CRONACA
Nuovo look a Sant'Erasmo atto secondo: passeggiata a mare e "braccio" per le barche
Il porticciolo di Palermo è stato riqualificato con una nuova pavimentazione e nuove strutture, ma ai pescatori serve da sempre una protezione per le imbarcazioni
La vista aerea sul molo di Sant'Erasmo a Palermo
Accanto al porticciolo c'è una casa che un tempo era chiamata "casa caldaia" dove "i ciancioli" (dal nome delle reti usate dai pescatori) andavano a colorare le reti; reti che circa vent'anni fa sono state sostituite da quelle di nylon, adesso in quelle casette basse i pochi pescatori rimasti conservano le reti e le sistemano davanti ad una struttura pulita e nuova, ma sembra poco funzionale per le loro esigenze.
«Qua a Sant'Erasmo hanno fatto questi lavori ma manca una cosa fondamentale - racconta Nino Sinagra che da 60anni pesca in quel porticciolo - questi lavori sembrano fatti per gente che non è di qui, che non vive il mare, a noi cosa cambia se adesso c'è questa area verde? Per chi è pensata? La domenica ci sono duecento cani qua, ma a noi non serve. Là di fronte c'è un ristorante dove noi non andremo mai, l'unica cosa che serviva davvero a noi è il braccio a protezione delle barche e non è stato realizzato. Hanno detto che il prossimo passo sarebbe stato questo, ma ancora non si muove nulla».
I lavori sul fronte mare però continueranno, è prevista una seconda trance con la sistemazione della passeggiata a mare dove la pavimentazione del Foro Italico sarà uniformata come quella di Sant'Erasmo e sparirà l'attuale colore rosa del terrazzamento e l'illuminazione sarà cambiata. Per questi interventi c'è già un progetto esecutivo e quindi i lavori partiranno a breve, addirittura forse prima della fine dell'anno.
E poi è anche prevista - dalla Capitaneria di Porto - la costruzione di una struttura a protezione del porticciolo e delle barche «Qui quando c'è mare grosso - racconta ancora il pescatore - l'acqua arriva sulla banchina, perché è tutto aperto. Noi le barche quando il tempo è brutto le portiamo a Porta Carbone, alla Cala, qua si distruggono».
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