visto il grande rilievo detenuto per la pesca locale.
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Oggi il porticciolo è usato come punto d'attracco per le piccole imbarcazioni di quei pochi pescatori che resistono, nonostante le difficoltà strutturali causate dall'insabbiamento e dall'erosione della banchina. Anche il resto dell'area è in uno stato totale di abbandono e incuria.

La spiaggia è una delle principali vittime del degrado nonostante gli sforzi delle associazioni che in questi anni hanno tentato di proteggere, per quanto possibile, questo tratto di costa. Ma è necessario un intervento molto più ampio e serio. I fondi stanziati dal Pnrr rappresentano un'occasione che la Bandita non può perdere.

Il progetto prevede la possibilità di tornare a ormeggiare le barche in tutta sicurezza. Ma non è l’unica novità: la punta di diamante, infatti, è la realizzazione di una piscina aperta a tutti, con vista mozzafiato, dal momento che si potrà nuotare e ammirare nel frattempo il mare.

«Ci sarà, poi – prosegue Amenta – la possibilità di far nascere anche esercizi commerciali per rendere questi luoghi vivibili e sostenibili. La presenza dei negozi, auspichiamo, che possa anche evitare eventuali atti vandalici».

Quello che tutti si domandano è quando sarà realizzato il nuovo volto della Bandita: «Adesso, si andrà in Consiglio comunale per la delibera di approvazione della variante – precisa Amenta -. Contiamo di andare in gara entro fine anno, così da riuscire a partire con i lavori per il mese di giugno 2024. Da lì, ci vorranno circa due anni per completare gli interventi e donare ai palermitani una parte della città abbandonata, ormai, da troppo tempo».

Il progetto ha già ottenuto il parere ambientale positivo da parte del ministero dell'Ambiente. Lo stato di avanzamento è sempre condiviso con il ministero degli Interni in qualità di soggetto titolare degli interventi.

La riqualificazione della Bandita rientra nei 4 progetti Pnrr, per un importo complessivo di 54 milioni di euro, che saranno sempre realizzati con il supporto di Invitalia quale Centrale di Committenza.

Il piano prevede: la riqualificazione del porto della Bandita e delle aree portuali (13 milioni e 700 mila euro), la riqualificazione ecosostenibile del lungomare della Bandita (12 milioni di euro), ma anche il Parco a mare allo Sperone (poco più di 16 milioni) e, infine, la rigenerazione urbana di fiume e costa dell’area dell’Oreto.

Si tratta di aree adiacenti alla Zes di Brancaccio e la collaborazione tra la struttura commissariale e gli uffici tecnici del Comune di Palermo ha già consentito l’inserimento nei progetti di opere infrastrutturali che consentiranno la separazione del traffico commerciale diretto all’area industriale ricadente in Zes da quello civile con conseguenti benefici anche sulle emissioni atmosferiche.
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