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Nuovi avvistamenti di una (rara) foca nel palermitano: ecco perché succede

Nell’arco delle scorse giornate sono avvenuti diversi avvistamenti di una foca monaca (Monachus monachus) lungo la costa e vicino a un piccolo borgo marittimo

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 24 febbraio 2025

La foca Monaca (foto dal web)

Nell’arco delle scorse giornate sono avvenuti diversi avvistamenti di una foca monaca (Monachus monachus) lungo la costa del palermitano, in particolare da quando è stato diffuso un video dell’animale mentre si aggirava nelle acque del piccolo borgo marittimo di Porticello.

L’esemplare è stato avvistato anche nei pressi del relitto del Bayesian, l’imbarcazione protagonista dell’immane tragedia che ha colpito il magnate inglese Mike Lynch l’estate scorsa, e ha sostato per alcune ore vicino Capo Zafferano, dove un folto gruppo di naturalisti, di ambientalisti e di biologi marini desiderano da tempo che un giorno venga istituita una nuova Area marina protetta.

A filmare la foca monaca a Porticello con il proprio telefonino è stato Lorenzo Cracolici, un pescatore sportivo palermitano che si trovava casualmente in zona e che ha avuto la fortuna di notare una testa dalla forma particolare emergere dall’acqua, per respirare.
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Cracolici ha affermato che la foca è rimasta nei pressi di Porticello, a circa un miglio lontano dalla costa, per circa un quarto d’ora, prima di immergersi definitivamente e svanire sotto le onde.

Secondo gli studiosi che hanno analizzato il video e le descrizioni forniti dai testimoni, l’esemplare in questione ha poco più di un anno, supera abbondantemente la lunghezza di due metri ed è entrato da poco nella sua fase adulta.

La sua specie è molto rara nel Mediterraneo, per colpa dell’eccessiva antropizzazione delle coste (la presenza dell'uomo lungo le coste) e per l’eccessivo prelievo ittico da parte della nostra industria marittima, ed è per questa ragione se viene considerata dagli esperti come una delle specie marine a maggior rischio d’estinzione in Europa.

I suoi avvistamenti vengono costantemente monitorati dagli scienziati, che in Italia hanno formato il Gruppo di ricerca Foca Monaca, che collabora con l’Università Bicocca di Milano per effettuare degli studi sul DNA ambientale, che sono in grado di determinare la presenza della specie tramite dei semplici campionamenti d’acqua.

«Probabilmente questo esemplare era solo di passaggio ed era intento a riposarsi vicino la costa - chiariscono gli specialisti - prima di dirigersi verso le mete in cui avviene la riproduzione annuale della specie».

Per quanto negli ultimi anni gli avvistamenti di foche monache siano aumentati grazie alla diffusione dei cellulari, la loro popolazione rimane però piccola, sottolineano i biologi: meno di 1.000 esemplari in tutto il Mediterraneo.

Le foche monache, inoltre, sono degli animali solitari. Vederli in coppia è molto difficile e il più delle volte sono delle madri accompagnate dai loro piccoli, una volta che quest’ultimi sono grandi a sufficienza per effettuare le prime nuotate.

La foca monaca è l'unica specie di foca adattata a vivere stabilmente nelle acque temperate e il suo areale coincide col bacino del Mediterraneo e del Mar Nero.

Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) la sua specie è classificata come "vulnerabile” e nel corso degli ultimi anni diversi esemplari sono stati avvistati alle isole Egadi e alle Eolie.

Per via della fragilità della specie, i biologi marini consigliano inoltre di non avvicinarsi ai loro siti di riposo, soprattutto se si è dei fotografi naturalisti.

Disturbarli potrebbe provocare infatti l’allontanamento delle madri dai loro piccoli e impedire il ritorno della specie nei tratti di costa oggi monitorati dagli esperti.
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