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Nel Lago di Pergusa l'acqua c'è (ma non basta): vi spieghiamo cosa succede davvero

Nonostante le piogge delle scorse ore, l'emergenza non si può dire finita. Anzi. Ecco cosa accade all'unico lago naturale della Sicilia, diventato il simbolo della siccità

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 6 agosto 2024

Il Lago di Pergusa dopo le piogge (foto di Legambiente Enna)

Nel corso delle ultime settimane abbiamo parlato spesso di siccità e della triste condizione degli invasi e dei laghi siciliani. Alcuni di essi sono del tutto scomparsi, come è successo al Lago di Pergusa, da tempo afflitto da diversi problemi ambientali e amministrativi, che hanno fatto sì che quest’anno le sue acque evaporassero del tutto.

Le recenti piogge di inizio agosto hanno ad ogni modo cambiato leggermente la situazione. Come è infatti possibile vedere tramite diverse immagini pubblicate nel corso delle ultime ore sui social, le piogge sono riuscite a riempire parzialmente gli invasi e la stessa Pergusa ha ricominciato a rivedere le sue acque. Tuttavia, la crisi non può definirsi finita.

Per capire perché, sarebbe bastato circolare nei pressi di Enna nelle ore immediatamente successive le piogge. Un gran numero di strade sono state infatti invase da fango e acqua, come testimonia il Circolo degli Erei di Legambiente Enna, il primo a testimoniare sui social i disagi di questi giorni. «La pioggia è finalmente arrivata sia su Enna che su Pergusa. E come sempre, l'acqua ha trovato le sue strade».
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Tra questi percorsi, gli ambientalisti indicano il Canalone di Piano dei Mondelli, che passa dal Parco Proserpina e che si origina dalle contrade Staglio e Zagaria Est. In questo caso l'acqua ha dovuto affrontare un lungo canalone, costruito al di sotto della pista e del paddock presenti nella zona. In altre zone, invece, le acque non sono riuscite a raggiungere Pergusa, rimanendo bloccate in alcune strade nell'area del Villaggio Gescal e delle Piscine.

Secondo gli ambientalisti e diversi abitanti della zona, questo è l’ennesima dimostrazione che il sistema di canalizzazione che porta le acque al lago e che libera la città dalle piogge va interamente riveduto e monitorato.

Si teme infatti che buona parte delle piogge che avrebbero potuto riempire l’unico lago naturale di grandi dimensioni della Sicilia (come altri invasi della provincia) siano andate disperse e perdute nel territorio. Un danno notevole, considerando l’estrema necessità di acqua che necessita la regione.

Le polemiche non sono finite tuttavia qui.

Negli scorsi giorni, le associazioni ambientaliste hanno definito la Fondazione Lago di Pergusa, istituita recentemente dal governo Schifani, un “poltronificio inutile”, che non servirà a migliorare le condizioni di salute del lago. Gli ambientalisti hanno infatti spiegato che «il lago è già di proprietà della Regione Siciliana, che non ha quindi bisogno di alcuna Fondazione per intervenire in suo soccorso. Inoltre, dal 1995 il Lago di Pergusa è anche una Riserva Naturale istituita dalla Regione, affidata al Libero Consorzio Comunale di Enna, a cui la legge regionale 71/95 ha assegnato l’onere di ripristinare e mantenere il livello storico del regime delle acque.»

D’accordo con questa visione è il professore dell’Università Kore di Enna e dell’Università degli Studi di Palermo Aurelio Angelini, che sui suoi social si è espresso criticamente nei confronti dell’istituzione di questa Fondazione.

Il governo regionale, dal canto suo, risponde a queste critiche affermando di stare per sviluppare un progetto di recupero del lago e di aver già stanziato 250 mila euro per provare a salvarlo dalla minaccia della desertificazione.

Sta di fatto, tuttavia, che gli esperti reputano questi fondi inutili, senza un rafforzamento della Riserva Naturale. Anzi, in molti ad Enna richiedono che questi 250 mila euro vengano affidati all’attuale ente gestore, che conosce meglio le caratteristiche dell’invaso e del suo delicato ecosistema, rispetto a una nuova Fondazione.

Infine, è da segnalare come recentemente l’Autorità di bacino ha diffidato il Comune di Enna, sollecitandolo a trasmettere senza indugi il progetto esecutivo degli interventi, che avranno lo scopo di ristabilire l’equilibrio idrogeologico del lago e di separare le reti fognarie delle acque bianche da quelle delle acque nere, che ad oggi condividono gli stessi canali e le stesse strutture.
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