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Non solo Targa Florio, ma anche Formula 1: gli anni d'oro del Gran Premio in Sicilia
Tutti conoscono Siracusa per la sua storia e per il caratteristico centro storico di Ortigia, ma non tutti sanno che tra il 1951 e il 1967 ospitò ben 16 edizioni di un GP di Formula 1
Il circuito di Formula 1 di Siracusa in una foto d'epoca
Siamo dunque nel 1951 e la Formula 1 esiste solamente da un anno: la massima competizione del Motorsport è infatti nata nel 1950, a seguito del crescente successo delle corse automobilistiche europee degli anni ‘30 regolarizzate nella Formula del Grand Prix.
L’ufficializzazione di un calendario di corse per l’assegnazione degli allori di campione del campionato piloti e campionato costruttori ha portato poi effettivamente alla nascita della Formula 1, che avrebbe visto in seguito e per tanto tempo un dominio tricolore sia per i piloti che per i costruttori.
In questo senso la Sicilia, in quel periodo, divenne uno dei fulcri a livello internazionale: grazie al triangolo Palermo (Targa Florio), Siracusa e Pergusa con i rispettivi circuiti.
Lo sforzo congiunto di alcune personalità locali e dell’Automobile Club di Siracusa, riuscirono incredibilmente nell’impresa di portare tutto il paddock della Formula 1 in Sicilia.
Il clima mite della Sicilia che permetteva di scendere in pista durante i primi mesi dell’anno e il grande successo ottenuto fecero diventare il GP di Siracusa una tradizione, tanto da renderlo l’appuntamento che apriva ufficialmente la stagione di Formula 1 in Europa.
Non si trattava di una gara ufficiale e non era valida come prova del Mondiale, ma ebbe da subito un grande riscontro sia da parte dei piloti che da parte del pubblico, il quale partecipava numeroso ed entusiasta.
Le peculiarità della pista fecero sì che il GP di Siracusa fosse una meta ideale per provare tutte le soluzioni tecniche necessarie per l’affidabilità delle vetture. I team più prestigiosi come Lotus, Ferrari, Vanwall, Connaught, Alfa Romeo e Maserati testavano le proprie monoposto qui.
Si racconta addirittura che la Ferrari si trasferisse in Sicilia già sette giorni prima dell’evento per poter utilizzare il circuito ed avere l’opportunità di studiare delle soluzioni sia dal punto di vista tecnico - meccanico, sia da quello aerodinamico, approfittando della fluidità del circuito.
Il famoso motore 375 F2 di Ascari, un esempio tra tutti, ebbe il suo battesimo proprio a Siracusa. Su questo circuito vennero a confrontarsi i migliori piloti dell’epoca, rappresentanti di una Formula 1 genuina e affascinante. Raggiunsero Siracusa per misurarsi apertamente in appassionanti duelli, liberi di correre senza pensare al Campionato del Mondo.
Le squadre si prenotavano già a partire da novembre dell’anno precedente, ad ogni edizione le tribune erano prese d’assalto da tifosi provenienti da ogni parte dell’Isola. Erano pienoni incredibili: gli spalti si riempivano in ogni ordine di posti, ma anche dietro i caratteristici muretti di pietra a secco che delimitano i campi coltivati o direttamente sul margine del percorso come in una gara ciclistica, nello sprezzo di qualsiasi misura di sicurezza.
Inizialmente la tribuna fu realizzata con tubolari in ferro, ma tra il 1954 e il 1955 venne inaugurata quella in cemento armato, visibile ancora oggi. Nel 2011 la nota casa di tuning svizzera, Mansory, ha prodotto un'auto per celebrare il 50º anniversario della prima vittoria di una Ferrari a motore posteriore che avvenne proprio sull'autodromo siracusano.
Per ricordare questo evento la vettura fu chiamata "Ferrari 458 Italia Siracusa".
Il circuito che ospitava il GP di Siracusa, detto Circuito degli Aranci perché affiancato da rigogliosi giardini di agrumi, in realtà non era una pista permanente e neanche una pista cittadina vera e propria (come nel caso del circuito di Montecarlo), ma sfruttava un’unione di strade statali e provinciali a formare un triangolo somigliando molto al circuito di Reims, ma molto più impegnativo di quest’ultimo.
Offriva ottime opportunità alle scuderie e ai piloti di provare tutte le nuove soluzioni tecniche ed aerodinamiche che avrebbero potuto adottare poi durante le vere e proprie gare del Mondiale.
Lungo 5,5 km, con larghezza delle carreggiate tra gli 8 e i 12 metri, il circuito si percorreva in senso antiorario e si sviluppava tra una serie di velocissime curve e lunghi rettilinei che lo rendevano una pista ad altissima velocità ed un banco di prova ideale per testare i propri limiti.
Dopo il rettilineo della partenza, i piloti affrontavano una serie di velocissime curve a “S” che richiedevano estrema precisione vista l’elevata velocità. Si arrivava alla curva della “Madonnina”, un tornante così chiamato per via di un’edicola con l’effige della Madonna che si può vedere ancora oggi all’esterno della curva. Dopo questo tornante, un vertiginoso rettilineo passava davanti alla centrale elettrica e al cimitero della città per arrivare al curvone “Carpinteri”.
Poi ancora un tornante chiamato “Floridia” e infine un altro rettilineo che portava all’ultimo tornante sopraelevato che immetteva al tratto rettilineo finale che giungeva all’arrivo. La presenza negli anni di leggende dell’automobilismo come Ascari, Fangio, Moss, Brabham o Hill costituì da sola l’elemento chiave del successo di pubblico che il Gran Premio di Siracusa ebbe.
Ma parteciparono anche diversi amatori, perché a quei tempi bastava possedere una monoposto di F1 per prendere parte alle gare. Bisogna precisare che in quegli anni non esisteva una vera e propria organizzazione di Formula 1, ogni team era indipendente e come tale doveva essere ingaggiato direttamente dagli organizzatori del GP.
Nell’edizione del 1958 corse anche Maria Teresa de Filippis, che aveva appena acquistato una Maserati 250 che gli fu consegnata ai box del circuito infiocchettata come un pacco regalo e fu capace di ottenere un ottimo quinto posto, prima donna a qualificarsi per un Gran Premio di Formula 1.
La Ferrari vinse dieci volte a fronte di due successi di Lotus e di una vittoria a testa di Maserati e Connaught. Nel 1955 Tony Brooks, poi diventato pilota Ferrari, diede l’unico successo della sua storia alla Connaught che da quel momento battezzò la monoposto “tipo Siracusa”.
La magica storia della Formula 1 a Siracusa terminò nel 1967 con la particolarissima doppia vittoria, ex aequo, dei ferraristi Mike Parkes e Ludovico Scarfiotti arrivati sul traguardo in sfilata, edizione dedicata a Lorenzo Bandini scomparso tragicamente in seguito alle ferite riportate a Montecarlo nel terribile rogo della sua vettura.
Il cronometraggio manuale del tempo non consentì di stabilire chi fosse arrivato davanti e così si diede la vittoria a entrambi.
A causa delle mutate esigenze di sicurezza e l’aumento dei costi, il paddock della più importante competizione automobilistica mondiale lasciò Siracusa e la Sicilia. Rimase solo il nostalgico ricordo ingiallito di una Formula 1 d’altri tempi.
Nonostante i continui ed impegnativi interventi dell'amministrazione provinciale, proprietaria dell'impianto, il vincolo del tracciato alla viabilità di interesse statale e provinciale, l’insufficienza assoluta delle vie di accesso e, soprattutto, l’incontenibile partecipazione del pubblico che, dilagando fino ai margini della pista, vanificava le già precarie protezioni esistenti, determinarono la definitiva inagibilità del circuito.
Nel 2012 l'Unione Europea di Motociclismo ha tenuto la sua annuale riunione presso la sede della Provincia di Siracusa, i suoi rappresentanti si sono incontrati con quelli della società Autodromo Internazionale di Siracusa, la quale non ha mai ultimato i lavori per rendere nuovamente agibile il circuito.
Entrambe le parti avevano considerato la seria possibilità di portare il motociclismo europeo sull’autodromo siracusano, ma tutto cadde nell’oblio.
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