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Misteri (antichi) tra le balate del centro storico: Palermo e le passioni di Don Pietro

Leggende e memorie che si intrecciano nella Palermo del Cinquecento: i tradimenti e le sparizioni che danno vita alla via Lungarini e alla storia del "Salto di Pezzinga"

Balarm
La redazione
  • 10 dicembre 2018

Via Lungarini a Palermo (foto Marco Amato, particolare)

Un ponte immaginario, un "salto", che ha avuto luogo in vicolo Lungarini e collega via Alloro a via Lungarini, nel centro storico di Palermo, che ha fatto storia.

E a volte basta trovarsi tra questi vicoli, magari in notturna, per sentire il richiamo della storia e dei ricordi di un tempo antico, molto antico e dei personaggi che l'hanno vissuto.

La leggendaria storia del "Salto di Pezzinga" era così entrata nelle vite dei palermitani che ha anche dato il nome alla strada prima che venisse chiamata "Lungarini" ed è il termine di una impresa amorosa e goliardica a opera di Pietro Pezzinga, Don Pietro.

Pezzinghi o Pezzinga era il nome di una famiglia pisana che trasferendosi a Palermo nel Quattrocento entrò subito nelle alte cerchie di nobili e benestanti diventando una delle famiglie più in vista e potenti.

Don Pietro non era che uno dei discendenti: ricco, potente e grande amatore, era un Don Giovanni del sud Italia.
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Tra le donne da lui conquistante anche Camilla Vassallo Gravina, baronessa di Ganzaria nonché moglie di tale Don Sancio Gravina.

Fu durante il Carnevale del 1572 che restò incantata da Don Pietro e diede il via a una lunga e passionale relazione segreta con lui che si consumava durante le notti, mentre il marito era lontano, nelle stanze dell'antico palazzo in vicolo Lungarini.

Ma Don Sancio (come da copione) li scoprì mentre insieme, o quasi: sentendo i passi del marito, Don Pietro Pezzinga consigliò alla donna di gridare "al ladro!" per salvarle l'onore.

Entrando "nella parte" Don Pietro si diede alla fuga saltando fuori dalla finestra: lo slancio fu tale che il suo salto partì dal parapetto della loggia e arrivò fino al tetto del palazzo di fronte.

Sparì nel nulla al termine dell'atletica impresa dileguandosi nel buio tra i tetti delle case. La strettoia che ancora oggi separa i due edifici, prese il nome di "vicolo del Salto".
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