STORIE
Milanese di nascita e siciliana per amore: Nina, l'illustratrice che disegna Palermo
Palermo e la Sicilia erano una destinazione per le vacanze, ed è così che ha incontrato il suo attuale marito. Poi il trasferimento e il suo amore per il disegno trasformato in lavoro
«Sono venuta la prima volta nel 2000, lavoravo a un cantiere di restauro, vivevo in via Maqueda. A me, milanese di nascita e nomade per vocazione, è piaciuto subito tutto. La gente, gli odori, la luce. Sono tornata al Nord a malincuore. In quel periodo mi spostavo da una parte all'altra d'Italia seguendo il lavoro, da Trieste a Venezia, da Torino a Genova, e poi Padova, l'Umbria, il lago d'Iseo».
Il lavoro era quello di restauratrice, una formazione che, per i suoi genitori, poteva garantirle un'occupazione. «Non posso dar loro torto, anche se sapevano che avrei preferito fare l'artista non riuscivano a immaginare che potessi mantenermi senza una formazione più tradizionale». Per qualche anno, Nina ha seguito la strada tracciata, passando dall'uno all'altro cantiere.
Quello della Martorana, comunque, è stato l'ultimo lavoro da restauratrice. «La nascita dei miei due bimbi, uno dopo l'altro, mi ha rallentato. Quando erano molto piccoli, però, ho avuto modo di riprendere in mano il disegno e gli acquerelli, ma anche la ceramica, la creatività con oggetti di recupero. Ho dipinto tanto in quel periodo, ad esempio una serie di Apparizioni Industriali, ispirati dai lunghi spostamenti in auto nella Pianura Padana, quando viaggiavo con i miei genitori e le uniche luci erano quelle delle fabbriche. Dal buio emergevano come foreste di tubi, architetture fantastiche delle quali, da ragazzina, non conoscevo la finalità. Non sapevo cosa producessero ma, vedendo il fumo che svaporava dalle ciminiere, pensavo fossero fabbriche di nuvole».
L'amore per il fantastico le è rimasto addosso per tutta la vita e, pian piano, l'ha spinta verso l'illustrazione. «Ho iniziato a disegnare Palermo, ma non la città vera. La mia Palermo è una città immaginaria, una Palermo verosimile, reale ma magica, una città di tetti che si ammucchiano gli uni sugli altri sotto le cupole rosse, con i panni stesi, i lapini, il mare, i vicoli, i serbatoi per l'acqua. Sono quadretti piccoli con uno scorcio di un quartiere, o disegni grandi, con tutta la città, dalla Cala fino a Palazzo Reale. Ho cominciato a venderli, sono piaciuti molto. Adesso li realizzo anche su commissione, ad esempio per alcune persone ho disegnato la mappa della città con i luoghi del cuore».
Quando Nina esce di casa ha sempre con sé un taccuino e la fotocamera pronta, perché tutto può essere fonte di ispirazione. Una porta, una tenda, un giocattolo dimenticato, il movimento lesto di un gatto. E, ovviamente, il mercato del Capo che sta proprio a pochi passi dal suo portone. «Con tutti quei colori, odori e suoni, ogni volta mi stordisce, è qui che mi sono appassionata di cucina siciliana. Una passione che, ovviamente, ho tradotto in disegni.
Nel 2018 ho realizzato il primo calendario di ricette illlustrate, poi anche le ricette singole. I vari passaggi sono illustrati passo passo in modo facile, si può davvero cucinare la pasta con le sarde o il tonno con la cipolla seguendo i disegni. Oggi le “mie” ricette sono molto richieste al Nord Italia, negli Stati Uniti e nell'Europa centrale, credo proprio perché sono facili da eseguire... e poi sono decorative! È un modo diverso per far conoscere la Sicilia e sono felice di farlo, perché la considero la mia terra».
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