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Non solo foliage, in Sicilia c'è molto di più: l'itinerario (inedito) da fare nei boschi

È una esperienza meravigliosa che si può provare nel Parco delle Madonie alla quale si unisce quest’altra che parla d’amore e di scenari emozionanti

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 10 novembre 2024

Un laghetto nel Parco delle Madonie

Una danza della passione a suon di corna, un grido d’amore per la conquista dell’amata! Così potremmo iniziare a parlare di questa esperienza che in Sicilia è un opportunità da non perdere tra le cose da fare nella stagione autunnale e che per essere vissuta necessita di poche cose utili: zaino in spalla, scarpe sportive o da trekking, un binocolo e un po’ di pazienza.

Da fine ottobre e per tutto novembre il periodo autunnale di questi mesi è un momento straordinario per viver la natura nel nostro angolo del Mediterraneo: gli alberi si colorano di una livrea fiammante, cominciano cambiare il fogliame lasciando il verde che vira verso i colori caldi caratteristici, il bosco si trasforma in un tripudio tra rosso, amaranto, giallo e arancio fino quando questo mantello non cadrà definitivamente nel sottobosco.

È una esperienza meravigliosa che si può provare nel Parco delle Madonie alla quale si unisce quest’altra che parla d’amore, di lotta e di scenari emozionanti a cui assistere nel mondo animale selvatico.
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C’è un suono che riecheggia tra gli alberi e i pascoli delle radure, un richiamo che accompagna il meraviglioso spettacolo del foliage boschivo.

È il bramito dei daini maschi il caratteristico richiamo che si avverte camminando e che indica la stagione dell’amore, quella in cui i grandi esemplari con palchi spettacolari sentono che è arrivato il momento di trovare una compagna e riprodursi.

Vederli è uno spettacolo, una siluette dal portamento elegante e maestoso che identifica questi esemplari di ungulati – chiamati così per la presenza di zampe con robuste unghie a zoccoli - hanno dimensioni importanti, più piccoli dei cervi ma comunque ragguardevoli.

E così come differentemente accade per gli umani in natura è il maschio a dover dare sfoggio per attirare la femmina: qui il carattere attrattivo è il palco, una corona imperiale a tutti gli effetti.

È uno sfoggio in piena regola che si protrae dalla testa che, nonostante tutto il peso, rimane elegante sul possente collo. Sono protuberanze ramificate che, a differenza dei cervi, sono caratterizzati da una pala di dimensioni diverse a seconda dell’età posta nella parte superiore allargata con diverse punte e che raggiunge il massimo della sua ampiezza proprio nel periodo autunnale, non a caso in coincidenza con quello degli amori.

Per osservarli uno dei luoghi più adatti è la zona tra Piano Battaglia e Piano Cervi – chiamato così perchè prima davvero regnavano i cervi ormai estinti in Sicilia e sostituiti con i daini – restando in assoluto silenzio se avvistati per non farli dileguare e non disturbare le delicate fasi di quella danza che si chiama lotta e che avviene scorandosi, in un duello che rimane tra gli spettacoli più affascinanti a cui assistere in religioso silenzio, e restando più in basso possibile per non farsi notare.

Sfoggiano i palchi con vere e proprie esibizioni cercando di stabilire già la supremazia e intimorire l'avversario fino a quando non si fermano, abbassano le teste e iniziano un rumoroso combattimento impegnativo ma mai cruento, tranne qualche ferita.

Se da un punto di vista la presenza di una popolazione troppo numerosa di questi animali rappresenta un serio problema per l’habitat, dall’altro vederli muoversi a branchi sulle praterie spuntando dai boschi è qualcosa di straordinario.

Uno spettacolo per i grandi e soprattutto per i bambini che assistono a questa scena personalmente immersi nel meraviglioso paesaggio, camminandoci dentro provando una esperienza a diretto contatto con la natura. Ma com’è questo suono così particolare e come lo riconosciamo durante una escursione?

È un richiamo rauco e poderoso simile anche ad un rutto prolungato o ad un breve ruggito meno potente di quello leonino che si ripete più volte al giorno e che i maschi emettono mentre si aggirano nei loro areali, i loro pezzi di territorio di dominanza o dentro ai lek. Un paio di curiosità per conoscer meglio questo splendido animale che popola i nostri boschi…

Il lek è la forma strategica riproduttiva dei daini, ed è formata da una aggregazione di maschi che si riuniscono a scopo riproduttivo in una porzione di territorio, in questo caso come nei bosco di faggi e rovere sulle Madonie.

Un’altra da sapere è che le corna spuntano a partire solo dal secondo anno di vita dei maschi, sono un organo riproduttivo a tutti gli effetti ma che non dura per sempre, infatti tra fine marzo e inizio di giugno avviene la caduta e pochi giorni dopo iniziano a ricrescere con un cornino in più!

E tanto per avere una idea quando li avvistiamo: i maschi possono raggiungere un peso oltre i 100kg, e misura circa 140/160 cm di lunghezza, con un’altezza al garrese di 90–100 cm. Quindi zaino in spalla e via per i boschi a fare questa belle esperienza naturalistica.
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